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‘Mass Damper’, l’Italia esporta dispositivi antisismici che salvano migliaia di vite ma investe poco

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Palazzi piegati dal sisma, come se fossero riproduzioni in serie di una Torre pendente di Pisa un po’ più inclinata. A Taiwan, il terremoto con scosse di magnitudo 7.4 e 6.5 – il più forte degli ultimi 25 anni – non ha quasi fatto crollare le case. Merito dell’ingegneria anti-sismica (in cui Paesi come Cina e Giappone sono campioni) e di strumenti come la ‘Mass Damper’ (TMD): un particolare “smorzatore di massa” (letteralmente in italiano vuol dire proprio questo) che prevede cedimenti strutturali. Anche in Italia abbiamo esempi di questo dispositivo: la Mass Damper della torre Eurosky, il più alto edificio residenziale di Roma, è stata progettata e prodotta dalla società di ingegneria italiana Somma.

La Torre Eurosky è il più alto edificio residenziale di Roma e rappresenta il primo esempio in Italia in cui viene applicata la strategia della Mass Damper

La Mass Damper viene installata sulla cima degli edifici ed è ciò che ha permesso di salvare dal sisma devastante di Taiwan il Taipei 101, l’undicesimo grattacielo più alto al mondo. In pratica il dispositivo gestisce l’energia introdotta da una serie di forze in un sistema vibrante (l’energia del terremoto, appunto), provocando deliberatamente la risonanza di una parte del sistema in modo che il resto rimanga stabile. Quando arriva un terremoto non solo la struttura non si lesiona, ma non cadono armadi o non si rompono vetri.

Una veduta del Taipei 101 a Taiwan

“In realtà la Mass Damper viene utilizzata soltanto per gli edifici alti, perché nel momento in cui questi cominciano a oscillare il dispositivo tende a raddrizzarli. Quindi se in Italia abbiamo poche installazioni è perché non costruiamo in altezza e abbiamo strutture con una volumetria più parallelepipeda”, ha spiegato a Fortune Italia Maria Chiara Castino, amministratore unico e direttore tecnico della società Somma.

C’è l’Eurosky di Roma, 30 piani fuori terra per un totale di 120 metri di altezza. E c’è la Torre civica del palazzo comunale di Rieti: un edificio ‘vecchio’ a cui la Mass Damper è stata aggiunta successivamente.

“La stragrande maggioranza delle nostre case, però, sono basse. In queste strutture i dispositivi di isolamento sismico stanno sotto, in modo tale che il sisma venga ‘filtrato’ e ne arrivi all’edificio una minima parte”, chiarisce Castino.

“Dopo il terremoto dell’Aquila del 2009, queste tecnologie fortunatamente si sono diffuse molto. Ma c’è ancora un certo scetticismo a riguardo ed è un problema, perché ci sono alcune aree del nostro Paese, come la zona appenninica, altamente sismiche. E mentre con terremoti forti il Giappone convive e quasi non se ne accorge, in Italia scosse più deboli rischierebbero di fare danni incredibili”. Del resto il bilancio del terremoto di Taiwan è stato di 9 morti: un numero ridotto se rapportato alla violenza del sisma.

Nel 2016, con il terremoto di Amatrice, Castino ha progettato la ricostruzione di alcuni edifici. Quando ha proposto di installare dispositivi di isolamento sismico sotto ai palazzi, ha incontrato l’opposizione di chi “non si sente al sicuro a pensare di vivere in una casa staccata dal terreno”.

“Non è così”, precisa. È una tecnica sicura che viene adottata anche per le passerelle pedonali che vibrano al passaggio della folla. Inoltre, realizzare un edificio nuovo con piano di isolamento alla base, permette di usare meno ferro nel cemento. E se si vuole fare un’analisi di costi-benefici, si ha un risparmio sia di materiali che di manodopera.

Quanto costa una ‘Mass Damper’ o un dispositivo di isolamento sismico?

Il prezzo di Mass Damper o di dispositivi antisismici è variabile. Dipende dal tipo di edificio, dalla grandezza, se sia una costruzione recente o meno. In media si parla di decine di migliaia di euro. 

La Mass Damper del Taipei 101 (Taiwan)

I Paesi in cui queste tecnologie stanno crescendo di più, spiega l’amministratore unico di Somma, sono il Nord Africa (dove c’è un particolare fermento nel campo delle nuove costruzioni) e la Turchia (area fortemente sismica: il 6 febbraio 2023 una scossa di terremoto 7.8 ha colpito i territori della Turchia sud-orientale e della Siria nord-occidentale provocando quasi 60.000 vittime).

“In Italia dovremmo investire di più”, conclude Castino. Per smetterla di continuare a contare morti anche in presenza di terremoti di magnitudo di molto inferiori a quelli che colpiscono altre zone del mondo.

(Nella foto in evidenza un palazzo inclinato dopo il sisma del 3 aprile a Taiwan) 

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