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Istat, +0,1% del Pil nel terzo trimestre. Ma la produttività italiana è in ritardo

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L’Istat corregge leggermente le stime preliminari diffuse ad ottobre e aumenta di uno 0,1% il Pil italiano del terzo trimestre. Senza cambiare, però, il dato annuale: la crescita acquisita per il 2023, secondo l’istituto, rimane dello 0,7%.

Nel terzo trimestre il prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,1% sia rispetto al trimestre precedente, sia nei confronti del terzo trimestre del 2022, mentre entrambi i dati erano ‘nulli’ nelle stime preliminari di qualche settimana fa.

I dati sul Pil seguono quelli rilasciati dall’istituto sull’inflazione, a novembre scesa allo 0,8%, un valore che non si vedeva da marzo 2021. Un calo che riflette l’andamento dei prezzi dei Beni energetici, ma anche quelli di alcune tipologie di servizi, dei beni alimentari e del “carrello della spesa”.

Intanto, l’istituto rilascia un altro report (le ‘misure di produttività‘) che testimonia come, al di là della crescita economica, l’Italia debba ancora risolvere lo strano paradosso della sua produttività, soprattutto relativa al lavoro.

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Secondo Istat hanno contribuito i consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private per 0,4 punti percentuali e la domanda estera netta per un punto percentuale.

Mentre la variazione delle scorte fornisce un contributo negativo (-1,3%), è “nullo il contributo sia degli investimenti fissi lordi sia della spesa delle Amministrazioni pubbliche. In crescita dello 0,3% il valore aggiunto dell’industria e dello 0,1% quello dei servizi, mentre risulta ancora in flessione il settore primario (-1,2%). Positivi gli andamenti di posizioni lavorative, unità di lavoro e ore lavorate, cresciuti rispettivamente dello 0,1%, 0,2% e 0,4%, così come i redditi pro-capite, cresciuti dell’1,1%”, è il commento dell’istituto ai dati.

Tra gli altri dati:

  • rispetto al trimestre precedente, per quanto riguarda la domanda interna risultano in crescita i consumi finali nazionali (+0,6%)
  • gli investimenti fissi lordi si riducono dello 0,1%
  • Le importazioni sono diminuite del 2% e le esportazioni sono aumentate dello 0,6%.
  • Andamenti congiunturali negativi del valore aggiunto nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,2%); andamenti positivi sia nell’industria sia nei servizi (+0,3% e +0,1% rispettivamente)

Produttività italiana indietro rispetto all’Ue

Tra i dati diffusi dall’istituto anche quelli relativi alla produttività, cioè al rapporto tra il volume dell’output e degli input che la concretizzano. Ovvero la produttività del lavoro (il rapporto tra valore aggiunto e ore lavorate) del capitale (rapporto tra valore aggiunto e input di capitale) e la Ptf, cioè la produttività totale dei fattori che riflette progresso tecnico, cambiamenti nella conoscenza, variazioni nell’efficienza dei processi produttivi. Si segnala come negli anni tra 2014 e 2022 la produttività del lavoro italiana sia cresciuta meno di quella europea: uno 0,5% di aumento annuo molto inferiore all’1,3% dell’Ue.

È cresciuta molto di più, in Italia, la produttività del capitale, a un ritmo dello 0,9% l’anno, mentre è dello 0,4% il dato della Ptf.

Nel 2022 addirittura la produttività del lavoro diminuisce dello 0,7%, come risultato di un incremento delle ore lavorate piintenso di quello del valore aggiunto, che è comunque cresciuto molto (rispettivamente +4,8% e +4,1%). C’è chi fa peggio: in Francia il dato è del -2,5%.

Il dato italiano peggiora se si allarga il focus al periodo tra 1995-2022. In questo caso la crescita media annua della produttività del lavoro in Italia scende ancora (+0,4%  rispetto al +1,6% del resto d’Europa), indietro rispetto a Francia (1,0%), Germania (1,3%) e Spagna (+0,6%).

Il paradosso del nostro Paese diventa evidente se si guarda l’evoluzione del valore aggiunto: in Italia, nel periodo 1995-2022, la crescita media annua è stata dello 0,8%, “assai inferiore a quella della media della Ue27 (+1,8%)”, dice Istat. Le ore lavorate, al contrario, hanno registrato variazioni complessivamente più limitate: una stazionarietà in Germania, +0,4% in Italia, +0,7% in Francia.

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