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Huawei al centro della guerra dei dazi Cina-Usa

di David Meyer – Gli indici asiatici sono crollati oggi: il Nikkei 225 è sceso dell’1,9%, l’Hang Seng è sceso del 2,5%, lo Shanghai Composite dell’1,7% e lo Stoxx 600 dell’Europa è in calo dell’1,9% (al momento della stesura di questo articolo). Il principale motivo delle svalutazioni di questa settimana è stato l’arresto in Canada di Sabrina Meng Wanzhou, capo finanziario di Huawei e figlia del fondatore dell’azienda Ren Zhengfei.

Meng ora ha di fronte a sé l’estradizione negli Stati Uniti, dove gli investigatori stanno sondando la presunta non conformità di Huawei con le sanzioni all’Iran. I tempi dell’arresto sono intenzionali? Questa è una domanda aperta ma in ogni caso gli effetti non potrebbero essere più tumultuosi. La Cina, che ha trascorso l’ultima settimana provando a riconciliarsi con gli Stati Uniti, nel tentativo di far cessare la guerra commerciale, è furiosa e chiede la liberazione di Meng.

“La Cina dovrebbe essere assolutamente preparata per un’escalation nella guerra commerciale con gli Stati Uniti, in quanto gli Stati Uniti non allenteranno la loro posizione e ora l’arresto del dirigente di Huawei ne è un chiaro esempio”, ha tuonato il Global Times, testata controllata dal Governo cinese, in un tweet con l’immagine di pugni decorati dalle due bandiere.

Nel frattempo, il South China Morning Post, sostanzialmente più indipendente, ha riferito oggi che Meng e suo padre hanno recentemente dichiarato ai dipendenti di Huawei che il rigoroso rispetto delle normative a volte non è finanziariamente fattibile e potrebbe essere evitato. Non la miglior presentazione della società, in questo momento.

L’arresto Meng non è l’unica aspetto che ha turbato i mercati asiatici oggi: le azioni dei fornitori Apple sono crollate di nuovo dopo che il fornitore di lenti fotografiche Largan Precision ha rivelato un calo del 28% delle entrate mensili, rispetto lo scorso anno.

La fine della crescita delle vendite di iPhone è un fattore importante – quest’anno Apple è stata sostituita come seconda produttrice di smartphone al mondo, proprio da Huawei – ma ancora una volta la guerra commerciale è in agguato. Gli appaltatori chiave le cui azioni sono crollate, Pegatron e Foxconn, hanno riferito di aver pianificato fabbriche fuori dalla Cina al fine di mitigare l’impatto dei dazi. Nessuno li incolperà per il cambiamento. A questo punto è giusto dire che la maggior parte della “buona volontà” proveniente dall’incontro del G20 dello scorso fine settimana tra i presidenti Trump e Xi è svanita. Reggetevi forte.

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