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L’Europa, il vino e le questioni di etichetta

etichette vino

Da tempo la tutela dei consumatori ha acquisito un ruolo decisivo nella definizione e nella realizzazione di un’economia europea integrata ed efficiente, notoriamente uno dei obiettivi dell’Unione nell’ambito del mercato interno. In tal senso, in numerosi settori, l’Unione europea chiede, applica e impone requisiti di sicurezza rigorosi a moltissime tipologie di prodotto (dai giocattoli agli alimentari, dai cosmetici ai prodotti elettrici) proprio per favorire una tutela completa degli interessi dei consumatori, proteggendoli del pari anche da pratiche commerciali scorrette e ingannevoli, sia che esse si manifestino nel settore dei privati sia che esse avvengano nei settori chiave dei servizi pubblici.

Due sono i principi base che dominano questa materia, ossia che l’Unione europea è tenuta a adottare tutta una serie di misure per tutelare la salute, la sicurezza e gli interessi economici dei consumatori nonché, sempre più, è tenuta a promuovere il diritto all’informazione e all’educazione dei consumatori. Il portato di questa attenzione ha fatto emergere e configurare così non soltanto un diritto del consumatore a ricevere dal produttore un’informazione completa e veritiera sui prodotti, ma anche, sempre più, un dovere in capo al produttore di informare il consumatore stesso in merito al prodotto in ogni momento della relazione di scambio. Tuttavia il via libera europeo alla normativa irlandese che introduce, di fatto, sul piano dell’etichettatura, un’equiparazione del vino alle sigarette, con la possibilità di apporre un’etichetta che riporti anche nell’indicazione che “provoca malattie del fegato” oppure incentiva “tumori”, è un errore grave, di colore blu.

Non soltanto perché è un inserto informativo pleonastico rispetto a una merce – il vino – che ha in sé una dimensione, anche sanitaria, di tutto rispetto, come gli studi dimostrano. Ma anche perché l’abuso di vino è molto diverso da altri abusi. Peraltro la stessa categoria merceologica degli alcolici, in realtà, è molto sfaccettata. Mettere un alert sui rischi per la salute di tutti gli alcolici, vino compreso, rischia di non far distinzione tra ciò che rappresenta un modo giusto – se non vi sono abusi – di fruire dell’esperienza che il vino dà anche rispetto all’equilibrio fisico e alla dieta mediterranea, e altre forme del bere, neanche lontanamente consigliate dai medici.

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