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Pil Eurozona: il Sud cresce, la Germania no. La Bce ne terrà conto?

Portogallo, Italia e Spagna avanti. Germania (e Francia) indietro. I dati Eurostat relativi al primo trimestre 2023 sulla crescita dei Paesi dell’Eurozona dipingono un quadro che, oltre a deludere le attese, è invertito rispetto alle dinamiche a cui siamo stati sempre abituati negli anni precedenti: crescono di più i Paesi del Sud rispetto alla storica locomotiva europea, la Germania.

Il Paese ha fatto registrare una flessione dello 0,1% anno su anno: il rallentamento tedesco (motore dell’economia del continente) e i modesti dati europei (+0,1% da trimestre a trimestre) saranno abbastanza per far riflettere i ‘falchi’ della Bce sulle prossime decisioni di politica monetaria?

Difficilmente la risposta sarà un sì: il filo su cui cammina la Banca centrale europea continua ad essere quello, sottilissimo, che separa inflazione e contrazione economica. E la disparità di crescita dei Pil europei non aiuta nelle decisioni sulle prossime mosse, che arriveranno la settimana prossima: se i dati sulla crescita preoccupano Francoforte, una previsione realistica sarebbe quella di un rialzo dei tassi dello 0,25%, e non dello 0,50%. Ipotesi che in ogni caso non può essere esclusa.

Va notato che quella tedesca non è una flessione da trimestre a trimestre: nessuna variazione dopo quella da -0,5% dell’ultimo trimestre 2022. Inoltre, se da un parte rallenta la crescita, dall’altra non fa lo stesso l’inflazione, che in Germania è al 7,2% anno su anno, secondo i dati Destatis: meno del consensus degli analisti, ma comunque un dato lontano dalla quota obiettivo delle banche centrali del +2%.

I dati europei

Rispetto al primo trimestre del 2022 la crescita del primo quarto di 2023 è stata dell’1,3% sia nell’Eurozona che nell’Ue. La variazione dall’ultimo trimestre 2022 al primo del 2023 è stata dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre per l’Ue l’aumento è stato dello 0,3%.

Su base trimestrale l’aumento maggiore è stato registrato in Portogallo (+1,6%) seguito da Italia, Spagna e Lettonia (+0,5%). Espansioni maggiori rispetto a quelle di Germania (+0%) e Francia (+0,2%).

Torna così a crescere il nostro Paese, dopo la flessione dello scorso trimestre, superando le attese. Il dato tendenziale, cioè il confronto tra primo trimestre 2022 e 2023, è del +1,8%. Secondo l’Istat la stima “riflette dal lato dell’offerta una crescita sia del comparto industriale, sia di quello dei servizi, mentre il settore primario registra una stazionarietà. Dal lato della domanda il contributo alla crescita del Pil risulta positivo sia per la componente nazionale, sia per la componente estera. Dopo la lieve flessione congiunturale dell’ultimo trimestre del 2022, la ripresa di inizio 2023 prospetta un tasso di crescita acquisito per il 2023 stimato allo 0,8%”.

Per gli analisti di eToro, “dopo la flessione dello scorso trimestre, l’economia italiana torna a crescere e lo fa superando persino le attese. La crescita congiunturale si posiziona a un +0,5%, più del doppio rispetto alle stime poste a +0,2%, mentre quella tendenziale torna a crescere passando dal +1,4% all’attuale +1,8%. L’espansione nel trimestre risulta essere persino maggiore di quella francese (+0,2%) e tedesca +0% e uguale a quella spagnola. I dati lasciano ben sperare in attesa del verdetto di Moody’s, che aveva rimarcato come la minore futura crescita attesa potesse avere un possibile effetto negativo alla sostenibilità del debito” italiano. “Nel complesso, la fiducia dei consumatori e delle imprese è in aumento, mentre l’inflazione sta diminuendo. La situazione appare quindi meno negativa del previsto, se non pure incoraggiante”.

Le decisioni della Bce

é fissata al 4 naggio la riunione della Banca centrale europea dove si capirà se continuerà la politica di rialzo dei tassi. Quanto incideranno i dati sulla crescita europea? Secondo Filippo Diodovich, Senior Marker Strategist di IG Italia, “le quattro principali economie del Vecchio Continente hanno mostrato dei dati contrastanti sulla crescita del PIL, anche se a nostro avviso nel complesso sono abbastanza deludenti soprattutto sulla domanda interna”.

Secondo l’analista le cifre tedesche “sono ben inferiori alle aspettative fissate su una crescita dello 0,2% trimestre su trimestre. La Francia ha confermato le attese della vigilia. Mentre Spagna e Italia hanno fatto molto meglio delle aspettative del consensus. Tuttavia la crescita per la Spagna è legata soprattutto all’export netto mentre la domanda domestica è in calo”.

Gli analisti di Ig Italia credono che “i deludenti dati soprattutto in Germania possano allentare le pressioni dei membri più falchi all’interno del Consiglio Direttivo per aumenti consistenti del costo del denaro (50 punti base). Tuttavia la lotta all’inflazione non è ancora terminata a causa della persistenza dell’inflazione core (esclusi energetici e alimentari) su livelli alti. Riteniamo che la BCE possa propendere per un aumento dei tassi di interesse a breve di 25 punti base nel prossimo meeting di maggio, confermando la possibilità di ulteriori rialzi in caso di necessità”.

 

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