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La Gen Z si ribella: la vita non ruota solo attorno al lavoro

Alessio Carciofi

La Gen Z – nati tra il 1997 e il 2012, secondo la classificazione del Pew Research Center, e spesso indicati anche come Zoomer – sta oggi entrando nel mondo del lavoro e si ritrova in un momento in cui le aziende stanno evolvendo a seguito dei cambiamenti prodotti dalla pandemia. Siamo in uno scenario in movimento, dove elementi come flessibilità, ambiente di lavoro e attività extra lavorative stanno diventando fattori di grande interesse per lavoratori e aziende.

La Gen Z si trova allineata ai cambiamenti che si stanno attuando, per lei la prospettiva salariale potrebbe non essere il fattore dominante nelle scelte lavorative, mentre gli elementi prima citati – flessibilità, ambiente di lavoro accogliente, iniziative a favore del benessere mentale e fisico etc. – rivestono un ruolo di notevole importanza per la scelta del luogo di lavoro. In effetti, gli Zoomer sembrano preferire lavori part-time anziché ruoli full time, a costo anche di sentirsi ripetere le classiche frasi “questi giovani non hanno voglia di lavorare”, “ai miei tempi io…”.

 È possibile che siamo di fronte al crollo del concetto di lavoro stabile, che per decenni e generazioni non solo è stato il punto di partenza per la creazione dell’identità e dei rapporti umani, ma ha anche messo le basi per la prima casa e per una vita significativa.

La Gen Z mette invece al primo posto sé stessa, il proprio benessere, le passioni e i valori, per questo sceglie di investire in un lavoro che si allinea ad essi e alle loro necessità. Desiderano vivere la loro vita da protagonisti, scelgono chi vogliono essere e quali battaglie combattere, sono spesso più attenti alle questioni sociali, come l’uguaglianza e l’inclusione, o alla sostenibilità ambientale e non hanno paura di schierarsi per le azioni e i valori in cui credono, di scendere in piazza e far sentire la loro voce.  Hanno imparato a convivere con le difficoltà e a mettersi al primo posto, senza farsi consumare dallo stress e dalla pressione del lavoro, hanno le idee chiare su ciò che vogliono e su quello che li rende veramente felici.

Questo nuovo modo di intendere il lavoro non può essere ignorato dalle aziende. Secondo uno studio di Oxford Economics, entro il 2030 in Australia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti, il numero di lavoratori appartenenti alla Generazione Z dovrebbe più che triplicare: arriveranno a 87 milioni di persone, e rappresenteranno il 30% dell’occupazione totale.

Ci troviamo davanti a giovani che chiedono più di un lavoro, cercano un’ecosistema di benessere, dove lavoro, benessere e crescita personale vadano di pari passo.

I dati più recenti del 2023 dell’Osservatorio BenEssere Felicità, condotto da Sandro Formica, Elga Corricelli ed Elisabetta Dallavalle, sono piuttosto allarmanti e indicano un forte senso di insoddisfazione. Quasi il 60% dei lavoratori della Generazione Z sta considerando seriamente la possibilità di cambiare lavoro.

Uno degli elementi prioritari per la Generazione Z è la salute mentale: chiedono sostegno e possibilità di prendersi cura di sé stessi se necessario. I dati citati confermano la tesi secondo cui i nuovi lavoratori non accettano compromessi quando si tratta del loro benessere e della loro felicità. Le aziende che vogliono, quindi, attrarre e trattenere i talenti della Generazione Z devono forzatamente essere pronte a mettersi in discussione e rivedere i propri modelli interni.

La frase “abbiamo sempre fatto così” non avrà più valore alcuno e si inizierà a sentir dire “siamo diversi perché…”.

*Alessio Carciofi, autore del libro “Wellbeing. Il futuro umano e digitale del benessere” è professore universitario ed esperto di Marketing & Digital Wellbeing. Concilia l’impegno accademico con consulenze per aziende di spicco nel campo del corporate wellbeing & programmi ESG. Autore e speaker a TedX, dopo un personale attraversamento del burnout, ha fatto della sua esperienza un catalizzatore per la sua missione: dedicarsi con impegno al benessere digitale. Collaborando con istituzioni di rilievo, oggi guida individui e aziende verso un futuro più sano e consapevole con la tecnologia, tessendo insieme i fili di un nuovo umanesimo digitale.

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