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Agricoltura 4.0 da 2 mld di euro: ma solo l’8% dei terreni è ‘smart’

Se manca l’acqua, bisogna usarne di meno per irrigare. Per usarne di meno, servono più dati e tecnologie più efficienti. Partendo da questo assunto di base è facile comprendere come l’agricoltura 4.0 italiana nel 2022 abbia sfondato il muro dei 2 mld di euro di giro d’affari, con un +31% rispetto al 2021. Macchinari, sistemi di monitoraggio anche da remoto e soluzioni digitali diventano, insomma, sempre più fondamentali per affrontare l’aumento dei costi delle materie prime e la siccità che ha colpito tutta l’Europa. I dati sono dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, presentata oggi durante il convegno “Da adozione a valorizzazione: la sfida dello Smart agrifood”.

Il dato che fa capire come l’agricoltura ‘smart’ sia però ancora all’inizio del suo percorso è un altro. Secondo i dati cresce anche la superficie coltivata con soluzioni 4.0, dal 6% del 2021 all’8% nel 2022. Una quota ancora limitata.

“Sicuramente è un dato positivo” perché di tratta di una crescita, dice a Fortune Italia Chiara Corbo, direttrice dell’Osservatorio.

Ma il dato evidenzia da una parte la crescita avuta fino ad oggi, e dall’altro “un margine di evoluzione ulteriore per questo mercato. Qualche anno fa, secondo quanto comunicava il ministero dell’Agricoltura, eravamo fermi all’1% circa”.

Il dato sulla superficie coltivata non segue l’incremento del giro d’affari (+31%) perché molto spesso in quest’ultimo caso si parla di “innovatori che continuano ad innovare”, dice Corbo. Ovvero, aziende agricole che hanno già esperienza e stanno proseguendo il proprio percorso di innovazione, andando ad acquisire nuove soluzioni o servizi, che agiscono però, così, sempre sulla stessa superficie coltivata. “Vi è quindi ancora un significativo potenziale associato alle aziende agricole che ad oggi non hanno ancora approcciato l’Agricoltura 4.0”, dicono dall’Osservatorio.

Più della metà delle aziende agricole utilizzatrici, infatti, implementa più di una soluzione; in media, vengono adottate 3 soluzioni per azienda, dato in forte crescita rispetto al 2021 (+21%). Tra le aziende di trasformazione agroalimentare, l’82% ha utilizzato o sperimentato almeno una soluzione digitale. Di queste, quasi la metà ne ha implementate quattro o più in contemporanea, registrando un aumento del 30% rispetto al 2020.

Aumentare la superficie 4.0 potrebbe essere fondamentale anche per i risultati economici del settore agritech, oltre che per difendere l’agricoltura in generale: “Nonostante i numeri positivi sull’adozione, e le opportunità di sviluppo per tutte quelle tecnologie ancora poco impiegate e conosciute, poco meno del 30% delle aziende dichiara di voler investire in nuove soluzioni entro i prossimi tre anni”, dicono dall’Osservatorio. “L’80% delle aziende che non intende investire ha già implementato una o più soluzioni digitali; dunque, probabilmente vuole ora misurarne i benefici, prima di procedere con nuovi investimenti. Tra le soluzioni in cui il 28% dichiara di voler investire si trovano i software per la tracciabilità (33%) e di business intelligence (26%), ma anche soluzioni basate su QR Code (23%)”.

Agricoltura 4.0, le tecnologie preferite dai coltivatori

Tecnologia in agricoltura significa tante cose. LE soluzioni ‘smart’ possono servire a gestire la scarsità e il rincaro dei costi degli input produttivi – grazie, ad esempio, alle soluzioni per il rateo variabile e per l’irrigazione di precisione – e dell’energia, grazie ai sistemi di guida parallela.

Ma quali sono le tecnologie preferite dagli agricoltori? Ecco un riassunto:

  • Il 65% del valore del mercato è composto da macchinari connessi e sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature.
  • In forte crescita, +15%, anche i sistemi di monitoraggio da remoto di coltivazioni, terreni e infrastrutture.
  • Tra i fabbisogni maggiormente soddisfatti dalle soluzioni di Agricoltura 4.0, secondo le aziende agricole utilizzatrici, spiccano quelli legati all’efficienza, con la riduzione dell’impiego dei principali “input produttivi”, dicono dall’Osservatorio.
  • Tracciabilità alimentare, produzione, logistica e controllo della qualità (sia della materia prima che del prodotto finito) sono le aree dove le aziende stanno maggiormente innovando.
  • Non considerando i software gestionali aziendali, ai primi posti tra le soluzioni più utilizzate dalle aziende agroalimentari si trovano quelle basate su tecnologia cloud computing (58%), i QR Code (56%), quelle abilitate da tecnologia mobile (ad esempio le app per tablet e smartphone per il monitoraggio del percorso dei mezzi, per il controllo della catena del freddo e per il controllo della qualità dei prodotti finali, 45%), gli ERP e MES (37%) e le soluzioni di advanced automation come robot e cobot (34%).
  • L’88% delle aziende sta innovando nell’area della tracciabilità, utilizzando o sperimentando soluzioni tecnologiche, come software gestionali integrati (56%), soluzioni mobile (26%) e cloud (21%) per ridurre i tempi richiesti per la rintracciabilità dei prodotti in caso di criticità e snellire i processi di inserimento dei dati, riducendo il margine di errore.

“L’innovazione tecnologica e digitale applicata ai processi della produzione agricola è un tema sempre più rilevante e attuale – afferma Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood – Nel contesto molto difficile che ci troviamo ad affrontare, le tecnologie digitali possono aiutare a gestire la scarsità e il rincaro dei costi, in agricoltura, degli input produttivi e dell’energia. L’agrifood ha ora di fronte a sé la sfida più grande, quella di passare dall’adozione, in continua crescita sui diversi fronti, alla reale e completa valorizzazione delle soluzioni digitali”.

Su cosa bisogna recuperare: l’interoperabilità

Se fosse stata ancora necessaria, nel 2022 per l’agricoltura 4.0 c’è stata la prova del 9, in attesa della consacrazione diffusa su una quota superiore a quell’8% di terreni raggiunti finora. Davanti a difficoltà macroeconomiche e crisi climatica, è cresciuto il suo impiego, andando incontro alle esigenze degli agricoltori: “Sono molto soddisfatti, vediamo un trend positivo in questo senso. Ma è necessario lavorare sulla valorizzazione dei dati”, secondo la direttrice dell’Osseratorio Smart Agrifood.

Un vero cambio di paradigma in agricoltura, per Corbo, si realizza “quando l’azienda implementa più di una soluzione con dati e piattaforme che riescono a parlarsi tra di loro”. La parola d’ordine, dice, è “interoperabilità”.

“Tra le tecnologie abilitanti in ambito agricolo prevalgono quelle atte a raccogliere, memorizzare, analizzare dati, con soluzioni tecnologiche trasversali ai diversi comparti e processi”, dice Corbo. “È fondamentale consentire l’integrazione di dati raccolti dai diversi sistemi, interni o esterni, e infatti da qualche anno cresce il numero di iniziative e progetti di collaborazione che vanno in questa direzione. Da non dimenticare che la condivisione dei dati si rivela sempre più importante per garantire visibilità su tutta la filiera, per una crescente tracciabilità e sostenibilità delle produzioni agroalimentari”.

I numeri nel mondo

I numeri italiani cominciano a diventare importanti anche se rapportati ai numeri del resto del mondo:

  • Nel 2022 il mercato mondiale dell’Agricoltura 4.0 ha continuato a crescere con un tasso superiore al 10% e si stima raggiungerà un valore di circa 30 miliardi entro il 2027.
  • Il 28% delle realtà innovative nell’ambito dell’innovazione digitale per l’agrifood ha una proposta dedicata ad aziende agricole e zootecniche, nella maggior parte dei casi offrendo sistemi di Agricoltura o Zootecnia 4.0 (il 23%).
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