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Smartphone a lunga scadenza, lo chiede l’Unione europea

Lunga vita allo smartphone. Potrebbe essere il motto della nuova battaglia che l’Ue ha avviato contro il consumismo usa e getta. L’obiettivo è quello di promuovere un utilizzo più efficiente e sostenibile dei dispositivi elettronici, anche puntando a di ridurre i rifiuti, nell’ottica del Green Deal europeo, il patto verde che mira a raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050.
In materia di dispositivi elettronici, l’Ue vorrebbe veder riconosciuti i diritti dei consumatori, fra cui quello di riparare, e non necessariamente sostituire, un device rotto. Questo è anche uno dei pilastri dell’Agenzia per l’economia circolare, che punta  a promuovere un utilizzo più efficiente e sostenibile delle risorse, con l’obiettivo di ridurre rifiuti elettronici ed incentivare un maggiore utilizzo dei prodotti.

I numeri

Il 79% dei cittadini europei chiede che i produttori semplifichino la riparazione dei dispositivi digitali, facilitando la sostituzione dei singoli componenti. E non cambia di molto (77%) la quota di quanti preferirebbero riparare i propri dispositivi piuttosto che sostituirli (fonte Parlamento Europeo).

Secondo le stime della Commissione, poi, rendendo riparabili e riciclabili gli hardware di smartphone e tablet, si potrebbe ridurre il consumo energetico dovuto alla produzione di questi strumenti, fino a circa un terzo dei consumi attuali. L’Ufficio europeo per l’ambiente ha poi realizzato uno studio secondo il quale se si estendesse a cinque anni il ciclo di vita dei device si potrebbero risparmiare emissioni di CO2 fino a 10 mln di tonnellate, pari ai consumi medi di 5 mln di automobili. 

I provvedimenti dell’UE

La Commissione europea, in una lettera di intenti relativa allo stato dell’unione 2021, aveva annunciato una proposta legislativa sul diritto alla riparazione, fissandola fra le iniziative chiave del 2022. E’ attesa a breve la misura europea, annunciata già per questo inverno, una misura che da Bruxelles punti a limitare l’obsolescenza programmata di smartphone, smartwatch, auricolari senza fili, tablet e strumenti elettronici in genere.

La proposta in sintesi

La bozza della proposta UE, che sarà in consultazione fra il Consiglio d’Europa ed il Parlamento europeo fino al 28 settembre, potrebbe portare ad un provvedimento legislativo che ratifichi i punti essenziali del documento in valutazione. Ovvero migliorare il rendimento dei dispositivi sul lungo periodo, garantire la possibilità di riparare i cellulari. Perché questo accada, ai produttori verrà richiesto di fornire pezzi di ricambio, per almeno 15 componenti, per i 5 anni successivi all’immissione sul mercato. Le batterie dovranno garantire 500 ricariche complete, senza deteriorarsi oltre l’83%. Al vaglio anche la possibilità di introdurre un’etichetta energetica, come già previsto per altri elettrodomestici che indichi, fra l’altro, ciclo di vita stimato e livello di resistenza alle cadute.

L’eco-design come soluzione

Thierry Breton, il commissario europeo per il Mercato interno, aveva già annunciato che il Parlamento Ue sta “lavorando all’eco-design per prevenire l’obsolescenza programmata di smartphone e tablet. Alcune aziende vorrebbero che cambiassimo il nostro smartphone ogni tre anni, le comprendiamo, ma questo non è il punto di vista dei consumatori, e nemmeno il nostro, in termini di rispetto dell’ambiente”.

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