La candidatura di Roma per ospitare l’Agenzia dell’Unione Europea per il Controllo del Riciclaggio di Denaro (Amla) è entrata nella fase finale, con Bruxelles che ha ascoltato le nove città contendenti. Il sindaco Roberto Gualtieri ha dichiarato che la candidatura di Roma è “estremamente competitiva” e ha presentato i punti di forza della città, inclusi l’ecosistema antiriciclaggio e le strutture formative offerte dalla scuola di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza.
Gualtieri ha evidenziato l’importanza della Torre all’Eur come “soluzione stand alone,” fornendo massima riservatezza e sicurezza per l’Amla. L’Italia, con la sua storia nella lotta alla criminalità organizzata, si presenta come un candidato forte, sia per i fondi offerti sia perché Roma non ospita già altre agenzie europee.
Il vice ministro Maurizio Leo (nella foto in evidenza) ha sottolineato che l’Italia è sempre stata in prima linea nella lotta al riciclaggio, vantando “altissimi livelli” e la capacità di introdurre approcci innovativi. La delegazione italiana a Bruxelles includeva anche l’ex pm di Mani Pulite e procuratore di Milano Francesco Greco.
Tuttavia, la competizione è agguerrita, con Francia, Germania e Spagna che schierano i loro massimi rappresentanti. Gualtieri ha evitato commenti sulla possibile penalizzazione dell’Italia nell’UE per la mancata ratifica del Mes.
Per l’Amla, l’Italia offre 20 milioni per parte dei costi di affitto per 8 anni, oltre a quasi 7 milioni per i costi di allestimento e 2,5 milioni per la sistemazione e l’arredamento dei locali provvisori all’Eur. La decisione finale tra Vienna, Vilnius, Riga, Francoforte, Dublino, Madrid, Bruxelles, Parigi e Roma sarà presa il 22 febbraio.
L’agenzia dovrebbe iniziare le operazioni in autunno con uno staff iniziale di circa 150 dipendenti, salendo a oltre 400 dal 2026. Il bilanciamento geografico sarà un elemento chiave nella decisione, tenendo conto delle sedi di altre agenzie europee già esistenti. La sentenza della Corte UE ha stabilito che la decisione sulla sede di un’autorità europea sarà presa congiuntamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
