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Onu, siccità e coste vulnerabili: ecco gli effetti del meteo estremo su Europa e Italia

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La metà della popolazione mondiale vive in aree soggette ai cambiamenti climatici e per questo motivo sono considerate zone “altamente vulnerabili”. “Negli ultimi 10 anni il numero dei morti per siccità, nubifragi e uragani è stato 15 volte più alto” e pure l’Europa rischia un aumento di morti e persone a rischio per stress da calore. Così gli esperti di clima dell’Ipcc nella sintesi per i decisori politici del “6/o Rapporto di valutazione” avvertendo che “in questa decade un’azione accelerata di adattamento ai cambiamenti climatici è essenziale. Nel frattempo occorre tagliare subito le emissioni di gas serra in tutti i settori e dimezzarle entro il 2030”.

“La bomba climatica” da disinnescare

La situazione è seria, “la bomba climatica scandisce i secondi. Ma il rapporto Ipcc di oggi è una guida pratica per disinnescare la bomba a orologeria climatica. Come il rapporto mostra, il limite di 1,5 gradi è realizzabile. Ma ci vorrà un salto di qualità nell’azione per il clima” ha spiegato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.

Il numero di decessi e persone a rischio di stress da calore in Europa è previsto in netto aument con il riscaldamento globale, raddoppiando o triplicando per un innalzamento della temperatura a 3 gradi centigradi, rispetto a 1,5 indica il panel intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici dell’Onu identificando quattro categorie di rischi-chiave per l’Europa: dalle ondate di calore su popolazioni e ecosistemi, alla siccità per la produzione agricola, dalla scarsità di risorse idriche alla maggiore frequenza e intensità di inondazioni. Lo ricorda Piero Lionello, leading author del capitolo 13 “Europe” e del cross-chapter paper 4 “Mediterraneo” del Sesto rapporto di valutazione dell’Ipcc (Climate Change 2022: Impatti, adattamento e vulnerabilità).

Aumento dei decessi dovuti al caldo

Lionello ricorda che “ci si attende che il numero di decessi e persone a rischio di stress da calore aumenti con il riscaldamento globale, raddoppiando o triplicando per un innalzamento della temperatura pari a 3 gradi centigradi, rispetto a 1,5. Il riscaldamento ridurrà gli habitat adatti agli attuali ecosistemi terrestri e marini e cambierà irreversibilmente la loro composizione, con effetti la cui gravità aumenta al di sopra del livello di riscaldamento globale di 2 gradi. Le misure di adattamento allo stress termico della popolazione e il contenimento dei rischi da ondate di calore necessitano di molteplici interventi su edifici e spazi urbani”.

Produzione agricola a rischio in Europa

Sui rischi per la produzione agricola, lo scienziato ricorda che “a causa di una combinazione di caldo e siccità, si prevedono nel XXI secolo perdite sostanziali in termini di produzione agricola per la maggior parte delle aree europee” mentre il rischio di scarsità di risorse idriche nell’Europa centro-occidentale “diventa molto alto” nel caso di +3 gradi di temperatura, ma “nell’Europa meridionale il rischio è già elevato per un livello di riscaldamento globale di 1,5 gradi”. A causa dell’aumento delle precipitazioni estreme in molte aree Europee e dell’innalzamento del livello del mare lungo praticamente tutte le coste (un’eccezione è la penisola Scandinava), i rischi per le persone e le infrastrutture derivanti dalle inondazioni costiere, fluviali e pluviali aumenteranno in molte regioni d’Europa.

Siccità e coste vulnerabili, minacce per l’Italia

L’Italia – scritto nel rapporto – è soggetta ai rischi tipici dell’Europa Mediterranea, alcuni dovuti a peculiarità del cambiamento climatico, altri alla particolare vulnerabilità di ecosistemi e settori produttivi: dalla diminuzione della precipitazione (con conseguenze sulla disponibilità di risorse idriche) alla vulnerabilità delle coste, all’importanza economica del settore turistico alla vulnerabilità degli ecosistemi terrestri e marini, minacciati anche da sovrasfruttamento e inquinamento.

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