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Huawei, la palla passa ai singoli Stati: niente bando Ue sul 5G

La responsabilità di capire se Huawei è un rischio per le reti nazionali spetta ai singoli Stati. E in ogni caso l’obiettivo non deve essere escluderla, ma farle rispettare delle regole di base. La Commissione Ue non bandisce il colosso cinese dal 5G, ma lascia la porta aperta per farlo se necessario in base a criteri di sicurezza. La competenza di bloccare l’accesso al mercato di un’impresa resta degli stati membri, che potranno farlo per ragioni di sicurezza se non sono rispettati gli standard nazionali. È quanto emerge dalle raccomandazioni Ue sulle reti 5G, che invitano i 28 a valutare la sicurezza delle infrastrutture entro fine giugno e fissano un percorso per la definizione di standard minimi Ue a fine anno.

“È essenziale che le infrastrutture 5G Ue siano resilienti e pienamente sicure da ‘backdoor’ tecnici o legali”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue Andrus Ansip al mercato unico digitale nel presentare le nuove misure a Strasburgo. Queste prevedono azioni sia a livello nazionale che europeo. In particolare, gli stati membri dovranno “completare una valutazione nazionale del rischio delle reti 5G entro la fine di giugno 2019” e “su questa base aggiornare i requisiti di sicurezza esistenti per i fornitori” con “obblighi rafforzati” e di cui vanno valutati “rischi tecnici e rischi legati al comportamento”, anche “per quelli di Paesi terzi”.

Allo stesso tempo però, mette in chiaro Bruxelles, “gli stati membri hanno il diritto di escludere società dai loro mercati nazionali per ragioni di sicurezza nazionale, se non rispettano gli standard e il quadro legale del Paese”. In ogni caso “non spetta alla Commissione bandire le imprese, sono gli stati membri che devono deciderlo”, ha detto Ansip in riferimento al caso Huawei. L’obiettivo, ha spiegato, è “promuovere un approccio basato sulla conoscenza e poi misure di riduzione dei rischi” che rendano “non necessari bandi” di aziende.

E quanto alla pressione Usa sull’Europa per bloccare il gigante tech di Shenzhen, il responsabile Ue ha evidenziato che “è l’Ue che deve pensare da sé il suo approccio sulla sicurezza”, senza seguire gli interessi né di Washington né di Pechino. Per questo il passo successivo, dopo le valutazioni individuali dei 28 entro il 30 giugno, sarà quello di inviarle a Bruxelles entro il 15 luglio per redigere entro il primo ottobre un rapporto Ue complessivo, con la cooperazione di Commissione e Agenzia Ue per la cybersicurezza Enisa, sui rischi a livello europeo. A quel punto, entro il 31 dicembre, verranno definite le misure per ridurre questi rischi con la definizione di standard minimi di sicurezza Ue.

Huawei, abituata all’ostilità statunitense, “accoglie con favore l’approccio obiettivo e proporzionato delle raccomandazioni della Commissione Ue sulla sicurezza del 5G”. Il rappresentante capo di Huawei presso l’Ue Abraham Liu, ha sottolineato che l’azienda cinese “comprende le preoccupazioni sulla cybersicurezza che hanno i regolatori europei” e, “sulla base di questa comprensione comune, resta in attesa di poter contribuire al quadro europeo sulla cybersicurezza”. Il gigante tech di Shenzhen ribadisce quindi da Bruxelles di essere “fermamente impegnato per continuare a lavorare con tutti i regolatori e i partner per far sì che lo sviluppo del 5G in Europa sia un successo”.

Sul tema sono anche intervenuti gli operatori tlc di Etno, secondo i quali serve un approccio Ue comune a tutti gli stati membri e che sia basato sui fatti, tenendo a mente che gli operatori si sono sempre preoccupati di garantire la sicurezza delle loro reti. “La sicurezza fa parte del dna del settore delle telecomunicazioni ed è in cima alle nostre priorità. Il 5G, per definizione, significa reti più sicure. Per questo supportiamo un approccio europeo alla sicurezza, ma che sia basato sui fatti e sull’armonizzazione tra stati membri”, ha dichiarato il direttore generale di Etno Lise Fuhr. Le reti tlc, infatti, ricordano gli operatori europei, sono già ora soggette ad alti standard di sicurezza e rigide regolamentazioni. Lo stesso 5G è concepito per essere affidabile e di per sé offre ulteriori opportunità per rendere sicure le reti tramite ripartizione, virtualizzazione, autenticazione e criptaggio. E il settore, ricorda Etno, sta già facendo investimenti importanti per consegnare nei tempi le nuove reti.

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