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Tim-Open Fiber, aggregazione terrà conto di forza lavoro

L’aggregazione tra le reti Tim e Open Fiber sarà incentivata dall’Agcom, che però dovrà tenere conto, tra le altre cose, della forza lavoro “dei soggetti giuridici coinvolti”. Arriva sul nodo occupazionale il compromesso tra Lega e M5S che potrebbe cambiare lo scenario della banda ultralarga in Italia. Approvato quindi l’emendamento al decreto fiscale, voluto dal Movimento, insieme al subemendamento dei leghisti, che però è stato corretto rispetto alle prime richieste di modifica, che puntavano tra l’altro a escludere proprio la ‘clausola occupazionale’ per evitare che il costo dell’aggregazione si traducesse in rincari in bolletta.

La nuova cornice di norme prevede che l’Agcom possa indicare “uno schema di eventuale aggregazione” volontaria “in un soggetto giuridico non verticalmente integrato e wholesale”, con proprietà “diversa o sotto controllo di terzi” che devono essere, come chiesto dalla Lega, anche “indipendenti ossia diversi da operatori di rete verticalmente integrati”. L’obiettivo deve essere quello di massimizzare gli investimenti in infrastrutture “nuove e avanzate in banda ultralarga” in grado di garantire “connessioni stabili”. Sparito, in questo caso, il riferimento inizialmente chiesto dalla Lega alla velocità di connessione fino a 1 Gigabit (Gbps). Sarà sempre l’Agcom a fissare “adeguati meccanismi incentivanti di remunerazione del capitale investito” tenendo conto “del costo storico” delle reti trasferite ma anche “della forza lavoro “dei soggetti giuridici coinvolti”. Nella nuova cornice di norme, sempre su impulso leghista, si chiedono anche tempi certi per la “separazione” della rete.

Intanto in casa Tim il socio francese della compagnia, Vivendi, va in pressing su un’assemblea per i revisori. “Per una società delle dimensioni di Tim sarà difficile rimanere senza revisori dopo il 31 di dicembre, soprattutto considerando tutti i recenti problemi di governance che hanno portato al licenziamento del Ceo. Per questo, i consiglieri di Elliott dovranno probabilmente chiamare un’assemblea in tempi molto rapidi, senza aspettare aprile” dichiara un portavoce del gruppo francese, primo azionista di Tim.

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