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In manette sindaco di Riace, nel 2016 tra i più ‘influenti’ di Fortune

Arresti domiciliari per il sindaco di Riace Domenico Lucano, simbolo dell’accoglienza verso i migranti. E’ accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. L’arresto è arrivato su richiesta della Procura della Repubblica di Locri.

Disposto anche il divieto di dimora nei confronti della compagna di Lucano, Tesfahun Lemlem, accusata degli stessi reati contestati al sindaco. Al primo cittadino vengono contestate alcune soluzioni illegali di regolarizzazione di cittadini immigrati, come il tentativo di sposare una immigrata nigeriana a cui, in precedenza, era stato negato il diritto d’asilo.

Puntuale la polemica politica con il blog dei Cinquestelle che decreta “finito il business dell’immigrazione a Riace” e sottolinea “che quello di Riace non era un modello”. Ancora più duro il ministro dell’Interno Matteo Salvini che si chiede “cosa diranno ora i buonisti e Saviano”. Il quale risponde a stretto giro: “E’ un passo verso l’autoritarismo”.

L’impegno di Lucano in favore dei migranti gli ha dato enorme notorietà anche a livello internazionale, tanto che nel 2016 ‘Fortune‘ lo ha inserito tra le 50 personalità più potenti nel mondo. I guai per Lucano cominciarono quando la Prefettura di Reggio Calabria, lo scorso anno, dispose un’ispezione nel Comune di Riace dalla quale emersero una serie di irregolarità nell’utilizzo dei finanziamenti governativi per la gestione dei migranti. I risultati dell’ispezione fecero scattare l’inchiesta della Procura della Repubblica di Locri da cui sono emersi gli illeciti che oggi hanno portato all’arresto di Lucano e della compagna.

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