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Carlos Ghosn di nuovo in manette, Renault aveva denunciato

Di nuovo in manette. A poco più di un mese dal suo rilascio, nelle prime ore del mattino è stato nuovamente arrestato l’ex presidente di Nissan-Renault-Mitsubishi Motors, Carlos Ghosn. È successo a Tokyo, e questa volta l’accusa è di appropriazione indebita dei fondi della società. L’ex tycoon 65enne era stato rilasciato su cauzione a inizio marzo, dopo un periodo di detenzione di 108 giorni. L’avvocato di Ghosn ha detto che “la decisione del pubblico ministero è estremamente inappropriata”. È raro in Giappone, infatti, che venga spiccato un nuovo mandato di arresto dopo la concessione, a meno di un mese, della libertà su cauzione.

I pm hanno spiccato il quarto mandato d’arresto nei confronti dell’ex guida della cordata automobilistica, con l’accusa di appropriazione indebita dei fondi della società, avvenuta tramite il trasferimento di 34 milioni di dollari verso una succursale Nissan con sede in Oman, gestita da un conoscente di Ghosn, in un periodo di 7 anni. Nel pagamento di parte del denaro rientrerebbe anche l’acquisizione di uno yacht di fabbricazione italiana. I fondi, secondo i media giapponesi, provenivano da una riserva del gruppo che l’ex dirigente poteva impiegare a sua discrezione. Il team della difesa asserisce che la somma è stata utilizzata per retribuire il lavoro svolto dalla concessionaria in diverse attività nel corso degli anni. Ghosn è già indagato per abuso di fiducia aggravata e una serie di illeciti finanziari, tra i quali l’aver sottostimato i suoi compensi per l’equivalente di 73 milioni di euro. Accuse che l’ex manager ha sempre respinto.

Le spese sostenute dall’ex numero uno di Renault Nissan Carlos Ghosn “danno adito ad interrogativi, a causa delle pratiche discutibili e occulte da cui derivano e delle violazioni dei principi etici del Gruppo che esse implicano”, è scritto in un comunicato diffuso in seguito al cda di Renault nel quale si legge che la casa ha informato l’autorità giudiziaria francese degli elementi di allerta relativi a versamenti effettuati a vantaggio di uno dei distributori Renault in Medio Oriente.

Nel comunicato, inoltre, la casa automobilistica fa sapere di aver già sporto denuncia in merito alla contropartita del valore di 50.000 euro “assegnata a vantaggio personale del sig. Ghosn nell’ambito dell’accordo di sponsorizzazione stipulato con il castello di Versailles e ai pagamenti effettuati ad un legale”. “Il Consiglio di amministrazione ha inoltre raccomandato alla Direzione Generale di attuare tutte le misure necessarie, in particolare in termini di organizzazione interna, riferibili alle situazioni individuate nel corso di tali verifiche. Inoltre, il Consiglio di amministrazione ha preso atto delle conclusioni provvisorie dell’audit congiunto attuato con Nissan e relativo all’attività della filiale comune olandese RNBV, da cui emergono già due serie di costatazioni. Da un lato, l’organizzazione interna di RNBV rivela gravi carenze in termini di trasparenza finanziaria e di procedure di controllo delle spese. Il Consiglio di amministrazione ha chiesto alla Direzione Generale di collaborare con Nissan per ovviare congiuntamente a tali carenze nel più breve tempo possibile. D’altra parte, alcune spese, non quantificate con precisione ma che dal 2010 ad oggi potrebbero rappresentare diversi milioni di euro, sollevano seri dubbi in merito alla loro conformità con l’interesse della società RNBV. Il Consiglio di amministrazione ha chiesto ai revisori di completare il loro lavoro e di presentare quanto prima le loro conclusioni finali. Ha inoltre chiesto alla Direzione Generale di Renault di collaborare con Nissan perché i due azionisti adottino tutte le misure necessarie alla tutela degli interessi di RNBV nei Paesi Bassi. Inoltre, Renault si riserva il diritto, quando saranno disponibili informazioni precise sulla violazione dei suoi interessi, di adire i tribunali francesi”.

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