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Emergenza Emilia-Romagna: dati satellitari per programmazione interventi

Le foto della Terra dallo Spazio spesso ci fanno sognare. Ma il telerilevamento – il monitoraggio della Terra fatto dai satelliti in orbita – ha una connotazione meno romantica, e più pratica. La Protezione Civile, infatti, utilizza i dati satellitari per supportare la pianificazione delle azioni d’intervento sui territori colpiti da catastrofi naturali, come nel caso dell’Emilia-Romagna, e lo fa attraverso le elaborazioni prodotte dalla fondazione Cima, centro di competenza del Dipartimento di Protezione Civile (Dpc).

L’emergenza in Emilia Romagna

La Regione Emilia-Romagna è stata particolarmente colpita da fenomeni atmosferici anomali già a partire dal 1° maggio, con conseguenze dirette sulle province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena. Il 4 maggio è stato dichiarato lo stato di emergenza, poi esteso a seguito della successiva ondata di maltempo, che ha interessato la Regione a partire dal 16 maggio. Ed è proprio dal 16 maggio che il Dpc ha attivato l’Agenzia Spaziale Italiana – Asi (centro di competenza della Dpc) richiedendo immagini acquisite dalla costellazione satellitare Cosmo-SkyMed sui territori interessati. Le acquisizioni sono state effettuate secondo un piano di definito quotidianamente in base alle evoluzioni della situazione. Fondazione Cima ha poi dato avvio alle elaborazioni dei dati satellitari – utili all’individuazione delle aree allagate – realizzando delle mappe ad alta risoluzione che forniscono informazioni utili alla programmazione di interventi di Protezione civile.

Immagine Multitemporale – Fonte Asi

Il dettaglio delle operazioni

Ma come avviene, nel dettaglio, questo tipo di operazione? Fortune Italia ne ha parlato con Luca Ferraris, presidente di Fondazione Cima, che ci ha raccontato: “Svolgiamo l’attività di analisi dei dati satellitari da anni, per questo motivo la Protezione Civile ci attiva sia in caso di alluvioni che in caso di vasti incendi boschivi”. Rispetto a quello che sta accadendo in Emilia-Romagna, in particolare, “individuiamo le aree specifiche da monitorare, coordinandoci con l’Asi per programmare le acquisizioni delle immagini Cosmo-SkyMed utili. L’Asi ci fornisce le immagini acquisite che poi noi elaboriamo, trasformandole in mappe di cambiamento”. In pratica, il confronto fra le diverse immagini acquisite in giorni diversi, consente di monitorare i cambiamenti che interessano le aree colpite dalle alluvioni. “Nelle ore subito successive agli eventi atmosferici, le mappe permettono di identificare a grande scala le aree più colpite, e questo consente al comitato operativo attivato dal Dipartimento di fare scelte strategiche e indirizzare le risorse nelle zone dove l’intervento è ritenuto prioritario”. Ma nel caso dell’Emilia-Romagna, continua Ferraris, considerando che l’evento emergenziale si protrae da più giorni, “acquisiamo le immagini quotidianamente, questo ci serve per capire come si stano asciugando le singole zone e se alcune procedono più velocemente di altre, questo poi serve al Comitato operativo per concentrare le squadre di pompaggio, le idrovore, nelle zone dove il riassorbimento delle acque è più lento”.

Interventi e prevenzione

Le immagini di Cosmo-SkyMed vengono anche incrociate con i modelli idraulici, spiega il presidente di Cima, “e questo consente di conoscere anche i livelli d’acqua presenti: il satellite mostra che si è allagata un’area di 100kmq, ma non fornisce informazioni sui volumi d’acqua presenti, mentre il modello idraulico considera la morfologia del terreno, e permette di ricavare i volumi, per arrivare anche ad una stima dei danni più precisa, del resto non è la stessa cosa avere a che fare con 30cm o 2 mt d’acqua”.
Un’azione di prevenzione possibile, con questo sistema di monitoraggio, consiste “nei livelli di attenzione. Diremo che l’attenzione deve essere maggiore nelle zone già colpite dall’evento atmosferico, su cui resta l’allerta rossa (almeno fino a domani), anche se le previsioni dei prossimi giorni prevedono poche piogge sull’area, perché qui si fanno già i conti con i disagi, dovuti a ponti ostruiti, argini dei fiumi crollati”.

Dati on demand

L’uso dei dati di Cosmo-SkyMed – quelli relativi all’Italia vengono acquisite regolarmente ogni ogni 16 giorni – consente, di attenzionare aree specifiche, con la programmazione di acquisizioni anche ‘on demand’ in caso di grandi emergenze come quella attualmente in corso. Alle immagini Cosmo-SkyMed è possibile combinare anche quelle acquisite in modo periodico dalla missione spaziale Sentinel 1,  ai fini di un monitoraggio più ampio e continuo che permette di capire, sul lungo periodo, se ci sono modifiche dei corsi d’acqua, dei livelli d’acqua nei bacini idrici, per eventi che potremmo definire ‘più lenti'”.

Il futuro del monitoraggio è Iride

In ultimo, racconta Ferraris, “Cima fa anche parte della cordata che si è aggiudicata Iride”, la nuova costellazione di satelliti realizzata in Italia con il supporto dell’Esa – European Space Agency e dell’Asi grazie alle risorse del Pnrr, dedicata proprio al monitoraggio terrestre. “Noi dovremmo sviluppare gli algoritmi per monitorare le alluvioni, avremo dati a risoluzione più alta rispetto a quelli che processiamo ora, e con maggiore frequenza, e questo ci permetterà di migliorare gli algoritmi di monitoraggio”.

 

 

 

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