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Inps e Inail, min. lavoro: niente commissariamento

Il ministero del Lavoro non intende procedere con il commissariamento dell’Inps e dell’Inail. La norma che prevede il ritorno ad un consiglio d’amministrazione non prevedrà alcuna decadenza degli attuali vertici, le cui funzioni saranno riviste seguendo una logica di una gestione collegiale degli enti. Dal ministero, si puntualizza, non sarà presentata alcuna norma che ponga alcun commissario a capo dei due enti. Via la gestione monocratica, torneranno i cda a 5 componenti: lo prevede l’articolo 24 della bozza di decreto legge su reddito cittadinanza e quota 100 che l’Ansa è in grado di visionare e nel quale si precisa che la reintroduzione avviene “senza comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Per l’Inps inoltre sono previsti 50 milioni di euro per l’assunzione di nuovo personale.

La precisazione sul commissariamento arriva dopo che nelle scorse ore era circolata l’ipotesi opposta. Attualmente, il numero uno dell’Inps Tito Boeri è in scadenza di mandato, prevista il 16 febbraio. Quello quadriennale di Massimo De Felice, riconfermato dal governo Renzi a capo dell’Inail, scade invece il 15 novembre del 2020.

Per il vertice Inps da giorni circolano diversi nomi anche se è probabile che alla fine si giochi una carta rimasta coperta fino alla fine. Al momento i più accreditati sono Pasquale Tridico, professore di economia del lavoro a Roma Tre, consigliere del vicepremier Luigi di Maio e impegnato nella messa a punto della parte del decreto sul reddito di cittadinanza; Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro e Enzo De Fusco, consulente del lavoro impegnato in alcune delle partite economiche più delicate. Sembra invece aver perso quota la candidatura di Alberto Brambilla, ex sottosegretario al lavoro, consigliere della Lega e presidente del centro studi Itinerari previdenziali. Tra i tecnici ci potrebbe essere Mauro Nori, ex dg Inps e ora impegnato al Mef per la sua conoscenza della ‘macchina’ dell’istituto in un momento particolarmente delicato come quello della partenza delle due misure simbolo del Governo.

Per l’Inps in particolare nei giorni scorsi era stato lanciato un allarme dal presidente Boeri sulle difficoltà per assicurare i servizi dell’istituto a fronte del possibile esodo del personale grazie a quota 100 (di 4000 persone la platea che avrebbe i requisiti per andare in pensione) e del blocco del turn over fino al 15 novembre previsto dalla legge di bilancio. Preoccupazione è stata espressa anche dal presidente del Civ dell’istituto, Guglielmo Loy. “Quella attuale – ha detto – è una fase nella quale sarebbe necessaria stabilità. Mi preoccupa che non ci sia ancora certezza sulla governance dell’Inps”. Servono, secondo Loy, “risposte immediate” dal Governo. “Ci vogliono certezze – ha aggiunto – qualsiasi decisione deve essere presa in tempi brevi in modo da poter programmare l’attività”. In attesa della scelta dei nuovi vertici Inps intanto è stato scelto il nuovo presidente Anpal, agenzia che dovrebbe essere cruciale nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro una volta introdotto il reddito di cittadinanza dato che più volte si è parlato di un beneficio “condizionato”. Sarà Domenico Parisi, professore di demografia e statistica all’Università del Mississippi ma il presidente uscente, Maurizio Del Conte, ha sottolineato in una intervista le difficoltà nell’offerta di lavoro a una platea di “supersvantaggiati”. A conferma delle difficoltà di condizionare il beneficio economico alla sottoscrizione di un progetto personalizzato c’è la proroga prevista dalla legge di bilancio per il 2019 della possibilità di avere il Rei pur in assenza della sottoscrizione del progetto.

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