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Arriva ‘Medicane’: il freddo minaccia fiori, cibo ed economia

freddo colture

In Sicilia è arrivato il freddo e addirittura la neve. Gli effetti del climate change si fanno sempre più evidenti, e mentre il Nord del nostro Paese fa i conti con una gravissima siccità – dopo un 2022 in cui nel Settentrione si è registrata il 40% di precipitazioni in meno con terreni, fiumi e laghi a secco – il Sud è praticamente “finito sott’acqua”. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sulla base su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd).

Nei primi 40 giorni del 2023 c’è stato un aumento di oltre il 300% degli eventi estremi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E in Sicilia in un solo giorno tre eventi metereologici hanno causato danni a campagne e quindi a raccolte, serre e alberi. Gli esperti stanno già parlando di ‘MedicaneIl termine è una crasi tra le parole ‘Mediterranean’ e ‘Hurricane’: ovvero ‘Uragano del Mediterraneo’.

Se fino a qualche tempo fa sarebbe potuto sembrare assurdo, immaginare una tempesta tropicale sulle isole del nostro territorio adesso non è così impossibile. E può diventare una seria minaccia per per le persone, per l’ambiente e per l’economia. 

Più nello specifico, il nuovo brusco abbassamento delle temperature ha fatto registrare quasi un grado (+0,96 gradi) di freddo più della media storica del periodo 1991-2020. Ma l’anomalia è stata di +1,46 gradi nel Nord Italia, e +0,67 e +0,65 gradi al Sud e al Centro.

A Siracusa si è abbattuta una vera bomba d’acqua. Vento, pioggia e neve. In poche ore un violento temporale ha interessato nella provincia il comune di Cassaro, e a Catania si contano i danni di una bufera. E la situazione emergenziale – ha sottolineato Coldiretti – riguarda tutto il Sud Italia, con le strade ghiacciate anche a Vibo Valentia, in Calabria.

Tra gli effetti del maltempo a preoccupare è soprattutto il freddo. “Il gelo rischia di bruciare fiori e gemme di piante e alberi, con pesanti conseguenze sui raccolti“, ha affermato Coldiretti. E quindi sull’economia e sulla spesa degli italiani

Sos fiori, il freddo minaccia San Valentino

Quindici rose per farsi perdonare, dodici rose rosse per simboleggiare il vero amore. Ogni anno in media il 14 febbraio vengono venduti in Italia almeno 6 milioni di rose. Ma questa volta, per colpa del freddo, la situazione potrebbe essere un po’ diversa. 

I danni causati dal gelo riguardano anche il maggior costo per il riscaldamento delle serre, che risentono dell’impennata della bolletta energetica. “Le rose hanno bisogno di una temperatura fissa di almeno 15 gradi per fiorire“, ha spiegato Coldiretti. “Lo stesso vale per le gerbere, mentre alle orchidee servono almeno 20-22 gradi e 14 ore di illuminazione, altrimenti muoiono”. Persino far crescere e curare un fiore è diventato costoso.

“La coltivazione è una di quelle attività economiche che più di tutte le altre vivono quotidianamente le conseguenze dei fenomeni legati ai cambiamenti climatici, con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno superato nel 2022 i 6 mld di euro“, ha sottolineato l’Associazione.

Turismo e cibo in Italia: tra record e minacce

Eppure le notizie ‘Made in Italy’ non sono tutte negative. Il territorio italiano é pieno di eccellenze alimentari, spesso ufficialmente riconosciute come tali. E’ positivo il bilancio del Fruit Logistica di Berlino, la principale fiera internazionale di settore.  Tra gli stand c’era anche molta ortofrutta veneta e il polesano aglio bianco Dop: un alleato per la salute. Perché il nostro cibo è di qualità e fa gola proprio a tutti. E a spingerlo in alto nel 2022 ha contribuito anche la ripresa del turismo.

Dopo le difficoltà legate alla pandemia il mondo ha ripreso a viaggiare. E grazie al boom di turisti nel nostro Paese, nell’ultimo anno il cibo Made in Italy è diventato la prima ricchezza del territorio per un valore di 580 mld di euro, nonostante la crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina.

Come ben evidenziato da “Cibo e turismo, l’Italia che vince” – il report diffuso da Coldiretti alla vigilia della Bit – la ripartenza a pieno ritmo delle attività di ristorazione e accoglienza, dai ristoranti agli agriturismi, ha avuto un impatto importante sul Made in Italy a tavola che vale oggi quasi un quarto del Pil nazionale. E dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.
“Il cibo è diventato la voce principale del budget delle famiglie italiane e straniere in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa destinato per consumare pasti fuori, ma anche per acquisto di alimenti o di souvenir o specialità enogastronomiche”, fa sapere Coldiretti. “Specialità che i visitatori esteri continuano peraltro a ricercare anche una volta tornati nei paesi di origine, con un importante effetto promozionale che spinge l’export nazionale. Il risultato è che le esportazioni agroalimentari Made in Italy hanno fatto segnare uno storico record nel 2022 raggiungendo il valore di 60 mld“.

Prandini: “C’è da stringere i denti”

Intanto al Fruit Logistica, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini è stato chiaro: in Italia nel 2022 le esportazioni di frutta e verdure fresche e trasformate hanno superato per la prima volta il muro dei 10 mld di euro, grazie a un aumento dell’8%. “Ma ora c’è da stringere i denti”.

A fronte di un export da record, pesa sulle imprese del settore l’impennata dei costi di produzione fino al +119% che ha colpito tutte le fasi dell’attività aziendale dal riscaldamento delle serre ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate, fino agli imballaggi. Aumenti che sono stati per la maggior parte assorbiti dalle imprese agricole stesse, aumentando le difficoltà del settore, con quasi un produttore di ortaggi su cinque (19%) che ha addirittura lavorato in perdita.

“Preoccupa anche la concorrenza sleale delle produzioni straniere con l’ortofrutta Made in Italy stretta nella morsa del protezionismo da un lato e del dumping economico e sociale dall’altro”, ha precisato Prandini.

E la speranza è che il freddo di questi giorni non comprometta la situazione dei raccolti.

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