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Bankitalia pessimista: lo spread rischia di far salire il debito

“Un rialzo pronunciato e persistente dei rendimenti, a parità di tassi di crescita nominale dell’economia, aumenta il rischio che la dinamica del debito si collochi su una traiettoria crescente”. A lanciare l’allarme, che rischia di scompaginare le previsioni del Def, è Bankitalia, secondo cui il caro-spread “ha determinato negli ultimi sei mesi un’espansione della spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi” e “costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020 se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati.

“Ingenti vendite da parte degli investitori esteri” dei titoli di Stato italiani, afferma allarmata Bankitalia che nel Rapporto sulla stabilità finanziaria nota come i disinvestimenti abbiano portato la quota degli esteri di circa tre punti percentuali, al 24%, nel secondo trimestre, “la variazione negativa più alta dal secondo trimestre 2012”, proseguendo nel terzo trimestre “sebbene a un ritmo più moderato”.

In più, annota via Nazionale, la corsa dello spread provoca meno capitale e liquidità banche, amplificati sugli istituti più piccoli. Per Bankitalia, secondo cui nei sei mesi al 30 giugno il Cet1, rapporto fra capitale e attivo, era sceso “di circa 60 punti base”, di cui 40 solo nel secondo trimestre, penalizzando di più gli istituti minori che hanno visto ridursi di 75 punti base il Cet1 fra marzo e giugno contro i 30 delle banche maggiori. L’indicatore di liquidità per le banche è sceso a ottobre a 15,5 da 17,1 dello scorso maggio. Allarmante anche la valutazione che viene data sul calo dei Btp che secondo Bankitalia riduce molto la ricchezza delle famiglie

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