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Terna: oltre 6 mld per la rete elettrica italiana (+20%)

terna ferraris

Un utile netto pari a 706,6 milioni di euro, in crescita del 2,7% rispetto all’anno precedente: Terna chiude il 2018 creando così quella che l’ad e dg dell’azienda Luigi Ferraris ha definito “la base” sulla quale poggerà il piano strategico 2019-2023. Un piano che, tra le altre cose, prevede la completa decarbonizzazione della rete elettrica italiana, a favore dell’implementazione di una rete ad energia da fonti rinnovabili. Un progetto per il quale “sono pronti oltre sei miliardi di euro”, sottolinea Ferraris. Per la precisione, 6,2 per un incremento complessivo pari a quasi il 20%, “l’impegno economico più alto di sempre“, si legge in una nota, in cui viene indicato che dal 2019 al 2021 si prevede anche un aumento del dividendo per azione pari al 7%, rispetto al dividendo di competenza dell’esercizio 2018. Per il 2022 e 2023 si prevede un payout del 75%. Ricavi a 2,7 miliardi di euro e Ebitda a 2 miliardi di euro con un 4% di crescita.

“Sono convinto che questo piano è ancora più robusto del precedente” che “è sostenibile” e inoltre con esso “confermiamo la necessità di accelerare l’ammodernamento delle infrastrutture come il sistema ci chiede”, sottolinea l’ad alla presentazione del piano al 2023 agli analisti. “È assolutamente sostenibile anche se implicherà un aumento del debito”, ribadisce il Cfo, Agostino Scornajenchi aggiungendo che “ne abbiamo già parlato con le agenzie di rating. E siamo convinti che non succerà niente e che tutte le agenzie confermeranno i loro giudizi nei prossimi giorni”. La sostenibilità arriva anche “dalla chiarezza del quadro regolatorio” di cui “abbiamo certezza fino alla conclusione del piano”, aggiunge. Terna, è stato spiegato, ha tutte le carte in regola per implementare il piano al 2023. La società ha ottenuto oltre il 90% delle autorizzazioni sui progetti per il 2019 e per il 2020, mentre per quelli al 2023 la soglia è al 70%. Per quanto riguarda gli approvvigionamenti il Cfo indica che il gruppo si è assicurato una copertura fino al 70%. Infine “sulle nostre capacità tecniche le abbiamo già dimostrate – afferma Scornajenchi – con la realizzazione dei progetti nel 2018”.

Degli investimenti, programmati da Terna nel piano al 2023, oltre 3 miliardi di euro sono relativi allo sviluppo della rete elettrica nazionale con interventi per rafforzare le connessioni tra le zone di mercato, razionalizzare le reti nelle principali aree metropolitane del Paese (come Milano, Roma e Napoli), incrementare le interconnessioni (tra cui il rafforzamento del collegamento tra Sardegna, Corsica e Penisola Italiana). Oltre 2 miliardi di euro saranno ad attività di rinnovo ed efficienza. Circa 1 miliardo è per il ‘Piano di Difesa’ per la realizzazione e l’installazione di dispositivi per accrescere la sicurezza e la stabilità della rete. Nell’ambito delle tre categorie di investimento, circa 700 milioni di euro andranno a digitalizzazione e innovazione. Il valore degli asset regolati (Rab) arriverà a 18,5 miliardi di euro nel 2023, con un crescita media annuale nell’arco di piano superiore al 4% rispetto ai 15,7 miliardi di euro previsti per il 2019. A fine 2018 la Rab è di 15,2 miliardi di euro. Inoltre, nell’arco di piano, oltre il 60% delle nuove linee elettriche che entreranno in esercizio sarà ‘invisibile’ perché realizzate in cavo terrestre o sottomarino, con ridotto impatto ambientale. Prevista poi l’entrata in esercizio delle due interconnessioni elettriche Italia-Montenegro e Italia-Francia, “entro la seconda metà dell’anno” sarà “ultimato, verrà approvato e diventerà definitivamente operativo”, conferma l’ad. Sull’estero Terna punta a rafforzare il proprio ruolo a livello europeo e a cogliere nuove opportunità di crescita all’estero. Nello specifico, le attività in Sudamerica saranno focalizzate sulla finalizzazione e gestione dei progetti in corso in Brasile e sul completamento delle attività avviate in Uruguay e Perù. “Non esistono discussioni in corso con nessuno” in America Latina ma siamo “assolutamente aperti” ad una partnership, commenta Ferraris. Oltre ai progetti in corso, nel piano è previsto un investimento complessivo inferiore a 300 milioni di euro in attività caratterizzate da un basso profilo di rischio e un limitato assorbimento di capitale.

Per ciò che riguarda il 2018, oltre agli utili netti sono cresciuti anche i ricavi a 2.197 milioni di euro (+1,6%) e l’ebitda a 1.650,6 milioni di euro (+2,9%). Il dividendo proposto è di 23,32 centesimi di euro per azione, di cui 7,87 centesimi di euro già pagati quale acconto e 15,45 centesimi di euro quale saldo a giugno 2019. Gli investimenti ammontano 1.091 milioni di euro con un +5,5%. L’indebitamento finanziario netto è di 7.899 milioni di euro (7.796 milioni di euro al 31 dicembre 2017). Quanto all’outlook sul 2019 Terna prevede ricavi complessivi per circa 2,3 miliardi di euro, con un Ebitda di circa 1,72 miliardi di euro. Conseguentemente si l’utile per azione è indicato a circa 36 centesimi di euro. Gli investimenti sono visti a 1,2 miliardi di euro, al lordo delle quote finanziate. “Sono molto soddisfatto dei risultati conseguiti nel 2018: sono dati in crescita e sono stati raggiunti tutti gli obiettivi economico-finanziari prefissati”, sottolinea Ferraris.

In relazione ai ricavi il risultato è dovuto principalmente all’incremento dei ricavi tariffari del Regolato Domestico, al contributo del Non Regolato Domestico, in particolare grazie alla crescita del fatturato del gruppo Tamini, e ai risultati conseguiti dalla realizzazione dei progetti in Brasile. Il risultato ante imposte si attesta a 1.007,7 milioni di euro, in aumento di 19,1 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente (+1,9%). Le imposte dell’esercizio sono pari a 296,1 milioni di euro e aumentano rispetto all’esercizio 2017 di 1,7 milioni di euro (+0,6%) essenzialmente per effetto del maggior risultato prima delle imposte. Il tax rate del 2018 si attesta al 29,4%, rispetto al 29,8% del 2017.

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