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Conte: “La manovra può cambiare, con la Ue tratto solo io”. Lite Tria-opposizioni

“Con la Commissione Ue devo parlare io. Sono io il presidente del Consiglio. E non ho mai interrotto il dialogo. Adesso, se posso recuperare le risorse, rimodulare il saldo finale, cambiare qualcosina, non vuol dire che torno indietro. Se mi portano dei conteggi che mi consentono di scrivere 2,3% o 2,1%, le riforme le realizzo comunque”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte in un colloquio con Repubblica e Fatto Quotidiano, in cui spiega che, su pensioni e reddito di cittadinanza, “servono i tempi tecnici, finché un provvedimento non è stato scritto può cambiare”. Quanto alla nota di Salvini e Di Maio di domenica scorsa, “era già chiaro che dovessi essere io a gestire la trattativa, quel mandato ce l’ho sempre avuto. Valeva per l’esterno, la definirei una procura”. ”

La nota conclusiva dell’Eurogruppo di due giorni fa non ha fatto menzione di una procedura d’infrazione per debito nei confronti dell’Italia. E di questo avevamo parlato domenica a colazione nel G20 a Buenos Aires. Da parte delle istituzioni europee c’è stato un segnale”, osserva Conte evidenziando che “dalla cena di sabato scorso al G20 a lunedì lo spread è calato di 30 punti secchi”. Un segnale arriva anche dal governo italiano: “Siamo nel corso di una trattativa, quindi da parte nostra c’è l’impegno a moderare le dichiarazioni. Quando si tratta, le parti devono abbassare i toni”. Su reddito e pensioni, “fin quando non scrivi un provvedimento le date possono cambiare, ma io le riforme le realizzo. Ho una maledetta fretta di realizzarle perché fuori di qui, ogni giorno che passa, ci sono sempre più persone che le aspettano”, dichiara il premier. Ma “ci sono tempi tecnici necessari ad attuarle. E sono tempi che scopriamo nel momento in cui le scriviamo, per cui se prima sono state fatte altre previsioni, altre proiezioni, è perché voi siete voraci, cercate sempre una data, un numero. Ritardare non vorrebbe dire tradirle, solo prendere il tempo che serve a fare le cose per bene”.

Ieri sera tensione tra il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che ha litigato con le opposizioni per la sua presenza in commissione Bilancio alla Camera. I parlamentari volevano porre domande a Tria, il ministro dell’Economia ha ribattuto che trattandosi di “un’informativa” non erano previste. Un battibecco che ha portato il titolare di via XX settembre a minacciare di abbandonare i lavori: “Se è così me ne vado”, ha detto. Pochi minuti più tardi invece se ne sono andate le opposizioni che hanno disertato i lavori della Commissione.

Lite a parte il ministro dell’Economia ha ribadito che “c’e’ un’interlocuzione con la Commissione Ue, un dialogo che diventa sempre più costruttivo con la finalità di riuscire ad evitare che l’ Italia entri in procedura di infrazione. Qualsiasi accordo è subordinato al fatto che non si toccano le priorità di intervento comunicate al Parlamento”. Tria ha anche confermato che sono allo studio ulteriori “misure aggiuntive per ridurre il debito” rimarcando che “sono in corso valutazioni” per stabilire con maggiore precisione “il peso di quota 100 e del reddito di cittadinanza”.

 

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