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“Non calpestare la mia fede”, l’opera donata a Pompei dall’artista Carotenuto

Un ciottolo di pietra lavica con un anello al centro: è l’opera d’arte che lo scultore vesuviano Antonio Carotenuto ha voluto donare alla città di Pompei. Inserita nel manto stradale, l’installazione minimalista è integrata da una frase molto significativa, da cui trae il nome: “Non calpestare la mia fede”. Il ciottolo si innesta lungo la via pellegrina che conduce al Santuario Mariano della Beata Vergine di Pompei. Una presenza discreta nello spazio urbano, ma che contiene un enorme potenziale evocativo. 

“Un cerchio perfetto, senza inizio né fine, a custodire quei valori universali di pace, tolleranza fra i popoli, libertà di espressione, mai come ora smarriti, di cui si è perso il senso e il più autentico significato. Quello di Carotenuto è un grido contro l’indifferenza generalizzata, un tentativo personale dell’artista di aprire un dialogo con i milioni di pellegrini che ogni giorno transitano per quel luogo sacro”, ha spiegato il critico d’arte Michelangelo Giovinale, che ha seguito l’intera evoluzione artistica di Carotenuto. 

“Nasce tutto da questi tempi duri e instabili che stiamo vivendo, con la pandemia, poi la guerra in Ucraina: situazioni che creano tensioni e ci privano della spensieratezza”, commenta Carotenuto. “Oggi sembra tutto in bilico, ci siamo persi per strada. Non abbiamo più nemmeno il tempo di guardarci in faccia perché viviamo tra paure e stress del quotidiano. Da qui il mio richiamo alla fede: un invito a fare attenzione ai dettagli, a osservare il mondo con occhi più attenti, senza andare dritti per la propria strada calpestando tutto ciò che troviamo davanti”. 

L’installazione è inserita pienamente nel contesto urbano e dunque si presta a una fruizione diretta da parte del pubblico. “Fruizione diretta dell’arte, confronto continuo: mi piace che l’opera si trovi per strada e non chiusa in un museo”, spiega l’artista. “Nel museo abbiamo tutto il tempo per osservare ogni opera da più punti di vista. Qui c’è la velocità del passante, che si ferma un attimo e poi prosegue per la sua strada. Molti la calpesteranno, soltanto qualcuno si fermerà a contemplarla, è un aspetto che mi affascina molto”. 

 

L’opera è stata presentata al Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei. Presente il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio, che ha portato i saluti istituzionali, la presidente dell’associazione forense “InOltre”, Anna Brancaccio, e il rettore del Santuario Maria SS. del Buon Consiglio, don Ciro Sorrentino. Durante l’evento, è stato inoltre proiettato “Lapis”, il documentario che racconta la vicenda umana e artistica dello scultore Carotenuto, con la regia e il montaggio di Luigi Nappa. In seguito l’artista ha dialogato con il critico d’arte Giovinale. 

“A Pompei sono intimamente legato. Io abito a duemila metri in linea d’aria. La piazza di Pompei è dove andavamo da ragazzi, il nostro punto di incontro, di formazione. È lì che ci siamo confrontati e raccontati. Non potevo scegliere nessun altro posto – conclude Carotenuto – non avrebbe avuto per me lo stesso significato”.

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