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Independent: Italia verso fascismo. Salvini: non arretro

“Secondo il quotidiano britannico ‘The Independent’ l’Italia starebbe diventando fascista”, apre così il post su Fb del vicepremier Matteo Salvini in risposta all’articolo a firma dal vicedirettore Sean O’Grady, che definisce le politiche messe in atto dal ‘governo del cambiamento’ “non solo neo-fasciste e crudeli, ma anche pazzoidi”.

“…Che strano, da qualche mese questi ‘giornaloni’ stranieri sono diventati tutti esperti di politica italiana – si legge nel post del vicepremier leghista – Non faremo favori ai Soros, agli Juncker, agli speculatori che vorrebbero un’Italia impaurita – aggiunge – Il vento sta cambiando, in tutta Europa. Io non arretro di un millimetro”.

Ma i timori di una deriva autoritaria per l’Italia non echeggiano solo Oltreconfine: una ‘tirata di orecchie’, a questo giro, arriva dal presidente emerito della Consulta Ugo De Siervo, diretta in particolare all’ex leader pentastellato Beppe Grillo il quale, in occasione della Leopolda, ha suggerito con la pacatezza che lo caratterizza la necessità di “togliere i poteri al Capo di Stato”.

Un’idea che, spiega Siervo in un’intervista alla Stampa, “denota una pessima cultura giuridica e istituzionale. Ma soprattutto una pericolosissima tendenza a trasformare il legittimo potere delle maggioranze in un potere assoluto su tutto e tutti”.

“Il sistema del ‘check and balance’, dei pesi e contrappesi del potere – prosegue Siervo – è l’essenza di una democrazia moderna. Dando potere al Capo dello Stato, si salvaguardano gli interessi generali del Paese che non necessariamente coincidono con quelli contingenti di una maggioranza al governo. È lo stesso motivo per cui la Costituzione viene prima delle leggi: un Parlamento, se vuole, può cambiare il 95% delle leggi, ma anche se ha avuto il successo elettorale non può intaccare alcuni principi di fondo, penso ad esempio all’autonomia e indipendenza della magistratura”.

Sulla necessità di una maggiore velocità nelle decisioni, “quando vediamo il pasticcio paradossale del decreto fiscale, con un vicepremier, il quale avrebbe verbalizzato la discussione in consiglio dei ministri e poi controfirmato il testo, che in quel testo non si riconosce, che cos’è? Velocità nelle decisioni oppure cialtroneria? E così anche per altri decreti emessi da questo governo: i ritardi – evidenzia De Siervo – non vengono certo per il Quirinale, ma per una certa confusione di idee interne al governo. Non si può scaricare la responsabilità dei ritardi su un organo che nemmeno è entrato in funzione”.

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