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SweetGuest, come gestire gli affitti su Airbnb

Rivoluzionare gli affitti di case vacanze, massimizzandone i profitti e aiutando i proprietari degli immobili a creare maggior potenziale e miglior guadagno. È la mission di SweetGuest, startup leader nella gestione degli affitti brevi sulla piattaforma Airbnb. Un sistema all’avanguardia che permette ai proprietari di case di affittare i loro immobili, lasciando la gestione interamente ai consulenti dell’applicazione. Un’azienda giovane, nata a Milano nel marzo 2016 dall’intuizione di due imprenditori under30: Rocco Lomazzi ed Edoardo Grattirola. Il successo è immediato, la startup attira l’attenzione di importanti investitori, istituzionali e privati, che credono in questa realtà e investono un primo round di un milione di euro.

Rocco Lomazzi, ceo e founder SweetGuest, intervistato da Fortune Italia si dice soddisfatto dei risultati ottenuti fino a questo momento e parla di un mercato in piena evoluzione: “Il settore degli affitti brevi – dice – cresce in doppia cifra anno su anno. Oggi solo su Airbnb in Italia ci sono più di 400mila appartamenti iscritti. È un mercato che è esploso perché ci sono tanti opportunità in termini di turismo. L’affitto breve dà tanti vantaggi rispetto all’affitto tradizionale perché non c’è il rischio di insolvenza da parte degli inquilini”. E l’Italia è proprio una delle mete preferite sul portale Airbnb: lo scorso anno ben 8 milioni di visitatori hanno scelto case vacanza nel nostro Paese, con un guadagno medio di oltre 2000 euro ad host.

Come funziona SweetGuest. Dopo una prima valutazione gratuita dell’immobile, gli esperti di SweetGuest seguono ogni fase della gestione dell’affitto: dallo shooting fotografico professionale, alla consulenza di interior design, alla manutenzione e cura dell’immobile, al check-in e check-out. E il proprietario? Si rilassa e segue tutte le fasi da una dashboard sul proprio dispositivo preferito. Il 20% del guadagno rimane a SweetGuest. Alla base del successo c’è ‘Booking Booster’, il software proprietario ideato dai due fondatori, che permette di ottimizzare il posizionamento e la redditività degli annunci. A due anni dalla nascita della piattaforma, il numero di persone ospitate supera le 50.000, e quello delle case in gestione supera le 640. Dopo il primo anno di attività Sweetguest ha raccolto un secondo round di investimenti pari a 1,5 milioni di euro. Un business in continua evoluzione che ha portato la società, con headquarter a Milano, ad aprire nuove sedi a Firenze, Roma e Venezia, con 40 dipendenti in totale e circa 50 collaboratori in tutta Italia. Ad aprile 2018 Sweetguest è stata selezionata da Airbnb come primo partner italiano “Professional Co-Host”, il titolo riconosciuto alle aziende che hanno ottenuto i migliori risultati nello svolgimento del ruolo di “host” Airbnb per conto dei proprietari di immobili. È il segno evidente che anche l’Italia può fare molto sulla sharing economy e su innovazione e tecnologia per accrescere i guadagni del settore.

Il tema della regolamentazione degli affitti brevi non preoccupa affatto Lomazzi, anzi “è più che positivo per noi – dice – perché ci permette di migliorare la qualità dei prodotti sul mercato, favorisce chi lavora in maniera professionale e penalizza chi improvvisa, quindi siamo assolutamente favorevoli ad una regolamentazione che faccia pagare le tasse”. Sulle polemiche dell’associazione di categoria Federalberghi con Airbnb precisa: “Stiamo parlando di due mercati completamente diversi. Chi va in albergo vuole un servizio diverso da quello che offriamo noi. In ogni caso quando c’è concorrenza a beneficiarne sono i consumatori e penso sia una cosa molto importante. D’altro canto, il fatto che sia esploso Airbnb è una delle grandi ragioni per il quale il turismo è aumentato in Italia, quindi la torta non è diminuita ma è aumentata per tutti. Non credo che le polemiche del mondo alberghiero siano giustificate”.

L’obiettivo del team di SweetGuest per il 2018 “è quello di consolidare ulteriormente la posizione nel settore della gestione degli immobili per affitti brevi, dando un contributo alla valorizzazione del patrimonio turistico, culturale e immobiliare italiano” – conclude Rocco Lomazzi.

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