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Natalità, troppi debiti studenteschi: i millennial americani non fanno figli

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Joy e suo marito sono appena diventati zii. L’arrivo della bambina, figlia della cognata 33enne di Joy, ha ricordato loro quanto desiderino avere figli. La coppia, che si è conosciuta al college e vive nel Michigan orientale, ha sempre sperato di avere due o tre figli e la nascita della nipote ha rimesso quest’idea in primo piano. C’è però un ostacolo importante che si frappone tra loro e la famiglia che avevano immaginato: un debito complessivo di 60.000 dollari per i prestiti studenteschi. Con rate mensili di 800 dollari, non riescono a immaginare come potrebbero permettersi il costo per assistere un bambino.

Per Joy, da sempre attenta a pianificare la sua formazione per assicurarsi un lavoro subito dopo l’Università senza troppi debiti, avere un bambino “non è finanziariamente fattibile”. I suoi genitori avevano messo da parte 24.000 dollari ma ulteriori tasse e 30 crediti aggiuntivi di cui aveva bisogno per diventare commercialista, hanno messo a dura prova i suoi piani. Al momento della laurea, la coppia aveva 74.000 dollari di debiti, di cui poco più della metà erano suoi. Dopo la laurea, sia lei che il marito hanno trovato un lavoro stabile nei loro settori (lui è infermiere). Insieme, guadagnavano oltre 100.000 dollari all’anno ed entrambi hanno ricevuto un aumento negli anni successivi, ma anche il reddito extra è stato utilizzato per pagare i debiti. Ogni mese la maggior parte delle loro spese extra – circa 500 dollari, oltre alle bollette e ad altri prestiti – è destinata al pagamento della rata del mutuo studentesco.

Joy e suo marito sono tra i 43 milioni di titolari di un prestito studentesco, che hanno diritto a 10.000 o 20.000 dollari di condono nell’ambito del piano una tantum proposto dal presidente Joe Biden, che costerà in tutto circa 400 miliardi di dollari in 30 anni. Se la coppia e i loro coetanei otterranno qualche beneficio però è ancora tutto da vedere. Sei Stati guidati dai repubblicani hanno cercato di respingere il piano di Biden, sostenendo che danneggerà le future entrate fiscali, accusano due mutuatari, che sostengono di essersi visti negare impropriamente l’opportunità di discutere il piano. La Corte Suprema ascolterà le argomentazioni di entrambi il 28 febbraio, con una decisione attesa per la fine di giugno.

Biden
Il presidente Usa, Joe Biden

Anche se i giudici confermassero il piano, molti dei millennial più indebitati vedranno il loro debito diminuire solo di una piccola parte. Ma per altri, quel condono potrebbe fare la differenza tra poter prendere in considerazione l’idea di iniziare una famiglia e non. Indipendentemente da ciò, il fatto che così tanti giovani adulti si trovino di fronte alla scelta tra mutuo e famiglia in termini così netti sottolinea quanto grande e debilitante sia diventato l’onere dei prestiti studenteschi nella nazione.

È la prima volta nella storia che il debito studentesco è così diffuso e significativo, ha dichiarato Michael Nau, ricercatore dell’Ohio State University che ha studiato gli effetti demografici dei prestiti studenteschi. “Sembra quasi un esperimento sociale per capire come si ripercuoterà sugli altri aspetti della vita”, ha detto.

Il piano Biden cambierebbe la vita a Joy e a suo marito, riducendo il loro pagamento mensile minimo da 800 a 250 dollari. “Se questo accadrà, potremo iniziare a risparmiare per una famiglia e una casa”, hanno detto. Altrimenti, i loro stipendi messi insieme “non saranno sufficienti per crescere un bambino”.

Circa due terzi dei laureati intorno ai trent’anni hanno chiesto un prestito per la loro istruzione, e i millennial statunitensi hanno un debito medio di oltre 40.000 dollari. Gli studenti provenienti da famiglie di colore e latinoamericane hanno ancora più probabilità di contrarre prestiti per l’università, a causa della storica disparità economica legata alla razza. L’onere del debito si ripercuote naturalmente sulle loro spese, come i pasti, i viaggi e i beni di consumo. Le scadenze costringono a rimandare anche gli acquisti più importanti, come quello della prima casa. Questi prestiti studenteschi stanno realmente mettendo in difficoltà la vita delle persone, ostacolando la loro capacità di sposarsi o diventare genitori.

I millennial aspettano più a lungo per avere figli, un fatto che viene spesso inquadrato come una scelta. Molti giovani in realtà, gravati da questi debiti, non ritengono che i figli siano un’opzione per loro, almeno fino a quando questi siano estinti, dal momento che sottrarrebbero il denaro necessario alle spese per la cura dei figli. Sono mutui che fanno sentire precari e incapaci di pianificare il futuro, anche chi ha un reddito superiore alla media.

Secondo l’Associazione americana delle donne universitarie, sono proprio le donne a detenere circa i due terzi del debito studentesco. Uno studio del 2015 stima che le donne con un debito di 60.000 dollari, hanno il 42% di probabilità in meno di avere figli rispetto alle coetanee non indebitate.

L’esitazione di chi ha un ‘mutuo studentesco’ a formare una famiglia, sta contribuendo al crollo delle nascite negli Stati Uniti, dove il tasso di fertilità ha raggiunto il livello più basso in mezzo secolo. Il calo delle nascite può causare l’invecchiamento della popolazione, la riduzione della forza lavoro e della base imponibile e il rischio di non finanziare le pensioni. L’onere del debito studentesco non sta solo quindi infrangendo i sogni di alcuni genitori speranzosi, ma rappresenta un vero e proprio shock macroeconomico che potrebbe essere avvertito per generazioni, da qui in avanti.

I prestiti studenteschi negli Stati Uniti salgono alle stelle, il tasso di natalità crolla 

natalità neonato

Dopo aver visto come gli oneri di questi prestiti costringessero i suoi amici a scelte difficili nella loro vita personale, la sociologa Arielle Kuperberg, 40 anni, ha iniziato a studiare come questi influenzino il passaggio dei giovani all’età adulta. Uno dei suoi amici, ad esempio, dopo l’università si è ritirato nel seminterrato della madre per risparmiare sull’affitto e ripagare i prestiti. Una condizione che gli ha reso difficile avere una fidanzata tra i venti e i trent’anni. Un’altra amica, con un debito di oltre 100.000 dollari, vorrebbe avere un figlio, ma non pensa di poterselo permettere.

Analizzando i dati nazionali, Kuperberg e la collega sociologa Joan Maya Mazelis hanno scoperto che non si tratta solo di aneddoti: tra le donne laureate nate nei primi anni 1980, il 60% di coloro che avevano preso prestiti studenteschi ha avuto figli all’età di 40 anni, rispetto al 67,5% di coloro che invece non ne avevano mai presi. Un divario di 7,5 punti percentuali, che corrisponde a circa 715.000 donne nella fase di maggiore fertilità, enorme in termini di riproduttività, ha detto Kuperberg. “Questa generazione si sta riproducendo?”. Apparentemente no. Negli Stati Uniti, il tasso di fertilità ha raggiunto 1,64 nascite per donna nel 2020, il livello più basso dagli anni ’70; nello stesso anno, il debito cumulativo del Paese per i prestiti agli studenti ha raggiunto quasi 1.700 miliardi di dollari. Un sondaggio condotto da Kuperberg e Mazelis su quasi 3.000 laureandi di due università pubbliche di medie dimensioni, ha mostrato che il 47% ritiene che le persone non dovrebbero avere figli se hanno un debito da pagare.

I millennial americani non sono i soli però nella loro difficoltà collettiva a riprodursi. Circa la metà della popolazione mondiale vive in Paesi con tassi medi di fertilità (il numero di figli che una donna può aspettarsi di avere nel corso della sua vita) inferiori a 2,1, il livello considerato idoneo a mantenere ‘stabile’ una popolazione. Gli Stati Uniti però sono unici per quanto riguarda l’indebitamento dei laureati, grazie a decenni di deflazione dell’istruzione superiore pubblica e all’aumento dei costi delle tasse universitarie. L’America è unica tra i Paesi ricchi anche per la mancanza di congedi familiari retribuiti a livello nazionale e per gli scarsi aiuti statali che offre alle famiglie. Questo fa sì che gli individui mettano insieme i risparmi per prendersi un periodo di ferie dopo una nascita o per iniziare a pagare l’assistenza all’infanzia.

Kuperberg e Mazelis pensano che sia tutta una questa di compromessi. “La famiglia, la sicurezza economica, la laurea o il non avere molti debiti: si possono avere solo una o due di queste cose”, ha detto Kuperberg. Elliot Kindler, 34 anni, ad esempio per ora sceglie la sicurezza economica. Si è laureato alla Emory University nel 2011 con una laurea in religione e ha 40.000 dollari di debiti. In un’economia che si stava ancora riprendendo dalla crisi finanziaria, il miglior lavoro che è riuscito a trovare è stato quello presso Bank of America. Ha pagato il suo debito con uno stipendio di 37.000 dollari all’anno: “Tre anni piuttosto infelici della mia vita”, ha detto. Kindler vedeva un master come l’unica strada “per trovare lavoro”. Certo, questo lo avrebbe costretto a contrarre un ulteriore debito, ma lo avrebbe messo in condizione di guadagnare meglio a lungo termine. La scommessa ha dato i suoi frutti: il Master all’Università di Pittsburgh gli ha fatto accumulare altri 60.000 dollari di debiti, ma gli ha permesso di ottenere un lavoro da 105.000 dollari alla Deloitte. In seguito è passato a un lavoro di finanza aziendale presso una compagnia di cybersicurezza della Virginia settentrionale che è stata acquisita da Google. Ora è un dipendente di Google e guadagna più di 200.000 dollari, comprese le azioni e i bonus. Kindler è orgoglioso di se stesso per essere passato da un guadagno di 37.000 dollari l’anno a più di 200.000 in dieci anni. “Ma non ho ancora finito di pagare i debiti studenteschi”, ha detto. Il debito residuo richiede una rata mensile di quasi 2.000 dollari, più dei 1.600 dollari al mese stimati per le spese di cui ha bisogno un bambino nella Virginia settentrionale.

I guadagni complessivi di Kindler e sua moglie nel 2020 e nel 2021 permettono loro di qualificarsi per il piano di condono dei prestiti proposto da Biden. La moglie, in quanto dipendente statale, è inoltre eleggibile per un piano di condono riservato ai lavoratori del settore pubblico e per le imprese no-profit. Complessivamente queste misure li solleveranno da circa 45.000 dollari di debiti. Secondo Kindler, potrebbero pagare il resto in tre o quattro anni. A quel punto avranno entrambi 38 anni e  sitroveranno di fronte alla scelta di avere un figlio oppure no. Il fratello di Kindler è un medico, è più giovane di due anni e guadagna quanto lui, ma lavorando per un ospedale, che tecnicamente è un’organizzazione no-profit, presto potrà cancellare il suo debito. E così a gennaio ha annunciato che lui e la moglie sono in dolce attesa.

Prendere un prestito più alto per guadagnare di più

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Joy è stata fortunata a trovare un buon lavoro con il solo diploma di laurea. Ma, come Kindler, molti giovani si indebitano ulteriormente per conseguire un titolo di studio più avanzato, al fine di ottenere maggiori risultati in settori competitivi. Dopo “molteplici lavori e molteplici disoccupazioni” nel settore no-profit, Danny Navarro ha capito che l’unico modo per fare carriera era conseguire un master in amministrazione pubblica. Una delle offerte più economiche nell’area di Washington, quella della George Mason University, richiedeva comunque un prestito di 70.000 dollari. “Gli stipendi più alti richiedevano un master, ma poi è diventata una corsa per cercare di ripagare i prestiti solo per guadagnare 20.000 dollari in più”, dice Navarro, 34 anni, che lavora ancora nel settore no-profit. “Ora dobbiamo spendere quasi un quarto del nostro reddito mensile per ripagare qualcosa”.

Sua moglie, Laurie Navarro, che lavora negli affari pubblici per il governo degli Stati Uniti, è la maggiore di cinque figli nati da una coppia di lavoratori agricoli nelle campagne dello Stato di Washington. Ha sempre pensato che avrebbe avuto quattro figli suoi. Ma oggi, a 37 anni, non è più sicura che sia realistico, e lo è ancora meno da quando nel 2020 le è stata diagnosticata l’infertilità. Un’enorme pila di debiti studenteschi – i suoi 70.000 dollari e gli oltre 25.000 di Danny – la ostacolano. Senza debiti, “saremmo in grado di concentrare i nostri soldi sull’adozione o sulla fecondazione in vitro”, dice Danny.

Natasha Quadlin, professore associato di sociologia presso l’Università della California, Los Angeles, che ha studiato il debito studentesco, ha osservato che le donne con istruzione universitaria tendono ad avere figli in età più avanzata. E se a causa del debito, queste donne ritardano un’ipotetica gravidanza, significa poter affrontare dopo problemi di fertilità o altre complicazioni”. In breve, secondo Quadlin, la remissione del debito può rappresentare la rimozione di un importante ostacolo alla fertilità per alcune donne”.

Le aziende offrono sgravi per i prestiti agli studenti

Se i costi del debito studentesco inducono i giovani a ritardare o a rinunciare ai figli, quali soluzioni potrebbero rispondere alle loro preoccupazioni? Il piano di condono di Biden aiuterebbe certamente molte persone a sentirsi più tranquille nel portare avanti i loro progetti familiari: secondo la Federal Reserve Bank di St. Louis, circa due terzi dei millennial più ‘anziani’ hanno un debito studentesco di 20.000 dollari.

“Avere figli negli Stati Uniti è estremamente costoso, e il reddito disponibile, grazie alla cancellazione del debito, può essere reindirizzato verso investimenti nella generazione futura”, ha dichiarato Quadlin. Per chi ha un debito elevato però questo potrebbe non essere sufficiente a fare la differenza. L’incertezza politica che circonda le iniziative che potrebbero aiutare le famiglie rende difficile valutare le proprie finanze future, secondo Suzanne Kahn, direttore generale della ricerca e delle politiche del Roosevelt Institute, un think tank di sinistra. Il condono dei prestiti agli studenti e l’ampliamento del credito d’imposta per i figli sono “un sostegno incredibilmente gradito e necessario per le persone che cercano di creare una famiglia”, ma, ha aggiunto, “bisogna essere in grado di presumere che rimarranno in vigore”.

Le aziende sono consapevoli del desiderio dei lavoratori di avere una famiglia e le imprese tecnologiche hanno iniziato a offrire benefit per il congelamento degli ovuli nel 2014 e oggi, secondo un’indagine sui piani sanitari dei datori di lavoro condotta dalla società di consulenza gestionale Mercer, il 54% delle grandi aziende copre la fecondazione in vitro. Ma coprire i costi dell’assistenza all’infanzia, che vanno dai 5.436 dollari all’anno nel Mississippi ai 24.243 dollari di Washington, non è altrattanto comune. Una rara eccezione è rappresentata dall’azienda di abbigliamento Patagonia, che fornisce assistenza all’infanzia presso la propria sede centrale dal 1983.

Altre aziende hanno iniziato a prendere a cuore la questione dei prestiti studenteschi dei propri dipendenti. Nel 2020 Google ha annunciato un sussidio annuale di 2.500 dollari per il rimborso dei prestiti; PwC offre fino a 10.000 dollari di assistenza. Tali benefit aiutano le aziende ad attrarre talenti. Un sondaggio Mercer condotto nel 2022 su oltre 4.000 lavoratori ha rilevato che l’integrazione da parte del datore di lavoro per il pagamento del debito studentesco è il secondo vantaggio più richiesto che vorrebbero gli venisse offerto dall’azienda, dopo un aumento dell’integrazione per la pensione. Per i lavoratori di età inferiore ai 45 anni, si tratta della scelta più importante.

Fare un lavoro che ti piace o ridurre i prestiti?

A Rachel Blomquist piacerebbe lavorare per un’azienda che assiste i suoi lavoratori nel pagamento dei debiti studenteschi o nei costi di assistenza all’infanzia. “Avrebbe un enorme impatto sulla mia scelta”, ha detto. La 34enne, che lavora come user experience designer presso un’azienda di edutech, ha un debito di 177.400 dollari: circa  20.000 per una laurea in antropologia presso la Creighton University e oltre 148.000 per un master in studi sull’Asia orientale presso la Georgetown University, senza considerare quasi 10.000 dollari di interessi.

Alla domanda se avesse afferrato l’entità dei prestiti che stava chiedendo per il suo master, ha risposto che, a quel tempo, sperava di trovare lavoro in una organizzazione senza scopo di lucro nello sviluppo internazionale e qualificarsi così per il condono del prestito per servizio pubblico dopo 10 anni. “Ho semplicemente guardato i numeri, perché non sono in grado di elaborarli”, ha detto. Si era anche abituata a considerare il suo debito come una percentuale mensile della sua retribuzione, non nella sua interezza. “Nella mia mente posso dire: ‘Pagherò solo il 10% del mio reddito per i prossimi 25 anni. Posso farlo”.

Ma quando si è sposata, nel 2020, il suo approccio “mensile” è diventato insostenibile. La sua rata mensile passerà presto da 300 a 900 dollari in base al cumulo del suo reddito con quello di suo marito. Loro vorrebbero avere un figlio, forse due, e ora si sente finalmente psicologicamente pronta. Ma, ha detto, “non mi sento ancora finanziariamente pronta a causa dei prestiti studenteschi. Al punto in cui sono, la situazione finanziaria è molto precaria, anche avendo un solo figlio. Sicuramente, non credo che potrò permettermi due figli”.

Avere 20.000 dollari condonati con il piano Biden porterebbe il suo saldo a 150.000 dollari – “un numero bello e pulito”, dice – a cui sta cercando di pensare in modo compessivo, come qualcosa da affrontare nella sua interezza. “In realtà ho pensato di più, come posso pagarlo? Come posso semplicemente liberarmi di questo debito?” ha detto. “Ma non esiste alcun meccanismo che mi permetta effettivamente di estinguerlo”. Se avessero figli, si chiede cosa direbbe loro sui prestiti contratti. “Vorrei crescere mio figlio nello stesso modo in cui sono stata cresciuta io: fai ciò che ami”, ha detto. “Ma i miei prestiti studenteschi mi dicono di non fare ciò che amo.”

Questo articolo è stata prodotto con il supporto dell’Economic Hardship Reporting Project.

L’articolo originale è disponibile su Fortune.com

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