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Manovra, Boccia: servono 4 mld di tagli. Conte convinca i Vicepremier

Per evitare la procedura d’infrazione europea sul bilancio italiano “bastano quattro miliardi”. Quindi, al premier Giuseppe Conte basterebbe convocare “i due vicepremier” e chiedergli di tagliare dalla manovra “due miliardi per uno”. Se qualcuno rifiutasse, “mi dimetterei e denuncerei all’opinione pubblica chi non vuole arretrare”: a immedesimarsi nei panni del Presidente del Consiglio è Vincenzo Boccia, leader di Confindustria, a conclusione della manifestazione alle Officine Grandi Riparazioni di Torino dove 3000 imprenditori da tutta Italia – “il 65% del Pil”, ha detto Boccia – hanno ribadito il proprio sì alla Tav e il proprio no alla manovra.

Oltre a lanciare messaggi diretti ai Vicepremier – “una promessa a Di Maio: se ci convoca tutti non lo contamineremo. A Salvini, che ha preso molti voti al Nord, dico di preoccuparsi dello spread” – Boccia ha ricordato che “se siamo qui è perché la nostra pazienza è quasi limite” e che “la politica è una cosa troppo importante per lasciarla solo ai politici”.

“Siamo qui con 12 associazioni, compresa la nostra, che sono rappresentanti di agricoltori, artigiani, commercianti, esercenti, cooperative, industria, di oltre 3 milioni di imprese e il 65% del Pil. Il messaggio è chiaro sì alla Tav Torino-Lione, perché le infrastrutture sono un’idea di società, includono, sono un’idea di visione del Paese, centrale tra Europa e Mediterraneo, aperta a est e a ovest”., ha detto il presidente di Confindustria.

“Siamo contro questa manovra, che non ha nulla per la crescita. Al governo diciamo che sta superando il senso del limite e della sostenibilità”, ha detto alla platea Boccia, ribadendo i concetti espressi in mattinata: “al governo diciamo che non si può crescere chiudendo i cantieri, depotenziando industria 4.0, e non pagando 65 miliardi di debiti della pubblica amministrazione alle imprese”

Parlando più nello specifico della Tav, il leader di Confindustria ha dichiarato che “il 5 dicembre noi non siamo stati convocati dal Governo, sono stati convocati i vertici locali delle nostre associazioni. Ma la Torino-Lione è un’opera nazionale e internazionale. Il fatto che siano stati convocati i vertici locali la dice lunga sulla visione localistica di questo Governo”.

Già in mattinata al Governo erano giunti i messaggi di Boccia: poche frasi per sottolineare le mancanze della politica economica del Governo e lanciare l’allarme del mondo della produzione – “senza crescita rischiamo di finire dentro un’altra recessione” – con una frecciata anche all’attuale, “debole”, opposizione politica.

Nella sua intervista a Repubblica infatti Boccia ha dicharato che “a noi imprenditori non interessa fare l’opposizione al governo. Non è questo il nostro compito anche se la debolezza dell’opposizione politica è un problema per la nostra democrazia. Il mondo della produzione sa che non può più stare zitto. Lanciamo un allarme: senza crescita rischiamo di finire dentro un’altra recessione“. Secondo il presidente di Confindustria “è finito il tempo degli alibi, quello del capitalismo di relazione, dei poteri forti. Quel mondo non c’è più e siamo noi industriali i primi a saperlo”.

“Qui sono in campo tutti i protagonisti della produzione, è il popolo dei produttori che manda un segnale. Dodici associazioni imprenditoriali insieme per dire sì alla Tav, alle infrastrutture, alla crescita. Questa è una svolta”, ha detto Boccia. “Il governo sta trascurando il motore della crescita. Non si può tener conto delle sole promesse elettorali inserite nel contratto e ignorare le ragioni della crescita economica. Non si può pensare di chiudere i cantieri mentre l’economia soffre”. “Il carico fiscale sulle imprese, banche comprese è appesantito di circa sei miliardi”, secondo Boccia. “È necessario un equilibrio tra le ragioni del consenso elettorale e del contratto di governo, che sono di parte, e quelle della crescita che sono di interesse nazionale”, è il messaggio di Boccia a Salvini e Di Maio. “Due terzi della manovra vanno a reddito di cittadinanza, pensioni, flat tax per i lavoratori autonomi. E il resto?”.

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