NF24
Cerca
Close this search box.

Un gemello digitale per le città, l’idea smart (city) del Cnr

E’ Smart quella città in cui le reti ed i servizi tradizionali sono resi più efficienti con l’uso di soluzioni digitali, a beneficio di abitanti ed imprese. Questo secondo la definizione che ne dà l’Unione Europea, e nell’ottica di favorire lo sviluppo delle città del futuro il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e Tim hanno sottoscritto un accordo quadriennale per favorire  attività di ricerca scientifica e progetti congiunti, nell’ambito dell’ urban intelligence e delle smart city. Ma di fatto, com’è una città intelligente, con quali strumenti, e in che tempi, sarà possibile avere un network di Smart city italiane? Fortune Italia ha voluto approfondire l’argomento, partendo dall’accordo Tim – Cnr, e aprendo il confronto su vari temi.

Vivere Smart

La percentuale dei cittadini che pensa di vivere in una città già ‘smart’ è ferma al 13%, secondo l’indagine Intel, da cui emerge che solo la metà degli italiani ha chiaro cosa significhi Smart city, e la nota qualitativa è che si tratta principalmente di giovani e fasce socioeconomiche e culturali medio-alte. Milano è la città italiana percepita come ‘più smart’, con una valutazione media di 6,2/10, seguita da Bologna e Padova, a 6/10. Solo decima Roma, che viene di fatto superata da Napoli, Genova e Catania. Ma tutti guardano con fiducia al futuro, se il 68% pensa che la propria città diventerà ‘intelligente’ nei prossimi dieci anni.

Urban intelligence e Agenda 2030

Siamo di fronte ad una crescente spinta all’urbanizzazione: le città occupano il 2% del territorio, ma ospitano la metà della popolazione globale, consumano il 75% dell’energia e producono l’80% della Co2, come conseguenza delle produzioni legate alle attività che in una città convergono, dal riscaldamento urbano, alla produzione di beni di consumo. Si sconta, per contro, la diminuzione delle risorse disponibili, anche come side effect dei cambiamenti climatici. Questi equilibri richiedono l’avvio di politiche di gestione intelligenti dell’eco‐sistema urbano, a cui il progetto Urban Intelligence del Cnr intende fornire degli strumenti digitali, mettendoli a disposizione delle governance urbane al fine di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Agenda Onu 2030: politiche urbane per l’accesso a infrastrutture e servizi sociali, alloggio, istruzione, assistenza sanitaria, attività ricreative, mobilità e un ambiente sicuro.

Il Gemello digitale

“Sarà interessante declinare questi temi assieme alla società Mindcity, che fa parte del gruppo Tim”, ha raccontato a Fortune Italia il direttore del dipartimento di ingegneria del Cnr, Emilio Campana, per il quale “la collaborazione con Tim ci offre la possibilità di utilizzare i dati raccolti nella piattaforma Tim Urban Genius”, al fine di sviluppare simulatori,  gemello digitale della città, per rendere massima l’efficienza energetica, ridurre i consumi, la produzione di Co2 legata alle città, nell’ottica di migliorare la gestione in termini di efficienza e resilienza dei tessuti urbani.
“L’utilizzo di questi dati anonimi consente di studiare le città, considerandole come un sistema complesso”, continua l’analisi dell’esperto “e uno dei sistemi della città è il sistema sociale, quello in cui ci muoviamo: le abitudini di spostamento, la gestione del traffico, dell’energia, dei rifiuti, ma anche la fruizione dei beni culturali”. Il direttore Campana ci aiuta, con un esempio, ad immaginare come si costruisce e come agisce un gemello digitale: “noi abbiamo un’automobile, fatta di vari sistemi, il propulsivo, quello frenante, l’elettrico, sul cui funzionamento possiamo raccogliere dati grazie a dei sensori. Con questi dati, e con l’ausilio dell’AI, creiamo dei simulatori che sono copie virtuali della macchina reale, una copia che però muta ed invecchia esattamente come l’originale, perché il sistema di simulazione si alimenta con i dati, e può anche consentire di fare delle stime predittive, immaginare e stimare i cambiamenti futuri”, aggiunge Campana, che conclude: “La stessa cosa si può fare con le città, studiandone anche le interazioni fra sistemi: se chiudo una certa strada al traffico, come reagisce il sistema ambientale? Si concentra più inquinamento in un’altra zona, quale? È nei pressi di una scuola o di un ospedale? Allora devo trovare una soluzione alternativa”.
Questa AI predittiva potrebbe diventare uno strumento applicabile in tutte le grandi città. Chiarisce  l’esperto: “Con il progetto Urban intelligence abbiamo cominciato a lavorare su Catania, con un finanziamento erogato dall’Agenzia della coesione del territorio, che utilizza i fondi di coesione europei per sostenere le città nel processo di crescita e digitalizzazione. In Italia ci sono più di 15 città metropolitane, a cui a breve presenteremo il progetto, assieme ai risultati ottenuti a Catania”.

La partnership con Tim

Tim non è partner del progetto Catania, ma sarà strategica sullo sviluppo del progetto di gemello digitale cittadino.  “Questo accordo è per noi importante perché le Smart City sono al centro della nostra strategia”, ha sottolineato Elio Schiavo, Chief Enterprise & Innovative Solutions Officer di Tim. L’idea è quella di offrire “alle amministrazioni locali tecnologie e competenze utili a progettare le città del futuro,  e raggiungere importanti obiettivi di sviluppo economico, controllo dei costi e processi sul territorio più efficienti. Siamo orgogliosi di collaborare con il Cnr per creare una partnership che metta a fattor comune le nostre eccellenze nella ricerca per raccogliere ed elaborare innumerevoli dati”.
La cooperazione avrà inoltre, tra gli obiettivi, l’individuazione e lo sviluppo di programmi di ricerca, formazione, trasferimento tecnologico e altre iniziative comuni nel settore della Urban Intelligence e Smart City

Smart City e Pnrr

Nell’ambito del quadro strategico delle riforme finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, una parte dei 750mld che l’Europa ha messo a disposizione degli stati membri viene destinata allo sviluppo di servizi destinati allo sviluppo delle città smart. In particolare, 40 mln serviranno per finanziare il progetto Mas – Mobility as a Service – laddove sono state Milano, Napoli e Roma ad aggiudicarsi il bando. Fra le voci finanziate dal Pnrr anche la Gestione del rischio di alluvioni e del rischio idrogeologico, le infrastrutture di ricarica elettrica e rete idrica digitale, che rientrano nella Missione 2. C’è anche un capitolo dedicato alla sicurezza delle strade, che rientra nella missione 2, fino ai piani urbani integrati, sotto la voce di inclusione e coesione sociale.

Smart sì, ma quando?

Il progetto è chiaro, le città italiane si avviano verso un processo di ottimizzazione delle funzioni e delle risorse. Ma con quali tempi? Lo abbiamo chiesto ad Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani – che ha messo in evidenza il fatto che la città intelligente potrebbe già esistere, se dipendesse solo dallo sviluppo tecnologico. E invece, “affinché si possa diffondere come modello, mancano i contratti integrati, i contratti fra gestori, mancano i dati.  Il problema è emerso nell’emergenza pandemica: nessuno governa i dati, mancano i sistemi di conoscenza diffusi, e soprattutto nessuno vuole condividere la propria conoscenza, perché il knowledge è anche business”. C’è il regolamento europeo 1370, aggiungono da Anci, a cui si ispira tutta la normativa italiana del trasporto pubblico locale. Questo prevede già la condivisione dei dati di offerta e di domanda. Il problema nasce però con la contrattualistica: quando si affida un servizio ad esempio nell’integrazione del servizio ferroviario, a caduta sui trasporti urbani, non c’è integrazione dei dati e quindi non c’è sistematizzazione. C’è solo una banca dati osservatorio, che guarda al singolo dato, ma senza integrazione non c’è possibilità di sviluppare il concetto di smart city, intesa come integrazione e gestione condivisa di infrastrutture e servizi.

 

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.