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Bankitalia: stima Pil 2019 dimezzata da 1% a 0,6%

Crollo verticale delle stime sulla crescita economica del Paese per il 2019: la proiezione centrale della crescita del Pil è stata tagliata dall’1% allo 0,6%, ” 0,4 punti in meno rispetto a quanto valutato in precedenza”, si legge nel bollettino economico della Banca d’Italia. “Le proiezioni centrali della crescita nel 2020 e nel 2021 – prosegue il documento – sono dello 0,9 e dell’1%, rispettivamente”, ma “i rischi per la crescita sono al ribasso”.

Il costo del credito delle banche, invece, “resta contenuto” ma la persistenza dell’alto spread potrebbe far alzare i tassi sui prestiti. Bankit registra “segnali di irrigidimento dalle imprese” sull’offerta di credito. Fino ad ora l’effetto è rallentato dalle “buone condizioni di patrimonializzazione delle banche e l’elevata stabilità delle loro fonti di finanziamento”. “In prospettiva, però, il persistere dell’elevato livello dei rendimenti sovrani e il costo della raccolta bancaria continuerebbe a spingere al rialzo il costo del credito”.

In generale, “i premi per il rischio sui titoli sovrani sono scesi, per effetto dell’accordo tra il Governo italiano e la Commissione europea sui programmi di bilancio“, rileva Bankitalia: “il differenziale tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e di quelli tedeschi a metà gennaio era di circa 260 punti base, 65 in meno rispetto ai massimi di novembre”, si legge nel bollettino statistico. Tuttavia il documento osserva che “le condizioni complessive dei mercati finanziari restano tuttavia più tese di quelle osservate prima dell’estate”.

Sul quarto trimestre del 2018, invece, prende forma lo scenario di una possibile recessione tecnica: “In Italia – si legge – dopo che la crescita si era interrotta nel terzo trimestre, gli indicatori congiunturali disponibili suggeriscono che l’attività potrebbe essere ancora diminuita nel quarto”. Gli investitori non residenti hanno ridotto le loro consistenze di titoli di debito pubblico e di titoli bancari italiani”, rileva Bankitalia, spiegando che le consistenze di Btp e titoli bancari in mano agli esteri sono scese “rispettivamente di 35,6 e 18,1 miliardi nei primi undici mesi” e “di 19,4 e 4,9 miliardi tra luglio e novembre”.

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