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Turismo, per l’Italia potrebbe essere l’estate dei record

Pronti, partenza, via. Sebbene la pioggia in molte città continui a ritardare l’inizio dell’estate, la stagione più amata di sempre sta arrivando. E con essa, la voglia di viaggiare e l’input positivo per il turismo. La nota previsionale ‘Tourism Forecast Summer 2023’ di Demoskopika, che prende in esame i flussi turistici dall’anno 2000, rivela dati interessanti per il nostro Paese.

I numeri sono incoraggianti. Non solo migliori di quanto ci si aspettasse (per il contesto economico, geopolitico e anche per la tragica alluvione in Emilia Romagna che potrebbe rischiare di pregiudicare il turismo balneare), ma addirittura migliori del periodo giugno-settembre 2019, ultimo anno precedente alla pandemia. Migliori persino del 2000, con il 71,9% di arrivi in più e un incremento del 26,2% di presenze totali rispetto all’estate di 23 anni fa.

Quello dell’estate 2023 dovrebbe essere un vero boom turistico che riguarderà tutte le regioni italiane. Secondo Demoskopika, ci saranno oltre 68 milioni di arrivi e quasi 267 milioni di presenze, con una crescita rispettivamente pari al 4,3% e al 3,2% rispetto al 2022, segnato da poco più di 65,2 milioni di arrivi e oltre 258 milioni di pernottamenti.

Fonte: elaborazione Demoskopika su dati Istat, Banca d’Italia e osservatori turistici regionali

I dati rivelano inoltre che a scegliere l’Italia come destinazione per le proprie vacanze saranno 35,3 milioni di turisti stranieri, cioè poco più della metà (il 51,7%) del dato complessivo degli arrivi previsti, generando ben 131,5 milioni di pernottamenti.

Le ripercussioni positive ci saranno ovviamente anche sulla spesa turistica, che sfiorerebbe la soglia dei 46 mld di euro con una crescita stimata pari al 5,4% rispetto ai mesi estivi del 2022.

Le prime 10 regioni e il caso Emilia Romagna

A livello territoriale, tutte le destinazioni regionali dovrebbero registrare un andamento positivo dei flussi turistici. In particolare, nel modello previsionale dell’Istituto di ricerca, si collocherebbero, in ordine decrescente rispetto alla variazione percentuale degli arrivi, i seguenti dieci sistemi turistici territoriali: Molise con 76 mila arrivi (+7,3%) e 300 mila presenze (+12,4%), Campania con 3,1 milioni di arrivi (+6,6%) e 11,9 milioni di presenze (+4,1%), Trentino Alto Adige con 6 milioni di arrivi (+6,3%) e 26,5 milioni di presenze (+6,7%), Valle d’Aosta con 643 mila arrivi (+6,0%) e 1,7 milioni di arrivi (+4,8%), Lazio con 5,1 milioni di arrivi (+5,9%) e 16,3 milioni di presenze (+3,8%).

E ancora Basilicata con 467 mila arrivi (+5,3%) e 1,7 milioni di presenze (+3,1%), Veneto con 10,8 milioni di arrivi (+4,7%) e 46,1 milioni di presenze (+3,1%), Lombardia con 7,4 milioni di arrivi (+4,4%) e 22,3 milioni di presenze (+4,0%), Emilia-Romagna con 6,3 milioni di arrivi (+4,0%) e 27,4 milioni di presenze (+1,8%) e, infine, Toscana con 7,4 milioni di arrivi (+3,9%) e 29,1 milioni di presenze (+3,2%).

Nonostante l’emergenza alluvione, il sistema turistico emiliano-romagnolo risulta quindi tra le prime dieci destinazioni regionali italiane per incremento degli arrivi nel 2023. Significativo è anche l’aumento delle presenze sul territorio regionale, pari a quasi 500 mila notti in più rispetto ai 12 mesi dello scorso anno. Mentre la spesa turistica dell’Emilia Romagna è stimata a 3,7 mld di euro.

Veduta aerea della riviera romagnola

La stima della spesa turistica per regione

Se i flussi in Italia potrebbero generare una spesa turistica vicina ai 46 mld di euro, nel dettaglio, l’analisi per livello regionale colloca: la Basilicata con 293 mln di euro (+22,2% rispetto al 2022), le Marche con 1.085 mln di euro (+11,9%), la Valle d’Aosta con 285 mln di euro (+11,7%).

Il Trentino Alto Adige con 2.677 mln di euro (+9,2%), il Lazio con 4.118 mln di euro (+8,0%), la Lombardia con 4.538 mln di euro (+7,8%), la Campania con 2.773 mln di euro (+6,9%), l’Abruzzo con 642 mln di euro (+6,7%), la Liguria con 1.636 mln di euro (+6,6%), l’Emilia Romagna con 3.668 mln di euro (+6,2%), il Friuli Venezia Giulia con 642 mln di euro (+5,9%).

E ancora la Calabria con 1.065 mln di euro (+5,6%, bene ma non è un boom), il Veneto con 6.661 mln di euro (+4,6%), il Piemonte con 1.318 mln di euro (+3,6%), l’Umbria con 978 mln di euro (+3,2%), il Molise con 54 mln di euro (+3,2%), la Puglia con 1.773 mln di euro (+2,8%), la Toscana con 6.721 mln di euro (+2,5%), la Sicilia con 2.133 mln di euro (+1,3%) e infine la Sardegna con 2.833 mln di euro (+1,2%).

Fonte: elaborazione Demoskopika su dati Istat, Banca d’Italia e osservatori turistici regionali

Il commento del presidente di Demoskopika

“Al netto di scenari inclusi nei previsti margini di errore – ha commentato il presidente di Demoskopika Raffaele Rio – si potrebbe registrare il valore più alto, dal 2000 ad oggi, sia degli arrivi che delle presenze. Adesso il Governo continui nell’azione di ripresa del turismo offrendo una visione maggiormente sistemica alla programmazione turistica per i prossimi anni, ancorata prioritariamente alle sole imprese e insufficientemente a territori e mercati. Una carenza di visione che si potrebbe ripercuotere negativamente nei prossimi anni sulle imprese stesse”.

Insomma, secondo Rio, il sistema turistico italiano necessita, oltre che di ossigeno per rialzarsi, anche di “un’offerta territoriale integrata, di innovativi prodotti legati ai comportamenti di consumo turistico dei mercati (italiano ed estero)”.

“Occorre metter mano ad alcuni obiettivi concreti quali una diffusione più strategica dei flussi turistici sull’intero territorio nazionale, che sono invece concentrati per oltre la metà, anche in termini di spesa turistica, in sole 4 o 5 destinazioni regionali. C’è bisogno di una ‘cultura del dato’ maggiormente consapevole. Sarebbe opportuno rendere immediatamente cantierabile l’istituzione del Centro Studi per la Programmazione Economica del Turismo (CESPET) previsto dal Piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023- 2027, al fine di ridurre asimmetrie informative, offrire ai portatori di interesse scenari previsionali e riorganizzare la macchina di rilevazione dei flussi turistici ufficiali”, ha concluso.

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