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L’ironia ci salverà, parola di due Bad Guy

Incontro con i registi, entrambi nati a Matera negli anni 80, Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi, talentuosa coppia artistica della ‘new age’ del cinema italiano

Autodidatti, quarantenni e visionari, entrambi nati nella Matera degli anni ’80. Sono Giancarlo Fontana, regista e montatore e Giuseppe Stasi, regista e sceneggiatore, coppia artistica della ‘new age’ del cinema italiano. Una chiara cifra stilistica già connota la loro produzione, iniziata nel 2010 su YouTube, approdata poi al cinema e ancora alla fiction con ‘Bad Guy’ – lettura ironica di una vicenda di giustizia e mafia – andata in onda su Prime Video a dicembre 2022. E di cui potremmo vedere a breve la seconda serie.

“Ci troviamo in una fase di grande cambiamento, anche interno ad Amazon”, chiarisce Stasi che ci spiega come le piattaforme “si stanno riorganizzando dal punto di vista produttivo”. Anche Bob Iger, ceo di Disney plus, ha parlato di questa riorganizzazione generale, che punta a fare meno prodotti, più mirati. Fontana aggiunge che per il sequel di “Bad Guy ancora non abbiamo avuto ‘green light’. Se non passasse? C’è un progetto per il cinema a cui stiamo lavorando,
ma non possiamo anticiparti nulla”.

Torniamo allora a Bad Guy*, presentata fuori concorso al festival del cinema di Torino 2022: “C’era grande curiosità unanimità nel giudizio”, dice Fontana che sembra ancora quasi sorpreso: “è difficile accontentare tutti, ma pare abbia colpito l’abbinamento fra l’ironia e il crime. Non ci sembrava di esserci inventati chissà che, questa lettura a doppia cifra è presente nelle serie che abbiamo sempre amato, dai Simpson a Fargo, a Better call Saul. Anche nella vita siamo così, non riusciamo a prenderci troppo sul serio. E la cronaca poi, può superare la fantasia, è piena di spunti grotteschi”.

Infatti dopo l’uscita della serie, l’Italia ha assisto alla cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro. Una coincidenza che i registi commentano a una voce: “Le sceneggiature sono scritte con studio, la scrittura è analisi della storia recente e la storia tende a ripetersi. E come dice Woody Allen, nella vita ci vuole talento, ma anche fortuna”.

L’idea di Bad Guy era nata nel 2015 durante il corso di sceneggiatura frequentato da Fontana a Roma. Lì aveva conosciuto Davide Serino che, assieme a Ludovica Rampoldi e lo stesso Fontana, ne firma la sceneggiatura. Ma l’idea è rimasta nel cassetto fino al post pandemia, quando Indigo Film, in occasione del festival di Cannes, l’ha proposta a un panel in cui c’era Amazon Prime Video. Da lì il grande riscontro della serie in Italia, ma com’è andata all’estero? “Prime Video non rende pubblici i
dati delle visualizzazioni” spiegano Stasi e Fontana, “ma sappiamo che ha avuto un enorme successo in Inghilterra, Francia, Spagna e Germania, ed è finita in top 10 negli Usa”. E questo è l’oggi.

Ma quale è stata la spinta che ha portato Fontana e Stasi da Matera a PrimeTv, passando per il cinema? “Già, passare da Matera a Roma. Lasci la provincia e arrivi in una città grandissima e complicata, Roma ha tirato fuori un lato critico che non sapevamo di avere”. Fontana e Stasi approdano nella Capitale per studiare: “Io ho fatto il Dass, che sembra un gioco per bambini e invece è il dipartimento di arti e scienze dello Spettacolo della Sapienza” dice Stasi, e Fontana chiosa “Giuseppe aveva le idee chiare, io invece non volevo scegliere, e ho preso ‘scienze delle merendine” dice ridendo, poi spiega: “Ho studiato disegno industriale. Una volta laureati mandavamo curriculum in giro ma senza avere mai una risposta” racconta Fontana, e Stasi gli fa eco: “In quel mutismo, vivendo a Roma e avendo frequentato facoltà comunque stimolanti, abbiamo iniziato a fare video di satira.

La casa universitaria di Giancarlo era un teatro di posa, e così è nato ‘Inception made in Italy’, che divenne subito virale”. E Fontana aggiunge: “Il primo di aprile, squilla il telefono e Serena Dandini ci invita a Parla con Me. Ho pensato a un pesce d’aprile, e invece no. Noi lo ripetiamo sempre, c’è stata una serie di eventi concatenati, abbiamo lavorato con Sabina Guzzanti, poi ci ha voluti Neri Marcorè. E questo ci ha aperto le porte del cinema: il nostro attuale produttore, Nicola Giuliano, guardando quei video ci ha voluti a dirigere il film ‘Metti la nonna in freezer’. Era un periodo storico particolare, c’erano solo YouTube e Facebook, oggi forse sarebbe più difficile, e sembra che il cinema non sia più visto come un traguardo dai ragazzi”.

E poi c’è Matera, scelta da Mel Gibson per The Passion. “Il primo set su cui abbiamo messo piede è stato quello di Passion, lì abbiamo capito di essere fatti per questo lavoro. Stare sui set è noioso, mio fratello si era già stufato dopo dieci minuti” ricorda Fontana, “io volevo restare ad oltranza”. Stasi dice di aver provato a entrare al Centro Sperimentale, ma senza successo: “Noi abbiamo frequentato la periferia sperimentale. Matera ci ha fatto innamorare del cinema”.

A raccontare è ancora Fontana: “Ho iniziato a girare i primi filmini alle medie con la telecamera di mio padre, poi mia madre mi mandò un’estate da Blu Video, (una società materana di produzioni audiovisive, ndr.) e lì ho imparato a montare. La mia formazione sono stati i video dei matrimoni, una grande palestra”.

E la premiata ditta Fontana Stasi com’è nata? “Noi abbiamo iniziato quasi per farci compagnia”, ci risponde Stasi “non c’erano i social, non c’erano i soldi, avevamo telecamera e computer, idee e tanto tempo. Poi abbiamo capito che per un regista lavorare in coppia è un vantaggio. Gianni Amelio ci ha confessato che il suo sogno era trovare un co-regista per condividere, che ci invidiava molto”.

*La serie andata in onda su Prime Video ha avuto grande successo in Europa ed è entrata nella Top 10 americana

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