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Tav, un nuovo compromesso: il governo prende tempo

Lega e Cinquestelle hanno trovato un nuovo compromesso. Sulla Tav, il governo prende tempo senza costringere nessuno a intestarsi una decisione che resta difficile da digerire, in un senso o nell’altro. Un compromesso giocato sul filo delle parole, intorno alla distinzione fra bandi e avvisi per manifestazione di interesse al mercato, che sfrutta una clausola del diritto francese: c’è una fase uno, lunga sei mesi, in cui recedere da un impegno per ragioni politiche non rappresenta un costo economico.

E in questa zona grigia è possibile per la Lega continuare a sostenere che l’opera non si ferma, che si può fare e si farà e per i Cinquestelle che i bandi sono rinviati e che la Tav non si farà più. Se per la prima parte dei due ragionamenti paradossalmente possono essere vere entrambe le cose, per la seconda bisognerà vedere soprattutto che governo ci sarà fra sei mesi e con quali rapporti di forza.

Per descrivere la situazione fino in fondo è necessario mettere in fila le esternazioni di oggi.

Palazzo Chigi, dopo le indiscrezioni su una lettera inviata al cda di Telt, la società Italo-francese per la Tav, precisa che lunedì non saranno approvati i bandi. Si tratta infatti di avvisi per manifestazione di interesse del mercato che invece lunedì partiranno, come specificato nella risposta di Telt.

Il leader M5S Luigi Di Maio scrive su Facebook che sulla Tav “la situazione si sta risolvendo positivamente”. Quindi, nel tentativo di archiviare velocemente l’aria di crisi che si è respirata in queste ore, rilancia: “ora parliamo di altro e andiamo avanti. Andiamo avanti con altre opere, con Quota 100, con investimenti produttivi per le imprese, con il Reddito di cittadinanza e con tutto ciò di cui il Paese ha bisogno, ora. Ce lo chiedono gli italiani”.

Matteo Salvini, dopo gli ultimatum di ieri, rimensiona lo scontro e difende l’orizzonte della legislatura. “Noi regaliamo agli italiani cinque anni di governo. Non c’è nessuna crisi in vista. Non ci penso neanche. Abbiamo fatto tanto in nove mesi e voglio fare ancora di più in cinque anni. La situazione economica è tale che nessuno si può permettere di giocare sul futuro degli italiani”. Quindi, il passaggio sulla Tav. “Il dibattito di adesso è sul nulla. I bandi non impegnano niente e nessuno. Io mi rifaccio al contratto di governo che prevede una revisione dell’opera. Non sta scritto da nessuna parte la cancellazione dell’opera”. E quindi, addio alla tav? Non sembra proprio. “Se un accordo non si trova al governo si può trovare nel Parlamento o nel Paese. Io sono disponibile a tutto, a un pronunciamento del Parlamento, a un pronunciamento degli italiani con un referendum”.

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