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Gilberto Pichetto Fratin: nella sfida della transizione energetica occorrono fiducia e trasparenza

“Se la transizione energetica non può prescindere dalla responsabilità delle imprese è perché dobbiamo renderci conto che siamo davanti a un’opportunità, che chiama in causa tutti”. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, durante il Forum Public Affairs 2023, ha spiegato a Fortune Italia che quello della ‘responsabilità’ è un tema che diventerà sempre più centrale per affrontare le sfide del futuro.

“L’Italia è un Paese all’avanguardia, per certi aspetti, rispetto ad altri Paesi Ue. Basti pensare all’economia circolare”. Nonostante una generale flessione dei dati globali, con il tasso di circolarità sceso dal 9,1% all’8,6% tra il 2018 e il 2020, l’Italia si colloca ancora al primo posto nella classifica dei principali indicatori di circolarità.

Quando ci sediamo ai tavoli europei ogni ministro fa l’interesse del proprio Paese. Il nostro interesse è continuare, almeno per la circolarità, su questa linea. Evitando che l’obiettivo finale di unificare, omogeneizzare a livello europeo si traduca in un abbassarsi”.

Tuttavia, ha sottolineato il ministro, su altri aspetti abbiamo molto da fare ed è chiaro che nessun percorso sarà mai liscio. “C’è stato sacrificio per mettere i pali della luce cento anni fa, ci saranno sacrifici per avere le pale eoliche. Ciò che vorrei dire è che abbiamo bisogno di realismo, di razionalità per trovare un punto di equilibrio sulle nostre azioni. Questo significa – ha precisato il ministro – che dobbiamo tutti impegnarci a rendere coscienza, e a dare un messaggio di positività al Sistema e alla parte scientifica dello sviluppo. Occorrono fiducia e quindi trasparenza”.

“Le opportunità che abbiamo davanti grazie alla digitalizzazione vanno colte. E sulla digitalizzazione – ha ricordato Pichetto Fratin – siamo indietro”.

“Come cogliere le opportunità? Con la consapevolezza di quelli che sono gli strumenti e di come si devono utilizzare gli strumenti. Ecco perché è opportuno investire nelle competenze. La tecnologia – ha concluso il ministro – è un bene ma può diventare anche un male. Va usata con intelligenza”.

 

 

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