L’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica italiano, ha pubblicato una revisione al ribasso delle stime preliminari sull’inflazione per il mese di agosto. Questi dati forniscono una panoramica importante sulla situazione economica e sul costo della vita nel paese.
Crescita moderata dei prezzi al consumo a livello mensile
Secondo le nuove stime dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è aumentato dello 0,3% su base mensile ad agosto. Questo rappresenta un tasso di crescita moderato rispetto al mese precedente. Tuttavia, il dato più rilevante è l’aumento su base annua, che si è attestato al 5,4%.
Decelerazione dell’inflazione rispetto alle stime preliminari
La notizia più significativa è la decelerazione dell’inflazione rispetto alle stime preliminari. La stima iniziale indicava un aumento del 5,5% su base annua, ma questa è stata rivista al ribasso al 5,4%. Se confrontata con il mese precedente, in cui l’inflazione era al 5,9%, si può notare un rallentamento.
Cosa ha contribuito a questa decelerazione dell’inflazione?
L’analisi dei dati rivela che la decelerazione dell’inflazione è stata influenzata principalmente da diversi fattori. Tra questi, ci sono i prezzi degli energetici non regolamentati, che sono scesi dal 7,0% al 5,7%. Anche i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona hanno subito una riduzione, passando dal 6,6% al 5,8%. Allo stesso modo, i prezzi degli alimentari non lavorati sono diminuiti dal 10,4% al 9,2%.
Un ruolo significativo è stato giocato anche dai servizi relativi ai trasporti, dai beni durevoli e dagli alimentari lavorati, che hanno registrato diminuzioni nei tassi di inflazione. Tuttavia, tali effetti sono stati in parte bilanciati dalla moderata accelerazione dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione e dall’attenuarsi della flessione dei prezzi degli energetici regolamentati.
Inflazione di fondo e settori specifici
L’analisi dell'”inflazione di fondo”, che esclude gli energetici e gli alimentari freschi, mostra un rallentamento dall’5,2% al 4,8%. Allo stesso modo, escludendo solo i beni energetici, l’inflazione è scesa dal 5,5% al 5,0%.
I prezzi dei beni alimentari, della cura della casa e della persona hanno registrato un ulteriore rallentamento su base annua, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto hanno subito un’accelerazione.
IPCA: una prospettiva diversa
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) ha registrato una crescita più moderata rispetto al NIC, con un aumento dello 0,2% su base mensile e del 5,5% su base annua. Questa differenza è principalmente dovuta ai saldi estivi, che il NIC non considera. In particolare, i prezzi dell’abbigliamento e delle calzature sono scesi del 3,2% rispetto al mese precedente, determinando un rallentamento significativo per questa divisione di spesa, passando dal 5,4% al 2,7%.