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Usa agli alleati: non usate prodotti Huawei

L’ultimo capitolo della tensione commerciale Usa-Cina è a tema cybersicurezza e lo racconta, in mattinata, il Wall Street Journal. Il governo Usa ha avviato una “straordinaria campagna di sensibilizzazione” dei Paesi alleati, Italia compresa, per persuadere le compagnie di tlc a non usare le apparecchiature del colosso cinese Huawei, i cui prodotti (non solo cellulari, Huawei è anche nel mercato delle infrastrutture) evidentemente non sono abbastanza sicuri, secondo il governo americano. Funzionari Usa avrebbero informato, in merito a rischi sulla cybersicurezza, le loro controparti governative e i dirigenti delle telco in Paesi amici tra cui Germania, Italia e Giappone, dove i prodotti Huawei sono già ampiamente usati. La testata cita persone a conoscenza della situazione.

La compagnia cinese ha risposto alle voci ed è “sorpresa dai comportamenti del governo Usa descritti nell’articolo” del Wall Street Journal. “Se il comportamento di un governo si estende oltre la sua giurisdizione, tale attività non dovrebbe essere incoraggiata”. Lo dice un portavoce di Huawei. “Prodotti e soluzioni Huawei sono ampiamente usati in oltre 170 Paesi in tutto il mondo, servono 46 dei primi 50 operatori mondiali, aziende di Fortune 500 e centinaia di milioni di consumatori. Ci scelgono perché si fidano pienamente”.

Obbligatorio ricordare che l’aziende cinese sta investendo molto proprio in reti, nello specifico nel 5G. E in questo caso l’Italia ha un ruolo fondamentale, visto che secondo l’azienda proprio da noi “il lancio commerciale del 5G comincerà già nel 2019, nel 2020 in altri Paesi europei”. Una dichiarazione datata 28 settembre, in corrispondenza del Summit 5G organizzato da Huawei presso la Camera dei Deputati, alla presenza, tra gli altri, del Vicepremier Luigi Di Maio.

Addirittura per chi eviterà di usare la tecnologia Made in China potrebbe esserci un ritorno economico. Gli Stati Uniti infatti – scrive il Wall Street Journal – starebbero valutando l’ipotesi di aumentare gli aiuti finanziari per lo sviluppo delle telecomunicazioni in Paesi che evitano le apparecchiature prodotte in Cina, le quali esporrebbero a rischi di cyberspionaggio. Tra le preoccupazioni del governo ci sarebbe l’uso di prodotti di tlc cinesi in Paesi che ospitano basi militari americane. Il Dipartimento della Difesa ha i propri satelliti e la propria rete di telecomunicazioni per le comunicazioni sensibili, ma la maggior parte del traffico in molte basi militari viaggia attraverso reti commerciali, spiega il quotidiano. La messa in guardia dei Paesi alleati su Huawei, che negli Usa fatica a commercializzare anche i propri smartphone, si inserisce nelle crescenti tensioni economiche tra Washington e Pechino, sfociate nell’apposizione di dazi.

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