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Roma accoglie gli ispettori del Bie. Chi si aggiudicherà l’Expo2030?

Roma è pronta per la sfida dell’Expo2030. Fino al 22 aprile la città ospiterà i delegati del Bureau International des Expositions (Bie), provenienti da Angola, Kazakistan, Perù e Svezia, che assieme al segretario generale, Dimitri Kerkentzes, verificheranno i contenuti e la fattibilità del dossier con cui Roma ha presentato la sua candidatura a ospitare l’edizione 2030 dell’Esposizione universale. La Capitale è in short list con Riad in Arabia Saudita, Odessa in Ucraina e Busan in Corea del Sud, già visitate dai commissari Bie. La decisione finale sarà presa dai 171 membri del Bureau a fine novembre 2023, e i giochi sono ora ufficialmente aperti.

La ricaduta economica dell’Expo2030

In ballo ci sono circa 50 mld di euro, che rappresentano il valore complessivo stimato dell’impatto economico che sarebbe generato da Expo2030, nel caso in cui Roma si aggiudicasse l’evento, con 18 mld di effetto economico indiretto, 10 mld di investimenti pubblici e privati dei partecipanti, una stima di 300ml nuovi posti di lavoro creati, 11ml nuove aziende generate sul territorio di Roma e del Lazio, e 30 mln di presenze stimate.

La visita ispettiva

Dopo l’arrivo all’aeroporto di Fiumicino il 17 sera, dove i delegati sono stati accolti da una cerimonia di Stato, saranno i Mercati di Traiano ad ospitare i lavori, nel corso dei quali sarà Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, a illustrare il dettaglio del progetto di candidatura presentato alla Bie lo scorso settembre 2022, alla presenza dei vertici del comitato Expo: Matteo Gatto, presidente, Giuseppe Scognamiglio, direttore generale. La seconda giornata di visita sarà dedicata all’area di Tor Vergata, zona scelta per ospitare l’Expo2030, che verrà visitata con un pallone aerostatico posizionato a 100 metri di altezza, mentre a ciascuno dei delegati verrà fornito un visore di realtà aumentata che consentirà di ‘vedere’ come l’aera verrà riqualificata, a partire dal recupero della Vela di Calatrava scelta come Icona dell’Expo2030, proprio in virtù del tema del recupero urbano che è sotteso a tutto il percorso di preparazione ad Expo2030. Le Vele di Calatrava rappresentano una grande incompiuta che risale al 2007 e che verrà rivalutata proprio grazie all’evento Expo a cui Roma ambisce. Sarà poi la volta dell’Appia Antica e del Parco degli Acquedotti, gli studios di Cinecittà sulla Tuscolana ed una cena a Galleria Colonna. La premier Giorgia Meloni incontrerà la delegazione giovedì, insieme ad altri membri dell’esecutivo. In serata è prevista una visita privata alla Cappella Sistina. Venerdì pomeriggio la delegazione sarà ricevuta al Quirinale da Sergio Mattarella, presidente della Repubblica.
Gran finale al Colosseo, dove gli ispettori Bie assisteranno ad uno spettacolo di luci e droni, su cui verte ancora il massimo riserbo.

La campagna di comunicazione ‘Humanlands’

Il Comitato promotore Expo 2030, in occasione della visita degli ispettori Bie, ha lanciato una nuova campagna pubblicitaria che mette al centro i concetti di rigenerazione, innovazione e inclusione. Una multisoggetto che racconta la visione di una Roma che punta sulla centralità dell’elemento umano, che interagisce con habitat e paesaggio in maniera positiva. L’elemento centrale della campagna è la sproporzione surreale fra i soggetti umani e gli ambienti urbani: una bambina che pianta un albero al Colosseo, un’artista che ridipinge il Gazometro e tre ragazzi che siedono sul Parco dell’Acquedotto. Humanlands è il claim declinato sui tre soggetti, un neologismo coniato per richiamare il tema di Roma ad Expo2030: ‘People and territories’, che è anche il titolo del dossier di candidatura. Expo vuole essere, per Roma, l’occasione per immaginare nuovi territori a misura d’uomo e una nuova relazione con l’habitat.

Expo per una nuova Comunità Energetica

Nascerà a Torvergata il più grande parco solare urbano al mondo, estendendosi su un’area di 150.000 mq, con una capacità produttivo di picco di 36mw, diventando di fatto il più grande parco solare ubrano accessibile al pubblico. Sarà composto da centinaia di ‘alberi energetici’, i cui pannelli si aprono e richiudono durante il giorno, con la doppia funzione di produrre energia e offrire riparo e ombra ai visitatori. Un sistema complesso di rete energetica, che dall’alto avrà un particolare aspetto a mosaico, e troverà complemento nel padiglione ‘Eco-system 0.0’,  l’edificio più alto del layout architettonico, progettato per fornire raffreddamento attraverso l’evaporazione.
Concepito in ottica di riuso dei materiali e delle costruzioni esistenti, Expo 2030 nasce già con l’idea di una legacy, un’eredità da lasciare per il futuro, un distretto dell’innovazione che sarà l’estensione naturale del quartiere universitario e di ricerca rappresentato dall’Università di Tor Vergata e la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana. Ogni padiglione nazionale, inoltre, produrrà energia da fonti rinnovabili.

Expo e Storia

Il primo evento ufficiale fu quello del 1851, la Great Exhibition di Londra, primo accenno alla visione di un nuovo mondo connesso, in cui si dava spazio alla scoperta delle culture ‘altre’, lontane da quella europea. Dopo 170 anni l’Expo diventa una proiezione verso il futuro, la sperimentazione di innovazioni e l’accelerazione di processi e visioni inedite e sperimentali. Roma si era già aggiudicata una Esposizione Mondiale nel 1942, che diede vita al quartiere dell’Eur che è proprio l’acronimo di Esposizione Mondiale Roma, ma fu poi cancellata a causa dello scoppio della seconda guerra Mondiale. Milano è di fatto stata l’unica città italiana ad aver ospitato l’Expo, per ben due edizioni, nel 1906 la prima, che fu chiamata Esposizione internazionale del Sempione, che celebrava il tema dei trasporti, e la realizzazione del traforo del Sempione, da cui prese il nome. L’area del Castello Sforzesco e la piazza d’armi, dove poi è sorta la Fiera di Milano nel 1923, furono le location che ospitarono l’evento, unite da una ferrovia elettrica sopraelevata, a 7 metri i altezza, lunga circa 1.700 metri.
La seconda volta di Milano è più recente, datata 2015 e dedicata al tema dell’alimentazione.

Cos’è il Bie?

Fondata nel 1928 da 31 paesi membri, l’organizzazione è cresciuta nel tempo fino a contare 171 stati aderenti, che prendono parte a tutte le decisioni e collaborano al fine del miglioramento continuo delle Expo. Ciascuno Stato ha diritto di voto, e le decisioni sono plenarie e valide nel caso siano presenti i due terzi dei votanti. Fra gli obiettivi del Bie: scegliere i paesi ospitanti delle future Expo, fornire supporto ai paesi candidati e ospitanti, nella gestione di eventi, branding nazionale e diplomazia pubblica, regolamentare l’organizzazione dell’evento e fare in modo che il Paese ospitante rispetti la convenzione Bie e le regole dell’Expo.

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