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Auto elettriche, Byd: la sfida mondiale della Tesla cinese

Byd si sta espandendo fuori dai confini della sua patria per sfidare i giganti del mercato automobilistico 

Per sua stessa ammissione, il venditore di auto a Stoccolma non sapeva nulla della Byd lo scorso settembre, quando il suo responsabile gli ha prospettato l’opportunità di lavorare nel nuovo showroom della più grande azienda cinese di auto elettriche.

“Ha detto qualcosa come: Byd? Mai sentita”, racconta Benhur Hiyabu, in piedi all’interno dello showroom in una nevosa mattina di marzo. Dopo aver venduto per anni Subaru, Hiyabu decise che aveva poco da perdere: “Ho pensato: okay, provo qualcosa di nuovo”, ricorda. Byd scommette che anche i clienti mondiali proveranno qualcosa di nuovo, soprattutto se il prezzo è giusto. Più di 20 anni dopo aver inaugurato il suo primo stabilimento a Shenzhen, Byd (che sta per Build your dreams) sta spingendo per espandere le vendite di auto oltre la sua comfort zone in Cina. Nel corso dell’ultimo anno, l’azienda ha speso enormi somme di denaro per aprire showroom nelle più importanti città di tutto il mondo e creare un complesso sistema per spedire oltre oceano le sue auto elettriche. In caso di successo, Byd diventerebbe il primo gigante automobilistico globale cinese.

Ma un piano così ambizioso comporta grandi sfide. Per farsi strada, Byd deve spazzare via i Golia, aziende che dominano il mercato in rapida crescita delle auto elettriche. Primo rivale: Tesla, che ha un brand conosciuto ovunque. Byd deve attrarre in qualche modo l’attenzione degli acquirenti e dimostrare che i suoi modelli sono validi. In questa nuova guerra, l’Europa è un campo di battaglia chiave. Lo scorso autunno, Byd è sbarcata in sei Paesi europei, invadendo alcune roccaforti del mercato di Tesla, nonché delle ben più note Volkswagen e Stellantis (produttore di Chrysler, Fiat, Jeep e Peugeot), tutte in competizione nella rivoluzione dei veicoli elettrici. Per i produttori di auto, la posta in gioco in questa battaglia è molto alta.

Nel 2022, su sette auto vendute a livello globale, una era elettrica. Soltanto cinque anni prima, il rapporto era di una a 70.  Questa folgorante accelerazione sembra destinata a continuare. La domanda è: quali aziende cavalcheranno l’onda? Secondo alcuni esperti – e anche dirigenti del settore automobilistico – Byd sembra posizionata meglio di tutte. Questo perché ha cominciato nel 1995 producendo batterie, il componente più prezioso nelle auto elettriche. La Cina controlla più del 70% della fornitura mondiale di batterie: un margine di vantaggio cruciale per le sue aziende automobilistiche, rispetto ai competitor occidentali.

Nel 2010, Byd ha debuttato con le prime auto cinesi totalmente elettriche e questo è diventato molto presto un business fiorente. L’anno scorso, l’azienda ha venduto più di 911.000 auto elettriche e 946.000 ibride. Quasi tutte in Cina. Ma la nuova attività estera sta crescendo velocemente. A febbraio, Byd ha venduto 15,002 auto al di fuori della Cina, più del triplo rispetto a luglio 2022, il primo mese in cui ha riportato tali cifre.

Matthias Schmidt, analista dell’industria automobilistica a Berlino, sostiene che la Cina ha un vantaggio rispetto ai Paesi occidentali perché ha già un forte mercato interno di veicoli elettrici. La sua strategia è quella di sfruttare questo slancio e il know-how per espandersi a livello globale. “Stanno un passo avanti” afferma. Le case automobilistiche occidentali sembrano sempre più nervose. Alcune se la prendono con le imposte di importazione relativamente basse dell’Europa rispetto agli alti dazi imposti dalla Cina alle società straniere.

“È uno scenario desolante”, ha dichiarato a gennaio il Ceo di Stellantis Carlos Tavares alla rivista automobilistica tedesca Automobilwoche. Senza l’intervento dell’Ue, ha detto, “ci sarà una guerra terribile”. Il Ceo di Tesla Elon Musk, che produce più Tesla a Shanghai che in qualunque altro posto, a gennaio ha detto agli investitori che le case automobilistiche cinesi erano i suoi rivali più feroci. “Lavorano più duramente e lavorano nel modo più intelligente”, ha sottolineato. Questo è chiaro da tempo nella sede di Stoccolma di Einride, una startup di trasporto merci che, l’anno scorso, ha deciso di acquistare circa 200 camion e furgoni elettrici Byd. Einride, che incorpora il suo software nei veicoli elettrici e gestisce operazioni di autotrasporto per clienti come General Electric, utilizza già Byd negli Stati Uniti. Ora sta negoziando l’acquisto di oltre 1.000 veicoli in più da Byd per le sue attività negli Stati Uniti, annuncia Niklas Reinedahl, general manager regionale di Einride. Alla domanda sul perché l’azienda abbia rinunciato ad acquistare automezzi da una società statunitense come Freightliner Trucks, ha risposto che Byd offre vantaggi imbattibili. “Costruiscono tecnologie per batterie da anni,” fa notare Reinedahl. “Hanno avuto difficoltà iniziali”. Per quanto riguarda le auto elettriche, Byd potrebbe convertire anche un maggior numero di acquirenti con l’affermarsi del mercato dei veicoli elettrici.

“La qualità cinese è cresciuta al di là di qualunque aspettativa”, dice Schmidt, analista del settore. Forse in risposta alla sfida crescente di Byd e di altri competitor cinesi, Musk negli ultimi mesi ha tagliato i prezzi di Tesla. Eppure, nello showroom Byd di Stoccolma, il prezzo di tutti e tre i modelli in esposizione rimane al di sotto di quello delle Tesla equivalenti. Il crossover Byd Atto 3, per esempio, costa 520.000 corone svedesi (circa 49.380 dollari) contro le 610.000 corone (57.925 dollari) dell’analoga Tesla Model 3.

Fin qui, gli affari di Byd a Stoccolma sembrano andare a gonfie vele. A due mesi dall’apertura, in ottobre, il negozio aveva venduto più di 1.000 auto. “Una grande partenza”, conferma Magnus Matsson, portavoce del distributore svedede di Byd, Hedin Bil. “C’è maggiore domanda per i veicoli elettrici più piccoli, meno costosi” specifica.

Tuttavia, la concorrenza è forte. Poche vetrine più avanti c’è lo showroom del produttore di veicoli elettrici XPeng di Guangzhou, che ha aperto all’inizio dello scorso anno. Una mattina, recentemente, tre clienti si sono affollati intorno a due modelli in mostra. E poco più lontano c’è il negozio Tesla. Lì, in uno spazio deserto senza personale, sono in mostra una Model 3 e una Model S, mentre un cartello dice agli acquirenti di “programmare un test-drive scansionando il QR-code”. Le vendite di Byd in Svezia rimangono al di sotto di quelle di Volvo, Volkswagen, Tesla e altre. Ma il rivenditore Hiyabu afferma che ora i clienti “vedono il prezzo, poi vedono che è cinese. E si aspettano che sia un prodotto di bassa qualità”. Poi, dopo aver testato i veicoli, “sembrano convincersi che è una buona macchina”.

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