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Rischio di concentrazione: polemiche sulla cessione di PagoPa

L’Antitrust ha lanciato l’allarme: la cessione di PagoPa, la piattaforma per i pagamenti digitali verso la pubblica amministrazione, potrebbe minare la concorrenza nel settore. Il piano del governo di trasferire il controllo della piattaforma all’Istituto Poligrafico e a Poste ha sollevato dubbi e critiche, non solo dalle banche, ma anche dall’Associazione Bancaria Italiana (Abi) e dalle autorità di vigilanza.

La norma inserita nel decreto Pnrr, che prevede il trasferimento dell’intera partecipazione statale a queste entità, ha destato preoccupazione per le possibili conseguenze sulla concorrenza. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha evidenziato “alcune criticità concorrenziali”, chiedendo al legislatore di rivalutare la decisione e valutare alternative che garantiscano una procedura trasparente e non discriminatoria.

L’Abi ha avvertito sui rischi di creare uno squilibrio competitivo, temendo che il controllo congiunto di PagoPa da parte di Istituto Poligrafico e Poste possa alterare l’equilibrio tra i prestatori di servizi di pagamento. C’è preoccupazione che Poste possa avere un vantaggio indebito nell’accesso alle informazioni di mercato, compromettendo la concorrenza nel settore.

Anche se Poste si è impegnata a mantenere la riservatezza dei dati, il giudizio dell’Antitrust ha riaccende le polemiche. Le associazioni dei consumatori hanno criticato questo presunto vantaggio competitivo a discapito del mercato, mentre il Partito Democratico ha annunciato un emendamento per sopprimere la norma contestata.

Nel frattempo, la Corte dei Conti ha sollevato preoccupazioni sul nodo sanità, concentrando i suoi rilievi sulla rimodulazione dei fondi destinati alla sanità nel decreto Pnrr. Lo spostamento degli investimenti dal programma ‘Verso un ospedale sicuro e sostenibile’ al Fondo ex art. 20 potrebbe ridurre le risorse complessive disponibili per gli investimenti in sanità e ritardare l’attuazione del progetto.

La mancanza di dettagli nella relazione tecnica riguardo alle misure per cui è previsto un aumento dei costi ha sollevato ulteriori dubbi sulla futura necessità di integrazioni degli stanziamenti di spesa.

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