NF24
Cerca
Close this search box.

Censis, la badante in Italia costa sempre di più

La badante che assiste anziani e persone non autosufficienti costa sempre di più, e le famiglie italiane temono che la spesa per il settore domestico diventi insostenibile. Da gennaio 2023 l’aumento dell’inflazione ha fatto scattare un incremento del 9,2% dei minimi retributivi, calcolato sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi di consumo.

Aumentano anche le indennità di vitto e alloggio per i domestici assunti in regime di convivenza, +11,5%. Percentuali che si traducono in aumenti concreti per le famiglie. Per una badante convivente a tempo pieno con una persona non autosufficiente, ad esempio, l’aumento è a pari a +122,59 euro.

I dati sono tratti da “Il lavoro domestico. Una risorsa per il nuovo welfare”, il paper promosso da Assindatcolf, l’associazione sindacale nazionale dei datori di lavoro domestico, con la partnership del Censis. Il lavoro prende le mosse dai risultati di un’indagine svolta presso gli associati Assindatcolf, sulle principali preoccupazioni che le famiglie stanno manifestando in questi mesi di inflazione e di crescente incertezza.

Delle famiglie associate che hanno risposto all’indagine, la metà sostiene una spesa di più di 1.100 euro al mese per la badante. Ben il 59% ritiene questa spesa ormai fuori dalle proprie risorse o ne ravvisa solo una parziale sostenibilità. Le cause di questa previsione sono da ricercare, da una parte, nel crescente bisogno di assistenza, dall’altra, nell’indisponibilità futura di risorse, avendo già attinto ai propri risparmi per mantenere il livello di assistenza attuale, a fronte degli aumenti dei costi.

L’Italia è destinata a spendere sempre di più per l’assistenza. È la conseguenza di una natalità che arranca e che ha determinato una struttura della popolazione fortemente squilibrata verso le classi più anziane, tanto da diventare il principale fattore di incertezza per il futuro del Paese.

Le previsioni Istat sull’andamento della popolazione italiana nei prossimi decenni, ci raccontano l’inevitabilità di una riduzione della popolazione in termini assoluti e di un progressivo invecchiamento. Dai 59,2 milioni di residenti registrati nel 2021, si passerà ad un popolazione di circa 3 milioni di individui in meno nel 2040, che diventeranno 5 in meno nel 2050 e 11 nel 2070. L’età media passerà dagli attuali 45,9 anni ai 49,6 del 2040, assestandosi attorno ai 50,6 nei decenni fra il 2050 e il 2070. 

Per fronteggiare la crescente domanda di assistenza, le famiglie interrogate prediligono lo strumento degli incentivi all’assunzione, così da ridurre il costo da sostenere per la badante.

Al secondo posto, si segnala invece l’importanza di poter disporre di interventi di sanità preventiva all’interno delle case dove vivono le persone anziane; al terzo, la predisposizione di accessi facilitati ai servizi sanitari e sociali. L’82,9% preferirebbe inoltre l’introduzione di una prestazione universale graduata in base ai bisogni espressi ed erogabile, a scelta del beneficiario, sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona, in alternativa all’indennità di accompagnamento, che rimane la soluzione preferita dal 17,1%.

Il lavoro domestico in Italia è altresì contraddistinto da un’elevatissima percentuale di lavoratori irregolari. Il tasso di irregolarità, ossia la quota di lavoratori irregolari sul totale degli impiegati, raggiunge per il settore domestico il 52,3%. Una vera e propria anomalia: se si guarda all’intera economia, il tasso si attesta al 12%. Inoltre, circa la metà di tutti gli occupati irregolari è impiegata nel lavoro domestico.

Il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, redatto nell’ambito delle riforme previste dal Pnrr, contiene una sezione dedicata proprio al lavoro domestico. Propone una revisione dell’indennità di accompagnamento, attualmente erogata dallo Stato per compensare situazioni di disabilità e malattia grave, senza prevedere però alcun vincolo di utilizzo per il beneficiario. Si parla poi di introdurre un bonus commisurato all’Isee familiare, per coprire parte del costo complessivo del lavoro sostenuto per i lavoratori domestici. Inoltre, una semplificazione degli adempimenti a carico del datore di lavoro, con lo sviluppo all’interno del sito dell’Inps, di un portale dedicato alla registrazione e alla gestione dei rapporti di lavoro domestico. 

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.