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Visco: crollano investimenti privati e in infrastrutture

Nei giorni in cui si fa sempre più forte la possibilità di uno stop a un’opera come la Tav, arriva il monito del Governatore della Banca d’Italia sugli investimenti, tanto quelli privati quanto quelli in infrastrutture pubbliche: “il crollo degli investimenti privati, al quale si è accompagnato quello non meno grave degli investimenti in infrastrutture e altre opere pubbliche, ha reso manifesta la difficoltà del nostro sistema produttivo di rispondere alle sfide poste dalla globalizzazione, dalla straordinaria affermazione di nuove tecnologie, dagli andamenti demografici”, ha detto Ignazio Visco, ricordando che “tra il 2007 e il 2013 gli investimenti” delle imprese “hanno subito un calo del 30%”.

“In prospettiva” per le imprese “il credito bancario, pur rimanendo una fonte di finanziamento essenziale, non potrà da solo sostenere la crescita degli investimenti, soprattutto quelli necessari per innovare e competere sui mercati internazionali”, ha detto il governatore intervenendo alla Bocconi a un convegno di Equita. “Diverrà ancora più rilevante – ha aggiunto – lo sviluppo dei segmenti di finanza non bancaria in grado di fornire risorse nelle forme più adatte ai diversi stadi di sviluppo delle imprese”.

“Le banche sono fondamentali – ha aggiunto sorridendo – mai che si dica che il governatore di Bankitalia viene a dire che le banche non servono”. Poi ha continuato: ‎”è necessaria una più ampia diffusione, rispetto a quella attualmente assai limitata, dell’attività di banca d’investimento, ovvero delle funzioni di selezione delle imprese in grado di ricorrere a strumenti di mercato e di collocamento e sottoscrizione di titoli”. “Si tratta di una sfida condivisa con il resto dell’Europa continentale – ha concluso – ma più acuta nel nostro paese, date anche le peculiarità della struttura produttiva e del sistema finanziario”. Oltretutto, secondo Visco, le nuove norme npl mettono a rischio una possibile risorsa per le pmi, il credito bancario: “Le vulnerabilità emerse nella lunga fase recessiva e le nuove misure regolamentari sul trattamento dei crediti deteriorati possono rendere meno facile anche il ricorso al credito bancario da parte di piccole aziende capaci di competere, crescere e innovare”.

Il leader di Bankitalia si è anche soffermato sull’abolizione dell’Aiuto alla crescita economica (Ace): ”alla recente espansione della finanza di mercato in Italia hanno contribuito i provvedimenti legislativi adottati a partire dal 2011”, come ”la normativa sull’Aiuto alla crescita economica”, che ”ha ridotto lo svantaggio fiscale del capitale di rischio rispetto al debito”. Misure a favore del capitale di rischio – ha aggiunto – sono parte della direttiva Ue sulla tassazione delle imprese: “l’abolizione dell’Ace quest’anno, con la legge di bilancio, rischia di andare in direzione contraria”. “Una valutazione più puntuale – ha aggiunto Visco – potrà essere effettuata soltanto quando sarà operativo il meccanismo alternativo che collega il beneficio fiscale all’autofinanziamento, all’aumento della capacità produttiva e a quello dell’occupazione”.

“Occorre in ogni caso assicurare ai risparmiatori e alle imprese una stabilità del quadro normativo e della direzione degli interventi, al fine di contenere l’incertezza e i suoi effetti negativi sulle scelte di investimento e di finanziamento”. “Nel loro complesso – ha spiegato il governatore – le iniziative nazionali e comunitarie volte allo sviluppo della finanza di mercato sono numerose. In poco tempo si sono succeduti diversi provvedimenti, con modifiche e sostituzioni; è ora importante valutarne l’efficacia e considerare l’opportunità di una loro razionalizzazione”.

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