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Usa, Huawei indagata per spionaggio. E la Germania la esclude dal 5G

Un ruolo di spicco nelle tensioni dell’ultimo anno tra Usa e Cina, caratterizzate principalmente dalla guerra dei dazi sulla quale Trump e Xi stanno cercando una mediazione, lo ha avuto Huawei. Per il gigante delle telecomunicazioni cinese l’ultima tegola targata Stati Uniti è stata l’indagine penale aperta dalle autorità federali americane: Huawei technologies è accusata di furto di segreti commerciali a danno dei partner americani del colosso, inclusa la tecnologia del dispositivo T-Mobile usato per i test sugli smartphone.

E all’indomani dell’annuncio, arriva la reazione di Pechino, anche se non strettamente in relazione con le accuse americane. Il ministero degli Esteri cinese ha chiesto di porre fine “all’isteria” che ha portato negli Usa a una proposta di legge bipartisan al Congresso che introduca il bando alla vendita di microchip e altri componenti americani a compagnie cinesi che violino sanzioni e leggi di controllo sull’export. Lo ha detto in conferenza stampa la portavoce Hua Chunying, all’indomani dell’iniziativa che cita esplicitamente non solo Huawei ma anche ZTE, due dei colossi sospettati di mettere a punto prodotti utilizzabili per lo spionaggio.

Ma i guai dell’azienda non si fermano in America: anche la Germania fa il suo ingresso nella vicenda. I tedeschi starebbero cercando un modo per escludere Huawei dall’asta per lo sviluppo delle nuove reti di telecomunicazione 5G, a causa dei timori di spionaggio per conto del governo cinese. Lo scrive il quotidiano Handelsblatt citando fonti governative. L’asta per le frequenze è in programma in primavera. L’esecutivo non avrebbe intenzione di bandire determinate aziende dal mercato tedesco, ma piuttosto punterebbe a riformulare i requisiti relativi alla sicurezza per renderli fuori dalla portata di Huawei, escludendo de facto la compagnia cinese. Al vaglio ci sarebbe anche la possibilità di cambiare la legge nazionale sulle telecomunicazioni. Con la mossa la Germania si allineerebbe a quei Paesi, Usa in primis, che mirano ad escludere Huawei dalle infrastrutture di tlc per i rischi di spionaggio. Nei mesi scorsi il Wall Street Journal ha riferito delle pressioni della Casa Bianca sui Paesi alleati per far fuori Huawei dal 5G.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l’indagine statunitense intanto è in una fase avanzata e potrebbe portare ad accuse formali a breve. L’inchiesta rientra negli sforzi dell’amministrazione Trump di perseguire con forza il furto di tecnologie e proprietà intellettuale da parte delle aziende cinesi. E arriva mentre sono in corso le trattative fra Stati Uniti e Cina per disinnescare la guerra commerciale. Huawei è nel mirino delle autorità americane da diverso tempo: al colosso cinese è stato vietato di installare le sue apparecchiature sulle maggiori reti di telecomunicazione americane in seguito ai timori di spionaggio. Huawei ha negato seccamente le accuse che la vedono come una minaccia alla sicurezza nazionale, spiegando in più occasioni di essere indipendente dal governo di Pechino. È intervenuto addirittura il riservatissimo fondatore Ren Zhengfei – membro del Partito comunista e ex soldato dell’Esercito popolare di liberazione cinese – precisando che “quando si parla di cybersicurezza e privacy, stiamo dalla parte dei clienti. Non danneggeremo mai né individui né nazioni. La Cina non ci ha mai chiesto di condividere informazioni improprie”. Parole che non sono però bastate, mantenendo alta la pressione su Huwaei. Nelle scorse settimane il suo chief financial officer, Meng Wanzhou, è stata arrestata in Canada con l’accusa di aver ingannato le banche in merito alle attività della società in Iran. E nei giorni scorsi un dipendente di Huawei è stato arrestato in Polonia con l’accusa di spionaggio.

 

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