Subito dopo che le bombe russe sono piovute sull’Ucraina, i mercati azionari di tutto il mondo e i futures statunitensi sono crollati.
“La reazione del mercato a questi sviluppi è stata sismica”, ha detto agli investitori Jim Reid, thematic research strategist della Deutsche Bank, come si racconta in un articolo su Fortune.com.
I futures vanno verso un calo di quasi il 3% sul Nasdaq, spingendo l’indice tecnologico pesantemente vicino al territorio ribassista. Il benchmark S&P sembra solo leggermente migliore.
Tokyo ha lasciato sul terreno l’1,81%, con il Nikkei scivolato sui minimi da 15 mesi, mentre a Hong Kong l’Hang Seng è crollato del 3,21%. Il panico si è diffuso anche in Europa dove le Borse hanno riportato perdite tra il 4 e il 5% subito dopo l’inizio delle contrattazioni. In calo anche piazza Affari dove a soffrire di più sono soprattutto i titoli bancari, anche perché gli istituti italiani, assieme a quelli francesi, sono tra i più esposti verso la Russia.
Ma le perdite più consistenti si registrano alla Borsa di Mosca, interessata da una raffica di sospensioni, che è scesa fino a -45% con il rublo ai minimi storici, che perde perso il 9% nei confronti del dollaro.
Anche le criptovalute si stanno rivelando tutt’altro che un porto sicuro. Bitcoin è sceso a un minimo di 34.300 dollari prima di recuperare leggermente.
La Russia come è noto è tra i principali esportatori di petrolio e gas e dunque l’attacco all’Ucraina ha messo le ali al Brent che ora viaggia al top da 7 anni, sopra i 103 dollari. Ai massimi anche oro, platino e palladio. Ma sono un po’ tutte le materie prime a schizzare verso l’alto. Il grano è al picco da 9 anni, con il +5,90%, il mais da 33 mesi con il +5,5% e la soia da 9 anni e mezzo con il +2,87%.