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Tav, Ue chiede chiarimenti all’Italia sull’analisi

L’Europa chiede chiarimenti sull’analisi costi benefici della Tav. Mentre in Italia continuano senza sosta le contestazioni sui risultati del lavoro svolto dalla Commissione Mit guidata da Marco Ponti, l’Ue ha espresso “alle autorità italiane” la necessità di “chiarimenti”, sottolinea il portavoce della Commissione Ue ai trasporti Violeta Bulc, ricordando che “non c’è una scadenza fissata” imminente sullo stop ai fondi Ue “ma certo più passa il tempo e accumuliamo ritardi, più i rischi aumentano”. Per questo, ha sottolineato, “speriamo di avere un incontro produttivo con le autorità italiane”.

“Sappiamo che c’è una certa programmazione e una scadenza per l’accordo di finanziamento ed è vero che stiamo accumulando un certo ritardo” con la “sospensione di appalti pubblici importanti” sulla Tav, per questo Bruxelles sta “monitorando la situazione da vicino”. E, “a seconda dell’evoluzione delle prossime settimane dovremo vedere se saranno realmente programmati cambiamenti all’accordo di finanziamento” e se saranno quindi “necessarie” modifiche “al livello di finanziamento Ue”, ha spiegato il portavoce della Commissione Ue.

L’incontro con le autorità italiane in merito all’analisi costi-benefici sulla Torino-Lione, secondo quanto si apprende, si terrà molto presto ma sarà solo a livello tecnico. Al momento non è infatti previsto nessun incontro tra il ministro dei trasporti Danilo Toninelli e la commissaria Bulc.

Solo a giugno (quindi dopo le elezioni europee) è previsto il check-up dei progetti Ue prioritari finanziati con i fondi Cef, in cui rientra la Tav, mentre si fa di solito a fine anno il bilancio sui finanziamenti. Per una qualsiasi modifica dell’accordo di finanziamento con l’Ue in ogni caso sono necessari tempi tecnici lunghi, e questa non può quindi essere procrastinata sino all’ultimo momento.

Intanto non cessano le contestazioni sui numeri dell’analisi Tav: “Com’è possibile che la Torino Lione ci costi 7 miliardi di saldo negativo se, in base agli accordi internazionali, all’Italia, tra la tratta nazionale e la quota parte (al netto dei contributi di Francia e soprattutto dell’Unione Europea) di quella internazionale saranno chiesti solo 4,7 miliardi di euro?”. A chiederlo è il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto Paolo Uggè, secondo il quale “nel conteggio, le risorse che Francia e Unione Europea si sono impegnate a fornire non sono state considerate, come se l’intera opera la dovesse finanziare l’Italia. La questione non è di poco conto perché, se ai 7 miliardi si tolgono i contributi di UE e Francia, nonché le spese che saranno necessarie, in base a quanto scritto dalla relazione, per il ripristino dei cantieri e la chiusura dei contenziosi, il saldo costi-benefici diventa positivo di oltre 2 miliardi di euro”.

Una delle narrative ricorrenti tra gli esponenti di Governo – quelli a 5 stelle, da Toninelli a Di Maio – è che le risorse per la Tav vadano dirottate su opere più utili. A questa ipotesi risponde il presidente dell’Ance, Gabriele Buia: “a parole sono capaci tutti di impiegare quelle risorse su altro, ma in realtà si stanno sbagliando perché ci vorrebbero anni“. “Stando ai dati della stessa presidenza del Consiglio – ha spiegato Buia – per attuare un cantiere da 200mila euro ci vogliono ben tre anni, mentre per uno grande da oltre 100milioni ci vogliono 15 anni e sette mesi. Di questi tempi, per altro, il 54% sono di cosiddetto ‘attraversamento’, vale a dire solo passaggi burocratici”. Buia ha anche spiegato che il dato dei 50mila posti persi fornito ieri da Confindustria si raggiunge considerando che “per ogni miliardo non investito si perdono 15mila posti di lavoro tra diretti e indiretti”. Oltre tutto, ha aggiunto, “se sospendiamo la Tav il danno è immediato”.

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