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Ingegneri dell’informazione e rivoluzione digitale: parla Alessandro Astorino

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ha colto la rilevanza di un processo come quello della digitalizzazione ma anche le complessità che questa comporta, tentando fin da subito di valorizzare la figura dell’ingegnere dell’informazione. Da qui la scelta di costituire il C3I, ovvero il Comitato Italiano dell’Ingegneria dell’Informazione, un vero e proprio gruppo di lavoro su temi cruciali, dalla PA digitale (un obiettivo Pnrr) in poi. Dal 2021 è Alessandro Astorino, laurea a pieni voti in Ingegneria Gestionale presso l’Università della Calabria, a ricoprire il ruolo di coordinatore del C3I. Già consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Cosenza, Astorino ha maturato un’esperienza nei processi di innovazione digitale e anche nelle relazioni istituzionali. È il momento per confrontarsi su obiettivi raggiunti e prospettive.

Il tema è ampio e con ricadute importanti. Quale contributo pensa di aver dato al suo settore di appartenenza?

Da Coordinatore del Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione, congiuntamente al Consiglio Nazionale degli Ingegneri, abbiamo, fin dall’inizio del mio mandato, condiviso una visione improntata all’umanesimo digitale impegnandoci a valorizzare i temi etici legati alla progettazione digitale.

Entriamo più nel dettaglio.

Come ingegneri siamo impegnati a sviluppare soluzioni, algoritmi e modelli informatici. Ma, allo stesso tempo, concentriamo i nostri sforzi per il benessere della nostra società. Siamo consapevoli, infatti, di toccare una tecnologia complessa e perfino pericolosa. Esiste il rischio che un domani sorga una società opaca, controllata da una ristretta élite. Ad ogni modo, proprio perché siamo umani, siamo anche consapevoli di poter superare questi eventuali pericoli con il dialogo, il confronto, la partecipazione, la programmazione. È necessario diffondere la consapevolezza e la conoscenza delle tecnologie, dei loro rischi e delle loro opportunità. L’innovazione che vogliamo non può prescindere dal dialogo. Ha le sue radici nella libertà e vuole creare un futuro di libertà. Nel mondo reale e digitale. 

Posso quindi definirla un “umanista digitale”?

Credo profondamente nella libertà e nella centralità dell’uomo e questo è un umanesimo per il nostro tempo. In ogni mia attività, professionale e istituzionale, ho sempre riposto grande attenzione nel valorizzare e nel coinvolgere i professionisti con i quali collaboro. Da soli, forse, si fa prima, ma insieme si va lontano. Ho sempre amato il mio lavoro e, oltre le competenze, la passione ha fatto certamente la differenza. Vengo al mio impegno con C3I. Abbiamo dato un’anima al C3I, valorizzando temi etico-deontologici, abbiamo profuso un impegno poderoso, anche attraverso gruppi di lavori, su settori quali sanità digitale, sicurezza cibernetica, industria 4.0, la PA digitale, il Pnrr e molto altro ancora. Temi che oggi sono all’ordine del giorno nell’agenda del Paese.

E come si è concretizzato tutto questo?

In prima persona ho contribuito a tessere relazioni importanti con Ministeri, Consip, Agid e il Dipartimento per la Transizione Digitale affinché la categoria potesse dare il proprio contributo su temi strategici e ribadire il ruolo strategico dell’ingegnere dell’informazione. Risultati che abbiamo sempre riportato e condiviso con gli Ordini territoriali, perché sappiamo bene quanto sia importante coinvolgere e condividere certi cambiamenti anche sulle singole realtà territoriali. 

Quali sono stati gli eventi più significativi svolti nel corso del suo mandato? 

Guardi, sono stati tantissimi, ma quelli che ricordo con gioia sono l’accordo strategico con Agid sul Fascicolo Sanitario Elettronico, il protocollo d’intesa con il Centro Studi Americani, che fa importanti e molto partecipati eventi sul tema della sicurezza informatica, e gli Stati Generali dell’Ingegneria dell’Informazione svoltosi in Senato, evento nel quale siamo stati tra i primi a parlare di IA.

Quindi una vera rivoluzione rispetto al passato. Prima degli ingegneri si parlava solo nel settore delle costruzioni. Effettivamente, anche da un ricerca mirata, si evince un cambio di rotta sostanziale negli ultimi anni. Ci sono risultati meno evidenti a noi non del settore che vuole ricordare?

Come diceva Deming “Senza dati sei solo un’altra persona con un’opinione” e io adoro fornire dati soprattutto quelli che dimostrano il più importante risultato raggiunto: nel 2023 la percentuale degli ingegneri dell’informazione iscritti all’Albo è, secondo i dati proprio del Centro Studi del CNI, pari al 15,3% prima dell’attuale C3I la percentuale era al 5,8%. Abbiamo quindi interrotto e invertito una tendenza degli ingegneri dell’informazione a non iscriversi all’Albo. 

Complimenti. Qualche rimpianto?

Si è dato il massimo, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. Prima di concludere il mio mandato vorrei presentare il premio di laurea sulla cyber dedicato alla memoria del Sen. Gen. Luigi Ramponi, padre della sicurezza cibernetica del nostro Paese.

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