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Come usare l’intelligenza artificiale in una pmi, secondo Google

intelligenza artificiale imprese supply chain

Sarà già capitato a molti di chiedere a uno strumento di intelligenza artificiale quale sia il modo migliore per usare l’AI stessa nella propria impresa. Rispondere a questa domanda, per Google, ha un valore duplice: aiutare il vastissimo pubblico delle pmi in Italia con un’iniziativa apposita lanciata oggi (‘IA per il Made in Italy’) mentre allarga la platea delle sue soluzioni AI a livello globale.

Facciamo l’esempio di un’azienda del metalmeccanico. Con l’intelligenza artificiale può gestire il magazzino, analizzare le scorte e ottimizzare gli ordini; simulare virtualmente i suoi macchinari, capire come cambi la produzione in base a fattori diversi, ottimizzarne i parametri. Può distribuire i carichi di lavoro e fare manutenzione predittiva per i clienti con l’installazione di sensori sui prodotti. Il riassunto (anzi, la demo) è firmato proprio Google, che ha lanciato l’iniziativa per il Made in Italy per affiancare le piccole e medie imprese nel percorso che (ormai necessariamente) le dovrà portare a utilizzare i nuovi strumenti di intelligenza artificiale.

Secondo l’azienda, per usare l’AI servono competenze e ‘visione strategica’. In altre parole, serve capire cosa fare con l’AI, e come può essere utile alla propria azienda. Lo riassume Melissa Ferretti Peretti, Country Manager e Vp in Italia della società: l’intelligenza artificiale “rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane, in modo particolare per le PMI che storicamente nel nostro paese soffrono di un gap di produttività”.

Google e la platea dell’intelligenza artificiale

Anche in Italia per la Big Tech è arrivato il momento di allargare la platea dell’AI. L’iniziativa sulle pmi non è casuale, e si inserisce in un percorso che Alphabet sta attuando a livello globale. Basta pensare al Magic Editor di Google per le foto, ad esempio, presto disponibile a tutti gli utenti di Google Foto. Intanto l’open source è stato già applicato ad alcuni modelli linguistici (chiamati Gemma) di Gemini, in una mossa che mira a coinvolgere sempre più sviluppatori: il primo step per arrivare, a cascata, a consumatori e imprese. Imprese per le quali accedere alle funzioni di AI generativa, tramite cloud, sarà sempre più facile, come annunciato nell’ultimo Google Cloud Next.

Ne parla con Fortune Italia Diego Ciulli, Head of Public Policy di Google Italy. Secondo la prospettiva privilegiata di Google (che da anni lavora agli Llm) il picco dell’AI di questi anni “è un picco di democratizzazione, più che tecnologico”, spiega Ciulli. “È evidente che per noi la priorità è che l’opportunità la colgano anche le pmi, soprattutto in Italia, che solo così potrebbe entrare appieno nell’era dell’AI”.

“L’idea è proprio l’allargamento del mercato di riferimento. Nelle grandi imprese l’adozione è spontanea, nelle imprese più piccole il rischio è arrivare in ritardo”. Nel caso dell’Italia, dove le pmi compongono la stragrande maggioranza del tessuto imprenditoriale, la conseguenza sarebbe “perdere posizioni di competitività” a livello internazionale.

Commentando le strategie della Big Tech, Ciulli parla di una “divisione del lavoro tra ‘global’ e ‘local’: da una parte Google a livello mondiale mette i suoi algoritmi a disposizione di tutti – sviluppatori, imprese e persone – direttamente sul cloud”. Dall’altra parte, a livello locale, quelle stesse tecnologie oggi ancora più aperte – ma che  società tecnologiche e startup mettono a punto da anni, come per il riconoscimento delle immagini con AI – possono essere utilizzate da un’azienda manifatturiera “per fare ad esempio manutenzione predittiva”. O da un’azienda ortofrutticola “per distinguere le mele più mature da quelle meno mature. Ora queste tecnologie le possono usare tutti, attraverso il cloud”, dice Ciulli.

La ricerca Google resta gratuita

Il lancio di nuovi strumenti di IA ultimamente in Google avviene con “cadenza settimanale, nel caso dei modelli messi a disposizione per gli sviluppatori, con una parte ora addirittura open source”.

Insieme all’allargamento della platea AI arriverà anche un cambiamento di modello di business? Ciulli dice che “non abbiamo in programma di monetizzare in maniera diversa il motore di ricerca. Crediamo che il modello attuale funzioni. Mettiamo a disposizione di tutti potenza di calcolo, modelli pre-allenati e spazio di archiviazione per rendere l’AI un’opportunità. Un modello sicuramente diverso dal modello di ricerca basato sulla pubblicità, e più simile a quello del cloud computing”.

L’impatto della strategia italiana

Al di là delle iniziative delle Big Tech, il futuro delle imprese italiane passa anche dalle decisioni prese a livello europeo (come l’AI Act) e nazionale. Secondo Ciulli la strategia italiana emersa dall’executive summary pubblicato qualche giorno fa “va nella direzione giusta”, così come il ddl che dovrebbe arrivare in Parlamento nei prossimi giorni. “L’unica raccomandazione è che se in Italia si decide di ‘aggiungere qualcosa’ bisogna stare attenti a non andare in sovrapposizione o contrapposizione con la normativa europea, perché così è più difficile mettere a terra gli investimenti e si limita la possibilità delle imprese di accedere alle tecnologie. Se invece il ddl è uno strumento, e credo lo sia, per far cogliere opportunità alle imprese e finanziare le startup, è un’ottima cosa”.

Sul copyright (un tema presente nella bozza del ddl e che riguarda da vicino le piattaforme) Ciulli dice che già “l’AI Act aveva trovato un bilanciamento e ho fiducia nel governo italiano che si muova in coerenza con quanto fatto a livello europeo. Non mi aspetto che ci siano fughe in avanti, sarebbero dannose per il nostro Paese”.

Ciulli ricorda la ministeriale di Verona e Trento su industria e digitale, durante la quale è stata promossa una dichiarazione congiunta tra governo e imprese: “Non è un fatto banale che le grandi aziende multinazionali firmino una dichiarazione di questo tipo”.

Google e la scommessa sulle pmi

L’allargamento di platea, nel caso dell’ultimo annuncio di Google, riguarda quindi le pmi italiane. ‘IA per il Made in Italy’, spiega Google, vuole accompagnare le imprese in modi diversi: consulenze personalizzate e corsi  di  formazione  gratuiti – online e sul territorio  – per permettere di integrare l’intelligenza artificiale nelle attività. Ma anche report per capire a che punto è la propria azienda e un fondo da un milione di euro (nell’ambito dell’AI Opportunity Initiative for Europe annunciata lo scorso febbraio, e del suo AI Opportunity Fund europeo) per i lavoratori più a rischio con l’avvento dell’intelligenza artificiale. Al fondo accederanno organizzazioni non profit  e imprese sociali che si rivolgono ai lavoratori che hanno più bisogno di acquisire competenze.

La scelta di tempo da parte di Google non è casuale, e coincide con il lancio della prima Giornata nazionale del Made in Italy. Il primo degli appuntamenti Google dedicati alle pmi nei suoi spazi fisici fa proprio parte dell’iniziativa voluta dal ministero di Adolfo Urso, e si terrà a Bergamo dal 17 al 19 aprile, in collaborazione con Anima Confindustria, dedicato al settore metalmeccanico.

Gli step di Google per le pmi

Ecco quali step potrà seguire una pmi, secondo il percorso preparato da Google:

  • Con AI Smart Report si potrà capire la “maturità digitale” della propria impresa. Si tratta di uno strumento basato su una ricerca condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano e che permette di individuare le tecnologie più utili.
  • Google ha preparato delle demo per alcuni casi specifici; online e negli spazi interattivi di Google in Italia ci sono quelle dedicate ai settori metalmeccanico, abbigliamento, arredamento e agricoltura.
  • Dopo aver capito a grandi linee cosa fare, un’impresa potrebbe decidere di approfittare di consulenze dedicate per capire come usare l’intelligenza artificiale. Con gli esperti di Google si può parlare sia online che di persona.
  • Altro punto focale dell’iniziativa sono i corsi di formazione, che per Google non sono una novità. Dall’introduzione al Cloud ai fondamenti del Machine learning, fino all’utilizzo dell’AI generativa nel lavoro quotidiano, sono diversi gi argomenti già disponibili. L’offerta dei corsi verrà aggiornata con nuovi contenuti, dice Google.
  • Tra i fondi, va segnalato anche “crescerAI”, il bando di Fondo per la Repubblica Digitale con l’obiettivo di supportare lo sviluppo  di  soluzioni  di  AI per le pmi. Il progetto è  sostenuto da un finanziamento  da oltre 2 mln di euro di Google.org, parte dell’AI Social Innovation Fund.

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