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Imprese, al via il riordino di 2mila agevolazioni e incentivi

urso forum sostenibilità

Nella giungla degli incentivi è quasi una missione impossibile per le imprese orientarsi. E così per il governo è arrivata l’ora di mettere mano al tema del riordino di incentivi, aiuti, bonus, agevolazioni. Tema urgente mai affrontato con serietà e decisione. L’iniziativa è del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha portato in Consiglio dei ministri un disegno di legge delega per fare ordine nelle quasi 2.000 agevolazioni attualmente esistenti, in parte nazionali e in parte regionali. L’obiettivo del governo è “razionalizzare, omogeneizzare e renderli duraturi nel tempo”.

Si chiude quindi l’epoca degli aiuti a pioggia, anche sulla scia di quanto chiedono da tempo la Commissione europea e la Bce, che spingono i governi a chiudere i rubinetti aperti con la pandemia per sostenere l’economia, per passare ad aiuti più mirati. La “politica degli incentivi” alle imprese va riorientata “secondo la nuova politica industriale”, ha detto Urso, illustrando nel dettaglio la situazione.

“Ho trovato quasi duemila incentivi diversi, 230/240 incentivi nazionali, ed oltre 1.700 diversi incentivi regionali. Con duemila incentivi, che peraltro cambiano di anno in anno, e di regione in regione, di modalità in modalità, di tempo in tempo, come fanno ad orientarsi le imprese?”, sottolinea Urso.

L’obiettivo è quindi arrivare ad una razionalizzazione, ma con un percorso condiviso con le imprese. “Faremo, con questa legge delega, un cantiere che ci permetterà di arrivare finalmente ad un codice degli incentivi, razionalizzando, omogeneizzando, finalizzando gli incentivi, quindi facilitando l’azione dei manager quando devono realizzare un insediamento produttivo o rinnovare la loro tecnologia”, ha spiegato, ribadendo che nel cantiere dei decreti attuativi che dovranno dare sostanza alla riforma, verranno coinvolte anche le imprese.

Il disegno di legge opera su più fronti: riordino e razionalizzazione delle misure di incentivo, alla luce delle valutazioni d’impatto che si effettueranno; coordinamento tra le amministrazioni centrali e regionali in modo da prevenire sovrapposizioni e sprechi; semplificazione, chiarezza e conoscibilità attraverso il codice dell’incentivazione che contiene le regole generali che dovranno essere uniformemente osservate.

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy dovrà adottare i decreti delegati entro 24 mesi. Il testo elenca inoltre i principi generali della riforma, tra cui la pluriennalità, cioè la certezza dell’orizzonte temporale delle agevolazioni, la misurabilità dell’impatto nell’ambito economico incentivato, la “agevole conoscibilità” delle misure, la digitalizzazione e semplicità delle procedure, in modo da alleggerire il carico burocratico degli imprenditori, e il principio della più ampia coesione sociale e territoriale, pensando in particolare alle politiche di incentivazione della base produttiva del Mezzogiorno.

Per la ricognizione degli incentivi e la loro revisione, il disegno di legge stanzia 500mila euro per il 2023, e un milione di euro rispettivamente per il 2024 e 2025. Il testo prevede anche la creazione di un codice degli incentivi che sfrutterà “soluzioni tecnologiche, anche basate sull’intelligenza artificiale”, per “facilitare la piena conoscenza dell’offerta di incentivi”. A rendere più semplice la vita alle imprese anche un portale unico per gli incentivi: Incentivi.gov.it. Si prevede, inoltre, per “semplificare e accelerare le procedure di concessione e di erogazione delle agevolazioni” anche “la stipula di protocolli per il rilascio accelerato delle certificazioni Durc e della documentazione antimafia.

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