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Calcio e fondi di investimento, legame sempre più forte

Calcio e fondi di investimento, il legame si rafforza. E si diversifica: non più solo la finanza che fiuta l’affare, investendo nelle proprietà dei club. Ora sono le società che chiedono prestiti ai fondi, preferendoli al classico circuito degli istituti bancari. Servono risorse per gli stipendi milionari dei campioni, per gli investimenti sulle strutture. O, nel caso del Barcellona, un mucchio di milioni di euro per sostenere le spese del progetto Espai Barça (spesa complessiva, 600 milioni, con Goldman Sachs grande investitore), in ritardo nell’esecuzione – chiusura dei lavori entro il 2023 – che prevede il restyling del Camp Nou (costo, 200 milioni) e dell’area che comprendere lo storico stadio blaugrana, incluso un nuovo palazzetto dello Sport e il Museo con i cimeli di Leo Messi e gli altri fuoriclasse che hanno vestito la casacca del club spagnolo.

Per questo, la dirigenza del Barcellona ha chiesto un prestito a due fondi d’investimento statunitensi, 90 milioni al Pricoa Capital Group – che appartiene al gigante assicurativo Prudential – e il resto a Barings, per un totale di circa 140 milioni. Una cifra che sarà restituita dopo cinque anni, con un tasso di interesse dell’1,8%. Il prestito dai due fondi a stelle e strisce rientrerebbe nella strategia del Barcellona di affidarsi sempre meno agli istituti bancari. Anche le ultime operazioni sul mercato calciatori sono state effettuate con pagamento dilazionato (Coutinho dal Liverpool, Arthur dal Gremio di Porto Alegre). Secondo quanto raccolto da El Pais, il pacco di milioni di euro servirà al club di Messi per sostenere gli investimenti per Espai Barça ma anche per disporre di liquidità, il problema sempre più attuale per i top club europei – da piazzare sul mercato.

Certo, i fondi di investimento rappresentano l’ultimo grido non solo per il Barcellona, che è comunque il primo in Europa a chiedere forze fresche agli Stati Uniti. Anche se finora si è consumato il percorso inverso, con i fondi con il piede a martello nel calcio internazionale. In Serie A Elliott Group si è messo a capo del Milan, con l’obiettivo di ristrutturare e riportare ad alti livelli il club rossonero, prima di venderlo a cifre vertiginose. Poi c’è Lindsell Train, che è entrata nel capitale sociale della Juventus (che nelle ultime ore ha emesso un bond tra i 100 e 200 milioni di euro, con mandato a Morgan Stanley) sei anni fa, alzando la sua quota oltre il 10% e nel frattempo ha acquisito quote anche di Manchester United e Chelsea. E a Milano, sponda Inter, c’è LionRock Capital, fondo di Hong Kong che ha deciso di investire 150 milioni di euro nella società nerazzurra, liquidando così Erick Thohir. E anche se il calcio non regala solide realtà ma tanta incertezza, con incassi dei club che possono dipendere in buona parte da un’errata chiamata arbitrale o da 90 minuti non all’altezza, i fondi di investimento hanno affondato le mani nel calcio francese, tedesco e olandese

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