NF24
Cerca
Close this search box.

Manovra, Salvini contro Moscovici: non siamo accattoni

L’ennesima bacchettata di Pierre Moscovici al Governo italiano non è proprio andata giù a Matteo Salvini. Sulla manovra, con l’Italia non può esserci “una trattativa da mercante di tappeti”, ha detto il Commissario europeo agli affari economici, per quanto possa esserci un accordo sulle regole. Il Vicepremier ha assegnato alla dichiarazione un significato più ampio, estendendo quella che considera un’offesa non solo all’esecutivo, ma a tutti gli italiani, che non solo non sono mercanti di tappeti, ma neanche “accattoni”. “Moscovici continua ad insultare gli italiani”, ha detto, integrando il concetto, il leader della Lega, “ma il suo stipendio è pagato anche dagli italiani. Ora basta, la pazienza è finita”.
Con l’Italia “possiamo avere un accordo sulle regole, avvicinarci a queste regole, ma non può esserci una trattativa da mercanti di tappeti”, ha detto Moscovici ai deputati della commissione per gli Affari europei all’Assemblea Nazionale di Parigi. Il commissario ha poi utilizzato una metafora sportiva per spiegare la situazione attuale del tira e molla con l’Italia. Nel tennis, ha detto, “quando la pallina cade sulla linea, magari leggermente all’esterno, un arbitro indulgente può considerare che hai segnato il punto (…) Ma se lanci la pallina sugli spalti, non c’è arbitro che possa accettare il punto”. Oggi, con l’Italia, “la pallina è sugli spalti, e la Commissione è l’arbitro”. Moscovici ha ribadito che un commissario non può non far rispettare le regole ma che tenterà “fino all’ultimo” di trovare un accordo con Roma. “Questa – ha detto – è la profonda volontà della Commissione europea e del sottoscritto”. “Possiamo trovare soluzioni soltanto insieme”, ha spiegato, riconoscendo che la Francia “non è morta di procedura per deficit eccessivo”. Ma si tratta comunque di una “procedura in cui è meglio evitare di entrare”. Anche perché “poi ti trovi in una traiettoria che impone misure correttive che hanno ovviamente un impatto sulla crescita e rappresentano un notevole sforzo per il Paese e la sua popolazione”, ha concluso.
Intanto Luigi Di Maio esclude una manovra correttiva, ma vuole “migliorare la legge di bilancio in Aula e fare lo stesso con il decreto fiscale”. Il Vicepremier ha ribadito la netta opposizione sua e del governo ad eventuali richieste da parte dell’Europa a fare “macelleria sociale”. Di Maio, ribadendo che secondo lui “ci sono margini per un dialogo e per un confronto con la Ue” ha anche rinnovato la garanzia “dell’impegno che oltre al 2,4% non si va”. “La procedura di infrazione va discussa e io credo nella discussione. Spero nel dialogo e nel confronto perché vogliamo spiegare le nostre ragioni”. Ma secondo Di Maio non ci si può sentire in colpa se si aiutano i pensionati, i disoccupati e i giovani. “Abbiamo un modo di affrontare il debito diverso e capisco che alcuni si sentano disorientati. Ma non si può trattare l’Italia così dopo anni di massacri”.
I veri patrioti sono coloro che difendono i risparmi dei nostri cittadini. Chi sta impoverendo gli Italiani per fare campagna elettorale non è amico dell’Italia”. Lo scrive in un post su Facebook il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani sottolineando che “questo governo persegue le tesi di un élite intellettuale che ci isola a livello europeo e internazionale. Ha creato un clima di scontro permanente, alla continua ricerca di avversari o colpevoli per cercare di nascondere i propri errori”. Secondo Tajani “la realtà è che nessun Paese, dentro e fuori dall’Europa, difende questa manovra, neanche quelli che il governo stesso ha indicato come suoi alleati”, aggiungendo di non condividere “le dichiarazioni inopportune di qualche commissario europeo che danneggiano sia l’Italia che l’Europa. La Commissione deve attenersi al suo ruolo, senza entrare nel dibattito politico nazionale”.
Il presidente del Pe ha ricordato le ultime previsioni Ocse che hanno “tagliato le stime di crescita allo 0,9% del pil per il 2019, ad ulteriore conferma che la manovra si basa su previsioni del tutto irrealistiche. Il prezzo di questi errori lo stiamo pagando noi e, continueranno a pagarlo i nostri figli”. Quindi ribadisce che è “giusto fare una manovra espansiva, a patto che le risorse siano investite per aiutare davvero gli italiani, sostenendo imprese e lavoro”. Tra le sue proposte: “pagare immediatamente tutti i debiti arretrati della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese; abbassare le tasse su imprese e lavoro e zero imposte per chi assume giovani e disoccupati sopra i 50 anni; prestiti fino a 50000 euro garantiti dallo Stato per chi vuole continuare la formazione o creare un’attività; un fondo che utilizzi come garanzie 15 miliardi di fondi Ue non spesi, in sinergia con la Cassa depositi e presiti, la Banca europea per gli investimenti e investitori privati, per mobilitare fino a 250 miliardi d’investimenti in infrastrutture per le telecomunicazioni, i trasporti, la logistica e l’energia, e facilitare il credito per le Pmi”. Solo così, per Tajani, “l’Italia potrà tornare ad attirare investimenti e riprendere il posto che le spetta in Europa di seconda potenza manifatturiera”.
ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.