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Meloni: l’Italia investe un miliardo sull’intelligenza artificiale

L’annuncio di giornata sull’intelligenza artificiale italiana lo fa, un po’ a sorpresa, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video trasmesso all’inizio dell’evento organizzato dal dipartimento per la trasformazione digitale di palazzo Chigi e da Agid: ‘L’intelligenza artificiale per Italia’.

“Voglio ringraziare Cdp venture capital”, dice Meloni, perché grazie al braccio di Cassa depositi e prestiti dedicato alle startup sarà possibile “dedicare un miliardo all’AI” con un fondo apposito e utilizzando altri investimenti già attivi. Un meccanismo che ha l’obiettivo di fare da moltiplicatore e attivare altri investimenti, dice Meloni.

Intelligenza artificiale, l’obiettivo di un ‘campione nazionale’

La cifra è la grande novità dal punto di vista del sostegno italiano all’AI, in una giornata organizzata in un luogo illustre: le Corsie sistine di Santo spirito in Sassia a Roma, l’ospedale più antico d’Europa. Presenti alcuni componenti (tra gli altri Marco Camisani-Calzolari, Gianluigi Greco, Ranieri Razzante) del comitato di Palazzo Chigi sull’AI che ha messo a punto il documento da cui il Governo dovrebbe prendere spunto per la sua strategia.

Presenti anche parecchi manager, dall’Ad di Poste Matteo Del Fante a Pierroberto Folgiero di Fincantieri, da Maximo Ibarra di Engineering a Cristiano Cannarsa di Sogei: la giornata è stata proprio dedicata al dialogo con le imprese che la rivoluzione dell’AI dovranno attuarla. Un evento voluto dal sottosegretario per l’innovazione, Alessio Butti, in cui ricorre più volte l’obiettivo ultimo dei piani di palazzo Chigi: arrivare a costruire l’AI in casa, con la creazione di un campione nazionale che aiuti nell’impresa.

Anche se “naturalmente non pensiamo che si possa andare in solitaria”, precisa Butti. “Per eccellere nei mercati dell’AI servono risorse finanziarie ingenti, che come sistema Paese non abbiamo, al pari di molti altri Paesi europei. Intanto, abbiamo libera davanti a noi la strada per sviluppare soluzioni verticali che contribuiscano a far crescere l’ecosistema nazionale applicativo di cui abbiamo bisogno e che assicuri il terreno di coltura per la crescita delle nostre aziende.

I fondi per l’AI e l’effetto moltiplicatore

Quanti saranno quindi i soldi che il Governo dedicherà all’AI? Come ha spiegato Butti, oltre al miliardo annunciato dalla premier erano previsti già circa 800 mln di euro con il fondo “inaugurato con dipartimento, Acn e Cdp”. A rispondere ai numeri forniti dalla Meloni è stato agostino Scornajenchi, Ad di Cdp venture capital che ha parlato durante l’evento a Roma. In questi giorni il braccio di Cdp dedicato all’innovazione sta sviluppando il piano industriale che guiderà la strategia per i prossimi anni. E l’AI, spiega Scornajenchi, avrà un ruolo fondamentale.

“Come CDP Venture Capital siamo onorati di accogliere la responsabilità che il governo ci affida contribuendo all’implementazione della strategia sull’AI e siamo già al lavoro per definire le modalità di attuazione delle risorse dedicate che avranno un ruolo primario nel piano industriale che presenteremo all’inizio di aprile”, ha spiegato Scornajenchi.

“Declineremo questa strategia attraverso investimenti per 1 miliardo di euro, attraverso i fondi di CDP Venture Capital, che genereranno un effetto di attrazione sul mercato di altri 2 miliardi. Lavoreremo su 3 direttrici principali: il trasferimento tecnologico, per valorizzare la ricerca e le eccellenze universitarie italiane e portarle a diventare impresa, gli investimenti in fase cosiddetta early stage, aziende già esistenti che hanno bisogno di consolidarsi, e infine, investimenti orientati a creare un campione nazionale per il Large Language Model italiano, che possa assicurare supporto ai processi industriali di domani e garantire la sicurezza dei dati sensibili”.

I prossimi passi del governo

L’evento di Roma apre una settimana importante per il futuro dell’AI: il 13 marzo è previsto il voto finale del Parlamento europeo, dopodiché avverrà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e l’Europa potrà dire di aver prodotto una legge che non entrerà comunque completamente in vigore prima di un paio di anni. La calendarizzazione dell’evento, d’altronde, secondo Butti non è un caso.

Intanto il governo organizza il suo show romano per far capire che in vista del G7 l’Italia vuole avere un ruolo di primo piano nello sviluppo dell’AI in occidente. L’evento precede infatti la ministeriale G7 di questa settimana a guida italiana, ed è stata l’occasione di discutere di quale sarà la strategia italiana per l’intelligenza artificiale anche in vista della legge alla quale sta lavorando il Cdm e che dovrebbe essere presentata tra un paio di settimane.

Il provvedimento di cui parlano sia Meloni che Butti dovrà raccogliere le indicazioni dell’AI Act europeo, innanzitutto. E dovrà definire quali saranno le risorse a disposizione (circa un miliardo, appunto).

Intelligenza artificiale, la strategia italiana e cosa manca

Bisognerà poi indicare un regolatore (e in questo caso si parla di Agid, ma anche Acn e garante della privacy). Secondo la Meloni il provvedimento di legge “ha come obiettivo quello di stabilire alcuni principi, determinare le regole complementari a quelle del regolamento europeo che è in via di approvazione e individuare le misure più efficaci per stimolare il nostro tessuto produttivo”. Tra le iniziative a cui si sta lavorando, secondo Butti, anche un piano di assunzione straordinaria di ricercatori. In generale l’obiettivo del ‘campione nazionale’ non è facile da raggiungere per un Paese che parte in ritardo anche solo rispetto ad altri Paesi europei (per non parlare degli Stati Uniti); come la Francia, che ha già generato un player come Mistral AI.

Ma al di là del traguardo di arrivare a ‘farci l’AI in casa’, alcuni obiettivi già li abbiamo: per il 2025 bisogna arrivare ad almeno 150 progetti di intelligenza artificiale che diventeranno, nel 2026, 400, come recita il Piano nazionale dell’informatica presentato recentemente da Agid (presente all’evento anche il Dg, Mario Nobile). Secondo studi Accenture, solo in ambito PA, saranno almeno 35mila i nuovi posti di lavoro creati dall’AI, ha ricordato durante l’evento Franco Turconi, responsabile Health & Public Service di Accenture Italia.

Cosa stanno facendo le aziende con l’AI

Mentre si attende che il Governo tracci la strada, le grandi imprese hanno già iniziato a sviluppare soluzioni. Poste (il primo utilizzatore del paese di Cloud Computing, secondo l’Ad Del Fante) sta testando ad esempio uno strumento di copilot, “una sorta di assistente dei nostri consulenti”, dice l’Ad, convinto che la sfida sia “non lasciare nessuno indietro”, anche i “cittadini meno digitali”. Il concetto, dice l’Ad di Sogei Cristiano Cannarsa, è cogliere il massimo dall’AI minimizzando i rischi.

Maximo Ibarra racconta che Engineering lavora già a circa un centinaio di progetti di AI generativa, che diventano un migliaio nell’ultimo anno se si considera l’AI a 360 gradi. Pierroberto Folgiero di Fincantieri spiega poi che l’azienda sta modernizzando tutte le attività di cantiere, “robotizzando” ad esempio la saldatura, mentre gli algoritmi vengono applicati per la creazione di data lake con la conoscenza di Fincantieri messa a disposizione dei giovani ingegneri. Presenti all’evento anche le startup, come 3bee: il fondatore Niccolò Calandri ha spiegato come l’impresa stia utilizzando l’intelligenza artificiale per mappare il continente e proteggerne la biodiversità. Federico Frontali, di Awentia, illustra invece come dalle immagini si possano avere dati di qualità da mettere a disposizione delle aziende. Un tema prioritario per i grandi Gruppi industriali.

L’Ad di Ferrovie dello Stato Luigi Ferraris ricorda che la “gestione del dato è un fattore chiave”, perché lì si innesta l’applicazione dell’intelligenza artificiale. “Se non abbiamo dei dati chiaramente gestiti rischiamo di non avere le informazioni che ci aspettiamo”. Per il monitoraggio delle infrastrutture, dice l’Ad, sarebbe importante avere “dati certi sul livello di stress delle infrastrutture e poter creare una sorta di digital twin della rete ferroviaria”. L’obiettivo di Fs, dice, è avere una copertura a tappeto sui dati della rete ferroviaria “per sviluppare algoritmi che ci diano delle risposte e abilitino la manutenzione preventiva”. Intanto bisogna “creare le condizioni perché nascano startup su singoli progetti, mentre il grande Gruppo ha il compito di seguirle, contaminandosi. Presto annunceremo un accordo in questa direzione”, dice Ferraris.

Per Fabrizio Palermo, Ceo di Acea, l’AI è legata da una parte alla gestione delle persone e dall’altra a “quella delle infrastrutture, come quelle idriche, elettriche e dei rifiuti”. Acea sta sperimentando sulla manutenzione predittiva, che può rappresentare “una svolta per il contenimento dei costi”. Non si pensa spesso “al collegamento tra AI e acqua: si può gestire meglio il ciclo idirco, ma l’acqua serve ad alimentare proprio l’AI. “Il consumo per il raffreddamento dei server dei data center continua ad aumentare”, e questo significa che la gestione del ciclo idrico sarà sempre più importante. Secondo Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria e presidente e Ad di Marcegaglia holding, “bisogna mettere al centro le imprese per ottenere risutlati e fare in modo che l’AI diventi un boost di competitività per tutte le imprese”.

Intelligenza artificiale, la strategia italiana

A spiegare le base della strategia a cui sta lavorando il Governo è Butti stesso: “Il governo e il mio Dipartimento in particolare stanno approntando la strategia nazionale sul settore e sono pertanto ben lieto di accennare, in una circostanza appropriata come quella odierna, alcuni punti qualificanti del percorso normativo che prevediamo, il DDL a cui presto daremo seguito sulla base di precisi orientamenti”.

Quali sono i capisaldi da cui partire? Eccoli, esposti dallo stesso Butti:

  • Il primo punto, dice il Sottosegretario, è quello del golden power, con “l’attribuzione alla Presidenza del Consiglio dell’alta responsabilità politica in materia di IA che riguarda sicurezza nazionale e interessi strategici, con le conseguenti integrazioni della normativa golden power. Il regolamento UE non si occupa di sicurezza e difesa perché non di competenza comunitaria”, dice Butti.
  • Il secondo punto “riguarda l’attribuzione al Comitato Interministeriale per la Trasformazione Digitale del compito di definire la strategia nazionale. L’attribuzione della responsabilità politica in materia di IA al PCM si traduce nella definizione della strategia nazionale per l’IA che viene collegialmente valutata dal CITD”.
  • Il terzo è “l’individuazione dell’autorità competente per l’AI ai sensi del regolamento UE. Parliamo prevedibilmente di un’agenzia e non di un’autorità indipendente. Un organismo con un ruolo di supporto all’attuazione della strategia nazionale, ma anche con funzioni di vigilanza e sanzioni”.
  • Poi “vi è il problema della creazione di strumenti operativi per l’attuazione della strategia nazionale. Pensiamo alla costituzione di una Fondazione e di fondi finanziari per l’avvio di progetti di interesse nazionale, attraverso un sistema che consenta di promuovere ricerca e sviluppo, selezionare i progetti più innovativi e finanziare start-up e imprese ad alta tecnologia per traslare sul mercato i risultati delle ricerche”.
  • Altri due temi fondamentali sono naturalmente capacità di calcolo ed energia. Secondo Butti “dobbiamo dotarci di capacità di calcolo autonoma. La presenza del supercomputer Leonardo a Bologna rappresenta una grande risorsa, ma non può essere l’unica e va considerato che la capacità di calcolo non può essere polverizzata nelle mani di ciascun utilizzatore. Occorrerà aggregare e dotarsi di infrastrutture condivise. Sappiamo infine che queste infrastrutture pongono problemi di sostenibilità immensi in termini di consumo energetico e di risorse idriche”.
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