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World Happiness Summit, la felicità e la rivoluzione della consapevolezza

Essere felici, a quanto pare, è una questione soprattutto di testa. “La felicità è una scelta quotidiana. Non la trovi in assenza di problemi, ma nonostante i problemi”, ha scritto l’autore Stephen Littleword, scrittore, pubblicitario, dottore in discipline umanistiche. In effetti quando l’imprenditrice americana Karen Guggenheim, che nel 2016 ha fondato il World Happiness Summit (Wohasu), racconta la sua storia senza far tremare la voce – ma anzi con un tono energico, sicuro – diventa tutto molto chiaro.

Nel 2013 Guggenheim ha perso suo marito. È accaduto all’improvviso, dopo dieci giorni di influenza. “Da allora la mia vita è cambiata per sempre”, dice a Fortune Italia. “Lui era un medico. Una persona brillante, geniale” fa una breve pausa. “Divertente. Mi sono sentita persa”.

L’imprenditrice ricorda di aver provato in anteprima quello che molti più tardi hanno sperimentato con la pandemia di Covid-19. La presa di coscienza che si può morire in un istante e che per questo bisogna vivere il nostro tempo al massimo. È in quel momento che ha capito di dover fare qualcosa. E ha dato vita al più grande progetto sulla felicità al mondo, che quest’anno per la prima volta approda in Europa. O meglio: in Italia.

Karen Guggenheim, imprenditrice ed esperta dei temi legati alla felicità. Guggenheim è anche autrice del libro ‘Coltiva la tua felicità’ pubblicato da Rizzoli

“Ho due figli. All’epoca avevano 19 e 16 anni. Dovevo dare un esempio positivo a loro, certo, ma anche a me stessa. Non potevo abbandonarmi. Mi sono anzitutto licenziata dal mio lavoro per dedicarmi a me stessa. Fino a quando il mio percorso di crescita post-traumatico mi ha portata a fondare a Miami, dove vivo, il primo World  Happiness Summit. Sono stata sorpresa di quanta gente vi abbia partecipato e ho capito che stavo ponendo le basi per una vera ‘rivoluzione della consapevolezza’. Sette anni dopo sono ancora qui”, sorride Guggenheim, che a giudicare dall’espressione decisa la sua personale consapevolezza l’ha trovata.

Il Wohasu 2023 sarà a Como, dal 24 al 26 marzo. Il tema di questa edizione: ‘Connection’, connessione. Perché il più grande indicatore di felicità è proprio la qualità delle nostre connessioni sociali e delle nostre relazioni, anche quelle più piccole. “Il presupposto da cui partire, è che la scienza può aiutare a realizzare una società non solo più sostenibile e giusta, ma anche più felice. In cui il benessere diffuso diventa non solo un obiettivo, ma un valore per tutti”, è scritto in una nota dell’evento.

Oltre 45 relatori provenienti da più di 40 Paesi (tra cui Stati Uniti, Kenya, Brasile, Ucraina, Australia, Giappone, Perù, Emirati Arabi Uniti e Indonesia) tratteranno il tema del benessere e della felicità da prospettive sociali, scientifiche e psicologiche.

A pochi giorni dalla decima Giornata internazionale della felicità che si celebra ogni 20 marzo, accademici, imprenditori e professionisti di fama mondiale (tra cui il Premio Nobel per l’Economia 2002 Daniel Kahnemann) si confronteranno con l’obiettivo di educare gli individui, le aziende e i leader civici ad implementare strumenti e politiche basate sui dati che possano rendere le persone, le organizzazioni e le comunità “più felici”.

“Le riflessioni e i temi di Wohasu sono perfettamente in linea con la nostra strategia globale” ha dichiarato a Fortune Italia Alberto Nobis, Ceo di Dhl Express Europe, che è Presenting Host Sponsor di Wohasu 2023.

Alberto Nobis, Ceo Europe Dhl Express

“Il nostro Gruppo ha sempre puntato a supportare il benessere delle proprie persone, dal punto di vista psico-fisico a quello sociale e professionale e per questo abbiamo creato un programma “fit for work, fit for lives” diffuso a tutti i livelli dell’organizzazione, con il quale miriamo a consentire ai nostri dipendenti di prendersi cura del proprio benessere a 360°. Consideriamo l’evento di Wohasu come una vera opportunità educativa di arricchimento”, ha tenuto a sottolineare il Ceo.

Il summit italiano sarà un’occasione per riflettere sul benessere anche nel luogo di lavoro, durante il ‘Think Tank Wellbeing at Work’. Un momento di riflessione quanto mai necessario data la necessità sempre più attuale e impellente per gli individui di mettere la felicità al primo posto.

Il benessere e un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata sono infatti sempre più prioritari per le aziende. “È un trend che osserviamo da anni e che, sicuramente, è stato accentuato dalla pandemia e dalle conseguenze che ha avuto sulla società”, è stato il commento di Valentina Sangiorgi, Chief Human Resources Officer di Randstand Italia, la multinazionale che si occupa di ricerca, selezione e formazione di risorse umane, che è signature sponsor dell’evento.

Il fenomeno della ‘great resignation’ con il progressivo aumento del numero di dimissioni dei lavoratori dal proprio impiego ne è una conferma. Alla base di questo esodo, secondo Randstand Italia, c’è proprio un senso di insoddisfazione determinato dalle motivazioni più svariate ma anche dalla ricerca della felicità personale. “Sono soprattutto i giovani della Generazione Z ad essere più sensibili sul tema e ad anteporre la felicità al percorso di carriera”, ha spiegato Sangiorgi.

Tra gli ospiti del Wohasu ci saranno Tal Ben-Shahar, docente di psicologia a Harvard e co-fondatore della Happiness Studies Academy, che terrà un talk su come si possa studiare la felicità in chiave accademica mettendo in connessione teoria e pratica, antico e moderno, Aristotele e il Metaverso, e Lord Richard Layard, co-editor del World Happiness Report secondo cui è risultato che i Paesi più felici al mondo sono quelli scandinavi.

Poi ancora Laurie Santos, docente di psicologia e responsabile del corso ‘The Science of Well-Being’, il più seguito di sempre dell’università di Yale, che parlerà di come si può insegnare la felicità anche in tempi difficili come questi, e Mo Gawdat, ex Chief Business Officer di Google X. Oltre a Raj Sisodia, fondatore del movimento del capitalismo consapevole, Ismael Cala, autore di best-seller su leadership, imprenditorialità e sviluppo personale, Tayyab Rashid, psicologo e promotore della psicoterapia positiva, e Fred Luskin, che ha collaudato un metodo di perdono in nove fasi che permette di andare oltre l’essere vittima per passare a una vita di maggiore salute e soddisfazione.

Lord Richard Layard, economista e co-editor del World Happiness Report

Anche l’italiano Sandro Formica, professore di Scienza della Felicità e delle Organizzazioni Positive presso la Florida International University sarà speaker per Wohasu 2023. “Il valore di Wohasu sta nell’integrare la scienza con la pratica, con l’esperienza. I benefici, così come quelli di una qualsiasi seduta di allenamento sportivo, non sono soltanto psicologici, ma anche fisici. E sociali: perché portano a un benessere collettivo partendo da un benessere individuale”, ha detto a Fortune Italia Formica.

Proprio come la biologia, la felicità è una disciplina. E ha ragione Formica: “Va studiata e va allenata“. In fondo è questo che sostiene Guggenheim. Non è un evento accidentale o qualcosa che proviene dall’esterno, non è ciò che è fuori che deve condizionarla. “Attraverso la mindfulness“, spiega l’imprenditrice “si creano nuovi percorsi neuronali che spingono il cervello a pensare positivo”.

In un mondo in cui le connessioni, paradossalmente, hanno reso il concetto di felicità inquinato dalle pressioni sociali, dalla competizione e dal bisogno di approvazione, ciò che ci mette in salvo è trarre il meglio dalla realtà. “La vita a colori esiste. Sono i nostri occhi che devono dipingerla”, è il pensiero di Guggenheim. Certo, un evento spiacevole resta un evento spiacevole. Ma vietato rimuginare. Vivere nel presente, al massimo nell’immediato futuro. “Facciamo insieme la rivoluzione della consapevolezza”.

 

 

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