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Bonus edili e superbonus: stop alla cessione dei crediti, allarme delle imprese

superbonus 110%

Bonus edilizi e superbonus: cambia tutto. Per i nuovi interventi non sarà più possibile ricorrere alla cessione del credito o allo sconto in fattura. Inoltre è fatto divieto agli enti pubblici di acquistare i crediti incagliati. Non potranno più farlo. È la stretta con cui il governo interviene sul tormentato dossier del superbonus. “L’obiettivo – spiega il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti- è risolvere il nodo dei crediti”, arrivati ormai a 110 miliardi. Perchè? Per “mettere in sicurezza i conti pubblici”.

La mossa del Governo viene duramente attaccata dagli operatori del settore. L’Ance non ha dubbi: il governo affossa famiglie e imprese. La mossa del governo, arrivata a sorpresa con un’integrazione all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, è il decreto in materia di cessioni dei crediti di imposta relativi agli interventi fiscali. Due soli articoli, ma con misure d’impatto. Innanzitutto, lo stop totale a sconto in fattura e cessione del credito: d’ora in avanti per i nuovi interventi edilizi (non quelli già avviati) resta solo la strada della detrazione d’imposta.

Divieto di acquistare rediti da bonus edilizi

Arriva anche il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi. Uno stop che ferma di fatto un fenomeno che aveva preso piede da poco, ma che aveva avuto un certo seguito. Ma proprio questi acquisti, come ha evidenziato Eurostat, “avrebbero impatto diretto sul debito pubblico”, ha spiegato il ministro Giorgetti. Il decreto affronta anche il nodo della responsabilità solidale dei cessionari. Che viene esclusa per chi è in possesso di tutta la documentazione relativa alle opere. Questo per “eliminare le incertezze” che hanno frenato tanti intermediari dall’assorbire questi crediti, spiega il ministro, sottolineando come tutto l’intervento si sia reso necessario “per bloccare gli effetti di una politica scellerata usata” che è finita per costare a 2mila euro a ciascun italiano.

Una montagna di debiti per 110 miliardi di euro

Ora l’urgenza è “riattivare la possibilità per gli intermediari nell’acquisto di questi crediti” rimasti incagliati, sottolinea Giorgetti, spiegando che nel mirino non c’è il superbonus, ma la cessione dei crediti d’imposta: una montagna da “110 miliardi”, che deve essere gestita. Di qui l’appello alle banche per un’azione di sistema per coprire questo “bucone”. E proprio al settore bancario, già prima del cdm, Giorgetti avrebbe proposto alcune azioni tra cui meno responsabilità in carico alle banche con una maggiore “circolarità giuridica” che permetta di far ripartire le cessioni dei crediti, un ruolo più incisivo delle imprese pubbliche nell’acquisto degli stessi e contatti per risolvere eventuali problemi successivi nelle norme.

Allarme di Ance e Confedilizia

Un messaggio rassicurante è rivolto anche alle imprese edili: “faremo tutto il possibile”, dice il ministro. E infatti per lunedì è già in calendario un incontro a Palazzo Chigi con le associazioni di categoria. Ma tutto il settore dell’edilizia accoglie con grande preoccupazione la decisione del governo. “Se, come sembra in queste ore, il Governo bloccherà per sempre la cessione di nuovi crediti senza aver individuato prima una soluzione per sbloccare quelli in corso vorrà dire che si è deciso di affossare famiglie e imprese”, avverte la presidente dei costruttori Federica Brancaccio a cdm in corso.

Proprio l’Ance aveva dato un primo campanello d’allarme sulle novità in arrivo, commentando le indiscrezioni sulla norma per vietare gli acquisti degli enti pubblici: se è così – era l’avvertimento – sarà un “tracollo”. Confedilizia si dice “perplessa” per l’eliminazione della cessione del credito e resta in attesa fiduciosa: “ma buttare il bambino con l’acqua sporca – avverte – non sarebbe la scelta più saggia”.

Bonus, tutti i lavori a rischio

Sono diversi i lavori per i quali è previsto lo sconto in fattura e la cessione del bonus concesso dallo Stato dal committente all’impresa che esegue i lavori. Un meccanismo che permette al privato di trasformare la detrazione dalle tasse del bonus (spalmabile in un arco di tempo) in uno sconto sulla fattura pari alla detrazione o nella totale gratuità dei lavori quando il bonus supera il 100%. Vediamo quali sono i principali interventi che fino a oggi possono beneficiare di questa agevolazione

  • BONUS RISTRUTTURAZIONE. È la detrazione del 50% dell’ammontare del costo dei lavoro spalmato su 10 anni. È destinato agli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia. Rientrano nel bonus ristrutturazioni, le spese relative ad interventi di manutenzione ordinaria realizzati sulle sole parti comuni condominiali.
  • ECOBONUS. Detrazione del 50% spalmata in 10 anni, Riguarda: lavori di efficienza energetica. In particolare, sostituzioni di serramenti e infissi, schermature solari, caldaie a biomassa, caldaie a condensazione
  • ECOBONUS. Detrazione del 65% in 10 anni. Interventi di particolare efficienza energetica come: Generatori di aria calda a condensazione. Pompe di calore. Scaldacqua a PDC. Collettori solari.
  • SUPERECOBONUS. Detrazione al 110% (ora al 90%) spalmabile in 5 anni. Riguarda i condomini e gli edifici unifamiliari. Godono della stessa agevolazione anche l’istallazione di impianti fotovoltaici o dei pensiline di ricarica elettriche.
  • SISMABONUS. Detrazione al 110% (ora 90%) spalmabile in 5 anni, per lavori di consolidamento degli edifici compresa la demolizione e ricostruzione.
  • BONUS FACCIATE. Detrazione del 60% per le spese sostenute nel 2022 e del 90% per le spese sostenute nel 2020 e nel 2021, spalmabile in 10 anni. Riguarda lavori finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti, anche strumentali. Sono inclusi anche gli interventi di sola pulitura o tinteggiatura esterna. Di questo bonus possono però godere solo gli edifici che si trovano nei centri storici (zona A) e nelle zone anche parzialmente edificata.
  • BONUS MOBILI. Detrazione al 50% spalmabile in 10 anni per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. Il bonus vale solo fino a una spesa di 5.000 euro.
  • BONUS VERDI. Detrazione al 36% per una cifra massima di 5.000 euro spalmabile in 10 anni per la sistemazione di verde e giardini. Questi due ultimi bonus non godevano nè dello sconto in fattura nè della cessione del credito.
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