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Super computer e AI: strumenti contro il Cybercrime

L’Intelligenza artificiale rappresenta un asset strategico rivoluzionario, che può essere impiegato anche per contrastare i cyber attack.
Il tessuto industriale italiano, e, dal canto suo la pubblica amministrazione, rappresentano una ‘superficie digitale’ da proteggere dagli attacchi informatici. E questo è possibile grazie a un uso responsabile dei sistemi di intelligenza artificiale.

Su questa tesi si è basato l’intervento di Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), nell’ambito del convegno “Intelligenza artificiale: creatività, etica, diritto e mercato”. Abbiamo voluto approfondire il tema, intervistando Frattasi su alcuni aspetti che vedono coinvolta attivamente l’Acn.

Parliamo di Intelligenza Artificiale e Cybersecurity: quali sono le connessioni fra questi due mondi?

L’AI ci aiuterà in vari aspetti della vita, renderà ad esempio più sicuri i sistemi, i servizi e i prodotti digitali. Questo consentirà di proteggere la ‘superficie digitale’ del sistema produttivo. È uno scenario possibile, ed è un ambito a cui l’Agenzia sta già lavorando. Rispetto all’attuazione dei programmi finanziati dal Pnrr, l’Agenzia ha firmato un protocollo d’intesa con il consorzio Cineca – importante realtà dell’accademia italiana che ha realizzato uno dei più grandi calcolatori d’Europa, Leonardo, e che sta ampliando la sede di Napoli – per realizzare un centro di supercalcolo con l’acquisizione del sistema high performance computing (Hpc) dell’Agenzia. Questo sistema, come previsto appunto dal Pnrr, sarà dedicato al monitoraggio della minaccia cyber: sarà realizzato un sistema di raccolta e analisi HyperSOC che opererà attraverso l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale e machine learning, e ci aiuterà a monitorare le minacce cybernetiche. Questo renderà molto più performante la nostra azione preventiva, consentendoci di anticipare e sviare le minacce di attacchi informatici.

Queste le opportunità offerte dall’AI. E le minacce?

Chiaramente anche la criminalità informatica si avvale di software e strumenti di AI. Quando si parla si sicurezza in ambito cinetico e cibernetico si è come in un gioco a guardia e ladri, a rincorrersi e prevedere la mossa dell’altro.  Anche le minacce che potranno essere portate attraverso sistemi di AI andranno controllate e contrastate con strumenti di AI.  L’Intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità e un rischio, ma tenderei a mettere in risalto le possibilità che vengono offerte all’umanità, che può avvantaggiarsi di questi strumenti in tutti i campi. In tema di ‘salute digitale’, ad esempio, attraverso l’applicazione di strumenti di AI si potranno fare diagnosi precoci di tumori, innovare tecniche chirurgiche. L’intelligenza artificiale va comunque sottoposta a ‘sorveglianza umana’, è necessaria la supervisione, questo è un principio indefettibile per evitare derive distopiche  da ultimo millennio.

Rispetto alle difficoltà e ai problemi attuali, uno dei temi da affrontare può essere quello della pirateria delle Pay Tv?

L’Agenzia si sta impegnando anche rispetto alla pirateria televisiva. C’è una normativa ultima, introdotta da poco, riguardo al contrasto della pirateria soprattutto per la trasmissione di eventi calcistici, questo è un po’ un punto dolente dei broadcasting che organizzano e gestiscono eventi calcistici diffusi in tutta Europa. Abbiamo su questo un ruolo un po’ defilato, come Agenzia, è una mano d’aiuto che diamo dal punto di vista meramente di supporto e di orientamento tecnico.

I cyber-attack sono sempre più in crescita, quali le strategie che l’Agenzia metterà in campo per contrastarli?

Gli attacchi informatici sono molto più numerosi rispetto agli anni precedenti, e questo si spiega con diverse cause, a cominciare dalla pandemia, che ha remotizzato i rapporti a cominciare da quelli lavorativi, sociali, amicali.
L’incremento degli attacchi riguarda l’intero pianeta. E l’Italia è in buona compagnia: anche nazioni progredite dell’Ecuropa occidentale, come Germania, Francia, Spagna, sono ugualmente esposte al rischio cyber e accusano numero di attacchi informatici come quelli che registriamo in Italia.
Va chiarito un punto: l’agenzia non va a cercare il criminale informatico – questo perché spesso l’immagine dell’agenzia viene fraintesa – noi  facciamo altro: ci dedichiamo a una attività di supporto per tutte le amministrazioni pubbliche, le imprese, i settori strategici, le grandi società che si occupano di trasporti,  per fare in modo che la loro ‘superficie digitale’ venga protetta in modo adeguato rispetto ad una minaccia informatica in continua evoluzione.
E l’Hyper soc di cui abbiamo parlato è proprio rivolto a questo scopo: monitorare l’andamento delle minacce, anche per individuare quelle incipienti che non abbiamo ancora censito, e contrastarle attivamente. L’Agenzia ha un ruolo attivo nel contrastare il Cybercrime, e i risultati si vedranno già a partire dal 2024, quando l’HyperSoc sarà attivo.

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